Quanto costa un collaboratore: le spese di cui deve farsi carico l’azienda

Paolo Ballanti

3 Luglio 2022 - 16:49

Sappiamo veramente quali costi e spese ha l’azienda per un rapporto di co.co.co.? E cosa cambia rispetto ai lavoratori dipendenti? Ecco una guida completa con calcoli ed esempi.

Quanto costa un collaboratore: le spese di cui deve farsi carico l’azienda

Le collaborazioni coordinate e continuative (co.co.co.) rappresentano un ibrido tra lavoro autonomo e subordinato, dal momento che riprendono aspetti dell’uno e dell’altro.

Le stesse caratteristiche della prestazione, si concretizzano nello svolgimento di un’attività senza alcun vincolo di subordinazione nei confronti del committente, in materia di tempi di lavoro e modalità di esecuzione dell’attività, ma dovendo sottostare a eventuali direttive fornite dall’azienda, nei limiti comunque dell’autonomia professionale del collaboratore.

Il carattere ibrido delle co.co.co. si ritrova anche in materia di oneri che l’azienda è tenuta a sostenere, quando ricorre a questo tipo di prestazioni.

Molte voci di costo sono infatti simili a quelle dei lavori dipendenti. Si pensi al compenso lordo e ai contributi Inps e Inail.

Mancano tuttavia altri elementi, come ferie, permessi, Tfr e mensilità aggiuntive, presenti nel rapporto di lavoro subordinato e previsti in ragione del fatto che il dipendente è soggetto al potere del datore di lavoro in merito alla definizione di tempi e modalità di esecuzione della prestazione, oltre alla difficoltà di svolgere l’attività in favore di più soggetti, prerogativa invece riconosciuta ai collaboratori coordinati e continuativi.

Analizziamo quindi in dettaglio quanto costa il rapporto di co.co.co. all’azienda.

Quanto costa un collaboratore: le spese di cui deve farsi carico l’azienda

Il compenso lordo

Tra i costi a carico dell’azienda - committente figura il compenso lordo da riconoscere al collaboratore.

A differenza dei lavoratori dipendenti, in cui la definizione della retribuzione è legata alle previsioni del contratto collettivo applicato, in termini di importo della paga base e di eventuali altri elementi (ad esempio la contingenza o gli scatti di anzianità), nei rapporti di co.co.co. sono le parti a definire liberamente, nel contratto, l’ammontare del compenso.

Quest’ultimo è di norma definito in misura complessiva, con riferimento all’intera durata della collaborazione, salvo poi specificare (sempre nel contratto) che lo stesso sarà corrisposto in un determinato numero di quote, ad esempio mensili, trimestrali o in un’unica soluzione.

Contributi Inps

I co.co.co. sono tenuti a iscriversi, al momento della prima collaborazione, alla Gestione separata Inps.

Per farlo, è necessario collegarsi al portale «inps.it - Prestazioni e servizi - Prestazioni - Iscrizione dei lavoratori parasubordinati alla Gestione separata», muniti delle credenziali Spid, Cie o Cns.

In alternativa è possibile:

  • Chiamare il Contact center Inps al numero 803.164 (da rete fissa) o lo 06.164.164 (da cellulare);
  • Avvalersi degli intermediari Inps.

L’iscrizione dev’essere effettuata una sola volta nell’arco dell’intera vita lavorativa del collaboratore. Pertanto, l’adempimento non deve ripetersi per rapporti futuri.

Scopo della Gestione separata è quello di garantire ai collaboratori una serie di prestazioni economiche, al verificarsi di eventi che possono compromettere la capacità degli stessi di svolgere l’attività lavorativa e, di conseguenza, percepire il compenso. Si pensi ai trattamenti pensionistici per i casi di vecchiaia o alle prestazioni per gli eventi di malattia, maternità e disoccupazione involontaria.

A prescindere dall’iscrizione del collaboratore alla Gestione separata, per l’importanza che la stessa riveste come appena citato, è fatto obbligo di versare i relativi contributi all’Inps, a mezzo modello F24.

Il soggetto tenuto a effettuare il pagamento è il committente, il quale dovrà corrispondere:

  • La quota di contributi a suo carico pari a 2/3 del totale;
  • La quota di contributi a carico del collaboratore, trattenuta in sede di erogazione del compenso, pari ad 1/3 del totale.

Il calcolo dei contributi avviene, al pari dei lavoratori dipendenti, moltiplicando l’aliquota per il compenso imponibile. Quest’ultima è rappresentato da tutte le somme e i valori a qualunque titolo percepiti dal collaboratore, comprese le erogazioni liberali.

Per l’anno corrente, come reso noto dall’Inps con la Circolare dell’11 febbraio 2022 numero 25, per i collaboratori iscritti esclusivamente alla Gestione separata l’aliquota è pari al 35,03% di cui:

  • 23,35% (2/3) a carico del committente;
  • 11,68% (1/3) a carico del collaboratore.

Naturalmente, il costo per l’azienda è quello rappresentato dall’ammontare dei contributi Inps a suo carico, escludendo quelli trattenuti al collaboratore.

Discorso diverso per quanti sono iscritti ad altre forme pensionistiche obbligatorie (per esempio in qualità di lavoratori dipendenti o pensionati). In tal caso, l’aliquota complessiva dovuta alla Gestione separata è pari, per l’anno corrente, al 24%, di cui l’8% a carico del collaboratore ed il 16% come costo per l’azienda - committente.

Facciamo l’esempio di un collaboratore il cui compenso per il mese di giugno 2022 ammonta ad euro 2.500,00. L’interessato è iscritto in via esclusiva alla Gestione separata, pertanto il costo a titolo di contributi Inps per il committente sarà pari a:

Euro 2.500,00 * 23,35% = 583,75 euro.

Contributi Inail

Oltre alla copertura garantita dall’Ips - Gestione separata, il collaboratore beneficia dell’assicurazione INAIL contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

In parallelo a quanto accade per i lavoratori dipendenti, il costo della copertura assicurativa è a carico del committente. Con una differenza: al pari dei contributi Inps, 1/3 del premio è trattenuto direttamente al collaboratore, mentre i restanti 2/3 restano un onere per l’azienda.

Per calcolare il premio è sufficiente moltiplicare il tasso relativo all’attività svolta per la retribuzione imponibile. Al risultato dev’essere poi aggiunta l’addizionale dell’1%.

Riprendendo l’esempio precedente, consideriamo che, in base al tipo di prestazione, il tasso sia pari al 4 per mille. La retribuzione imponibile è la stessa utilizzata per il calcolo dei contributi.

In tal caso, il costo per l’azienda a titolo di premio Inail si ottiene con i seguenti passaggi:

  • 2.500,00 * 4 per mille = 10,00;
  • 10,00 * 2/3 = 6,67 (premio a carico del committente);
  • 6,67 * 1% = 0,07 (addizionale);
  • 6,67 + 0,07 = 6,74 (costo per premio Inail in capo al committente).

Riepilogo dei costi

In definitiva, il collaboratore di cui agli esempi precedenti costa all’azienda:

per un totale mensile di 3.090,49 euro.

Costi amministrativi

In aggiunta ai costi rappresentati da compenso lordo, contributi Inps e premi Inail, l’azienda che si rivolge a professionisti esterni per l’elaborazione delle paghe è tenuta a farsi carico degli oneri fatturati per le attività legate alla gestione dei collaboratori, in particolare:

  • Invio comunicazioni di assunzione, proroga o cessazione con modello Unilav al Centro per l’impiego;
  • Elaborazione cedolini paga;
  • Elaborazione e calcolo modello F24;
  • Invio modello Uniemens;
  • Elaborazione prospetti post-paghe.

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