Il lavoro domenicale è disciplinato da regole ad hoc nei contratti collettivi e comporta una maggiorazione in busta paga. Aspetti pratici e alcuni esempi del meccanismo.
Come tutti sanno, vi sono alcune attività di lavoro che contemplano la possibilità di essere svolte anche la domenica, ovvero nel giorno tipicamente rivolto al riposo e allo svago. Dopo aver chiarito alcuni aspetti circa orario di lavoro e diritto al riposo, nel corso di questo articolo vedremo quali sono le regole di riferimento in materia e comprenderemo anche i limiti stabiliti in Costituzione, come pure nei Ccnl - le specifiche fonti di riferimento per quanto riguarda la disciplina del lavoro svolto in questo giorno festivo.
Quanto guadagna chi lavora la domenica? C’è una maggiorazione in busta paga e, se sì, a quanto ammonta? Il lavoratore può rifiutarsi di lavorare? A queste domande daremo puntuale risposta di seguito perciò, se sei interessato a saperne di più sul lavoro domenicale e aspetti retributivi, prosegui nella lettura: scoprirai quali sono i punti chiave in materia. I dettagli.
Quanto guadagna chi lavora di domenica?
- Orario di lavoro e normativa in materia: il contesto di riferimento
- Diritto al riposo settimanale
- Lavorare di domenica: il rilievo dei singoli Ccnl
- Il riposo compensativo settimanale
- Dove trovare la maggiorazione in busta paga?
- Ulteriori chiarimenti sull’ammontare della maggiorazione
- Un dipendente è obbligato a lavorare la domenica?
Orario di lavoro e normativa in materia: il contesto di riferimento
Prima di considerare quali sono le regole per chi lavora di domenica e fare luce su quanto guadagna chi lavora di domenica, ricordiamo che l’orario di lavoro è rappresentato da ogni periodo in cui il dipendente è al lavoro, a disposizione del datore di lavoro e nell’esercizio della sua attività o delle sue funzioni. Ovviamente deve trattarsi di lavoro retribuito, perché lo stipendio è la controprestazione rispetto all’attività svolta dal dipendente.
La legge pone l’essenziale principio della proporzionalità della retribuzione in busta paga rispetto alla quantità (e qualità) del lavoro svolto e sancisce il diritto irrinunciabile del lavoratore al riposo settimanale e alle ferie annuali retribuite. Nel nostro paese le regole in tema di orario di lavoro hanno la disciplina di riferimento nel d. lgs. n. 66/2003, che trova applicazione per tutti i settori di attività, pubblici e privati (salvo specifiche eccezioni).
In base alla normativa oggi in vigore, l’orario normale di lavoro è pari a 40 ore settimanali tuttavia i singoli Ccnl possono fissare una durata inferiore dell’orario normale settimanale e / o riferire l’orario normale alla durata media delle prestazioni di lavoro in un lasso di tempo non maggiore dell’anno (cd. orario multiperiodale).
Rimarchiamo che non è esclusivamente la legge a fissare le regole in campo di orario di lavoro. Anche i contratti collettivi e individuali intervengono, ma solo disponendo un trattamento di maggior favore per il dipendente.
Diritto al riposo settimanale
Il lavorare la domenica non deve però mettere a repentaglio il diritto al riposo settimanale, irrinunciabile per ogni lavoratore e così essenziale da essere fissato dall’art. 36 della Costituzione, proprio come le ferie annuali.
In particolare il riposo settimanale:
- spetta per legge dopo 6 giorni di lavoro continuativo;
- deve essere di almeno 24 ore consecutive completamente libere.
Ecco perché il riposo settimanale si distingue in maniera chiara dal riposo giornaliero, che deve essere di almeno 11 ore consecutive ogni 24 ore.
C’è una stretta relazione rapporto tra lavoro festivo e riposo compensativo, e anche di ciò bisogna dunque tenere conto quando ci si chiede quanto guadagna chi lavora la domenica.
Il Codice Civile infatti indica che il riposo settimanale deve essere fruito di domenica, ma la sua formulazione non è perentoria e, non a caso, il riposo settimanale può dunque essere fruito in un giorno diverso. In termini pratici ciò vuol dire che in non poche realtà aziendali le prestazioni di lavoro sono obbligatorie anche durante i giorni festivi (pensiamo ad esempio ai conducenti di autobus, alle attività di vendita al dettaglio o a specifiche attività industriali), in cui è imposta l’indispensabile presenza di un adeguato numero di lavoratori per garantire il servizio o la produzione.
Lavorare di domenica: il rilievo dei singoli Ccnl
Vero è che non tutti i lavoratori hanno la stessa articolazione dell’orario di lavoro. In relazione alla tipologia di rapporto di lavoro e all’attività da compiere, infatti, si possono presentare diversi scenari. Proprio uno di questi ultimi attiene al lavoro domenicale, sul quale i singoli Ccnl rappresentano una fonte determinante per capire il suo funzionamento. Ecco perché il lavoratore che intende sapere qual è la disciplina di riferimento per il lavoro domenicale nel suo settore, dovrà andare a leggere a riguardo - nel testo del Ccnl applicato al suo rapporto di lavoro.
Come tutti sanno la domenica è un giorno festivo e - conseguentemente - se il lavoro in questo giorno della settimana consiste nelle svolgere le mansioni di cui al proprio contratto, non può che esservi una maggiorazione retributiva dello stipendio o paga base giornaliera, in percentuale variabile.
Lo specifico ammontare della maggiorazione è indicato dai contratti collettivi nazionali di categoria ma, talvolta, anche dai singoli contratti aziendali - con degli emolumenti ad integrazione.
La maggiorazione dello stipendio ben si comprende alla luce dello speciale impegno che viene richiesto al dipendente, che non potrà dedicare al riposo e allo svago le ore domenicali ma dovrà essere sul posto di lavoro.
Il riposo compensativo settimanale
Al contempo i singoli contratti collettivi nazionali di lavoro regolano, per ogni comparto pubblico e privato, le modalità di godimento del riposo compensativo settimanale in un giorno differente dal tradizionale festivo domenicale. Ed alle parti è concesso di accordarsi per il riposo settimanale in un giorno diverso dalla domenica, come ad esempio secondo quanto previsto dal Ccnl colf e badanti.
In tema di riposo compensativo settimanale emerge un punto molto importante:
- mentre il trattamento economico consiste in una previsione contrattuale e, in quanto tale, oggetto di libero accordo delle parti del rapporto di lavoro (ovviamente nell’osservanza delle regole del Ccnl di riferimento),
- il riposo settimanale è sempre irrinunciabile (lo fissa la Costituzione) e, di conseguenza, sorge il diritto del lavoratore ad avvalersene in forma ’differita’ - come riposo compensativo - se non è stato possibile effettuarlo nel consueto giorno domenicale.
Ciò vuol dire che il datore di lavoro non può prevedere turni di lavoro protratti che vadano a coprire più di 6 giorni lavorativi consecutivi, senza assegnare al dipendente una opportuna pausa a compensazione e per il recupero delle energie psico-fisiche.
Non a caso, i Ccnl tipicamente indicano che il giorno di riposo deve essere goduto immediatamente dopo il lavoro domenicale, ovvero nel primo giorno lavorativo utile e seguente la domenica lavorata (ad es. il lunedì). Se non è possibile, il riposo dovrà essere assegnato nei giorni immediatamente posteriori e comunque prima della fine della settimana.
Dove trovare la maggiorazione in busta paga?
Il dipendente che ha lavorato la domenica vorrà sapere se la maggiorazione retributiva gli è stata effettivamente contata dal datore e, per trovarla, dovrà leggere nella parte o corpo centrale del proprio cedolino mensile, perché è lì che tipicamente compare questo dato. Per questa via il lavoratore potrà verificare la correttezza del calcolo effettuato dall’azienda, tenuto conto della disciplina a riguardo contenuta nel proprio Ccnl.
La maggiorazione per il lavoro domenicale è solitamente indicata in busta paga del lavoratore con una voce ad hoc, relativa alla specifica indennità o maggiorazione domenicale o festiva. In ogni caso, la percentuale di maggiorazione dovrebbe essere evidenziata accanto all’ammontare corrispondente.
Laddove il lavoratore abbia dubbi o incertezze, potrà fare riferimento al proprio datore di lavoro o al sindacato di categoria, al fine di avere maggiori dettagli e chiarimenti sulle modalità di calcolo della maggiorazione per il lavoro domenicale e sulla sua corretta applicazione.
Ulteriori chiarimenti sull’ammontare della maggiorazione
Se ci si chiede quanto effettivamente guadagna chi lavora la domenica, ribadiamo che non c’è una regola universale per quanto attiene alla percentuale, che infatti cambia non soltanto in base al singolo Ccnl, ma anche al tipo di lavoro effettuato in quel giorno.
In linea generale, i possibili casi sono quelli che seguono:
- lavoro domenicale puro, ovvero il lavoro effettuato in una domenica ordinaria e dunque non combaciante con una festività. In dette circostanze al dipendente spetta la percentuale di cui al proprio Ccnl;
- lavoro domenicale festivo, ovvero il caso in cui la domenica combacia con una giornata festiva. In questo caso il lavoratore avrà diritto a una maggiorazione più alta. Importante ricordare che alcuni Ccnl indicano che le due maggiorazioni (domenicale e festiva) non possono essere cumulate e che dunque una di queste includa già l’altra. Così è ad esempio previsto nel Ccnl Pubblici Esercizi, Ristorazione e Turismo;
- lavoro straordinario domenicale, nell’ambito del quale il lavoratore ha diritto a una maggiorazione più consistente, a compensare la prestazione lavorativa effettuata in eccesso rispetto al consueto ed ordinario orario di lavoro settimanale. Ovviamente anche in dette circostanze, ogni Ccnl indica delle percentuali diverse.
Facendo qualche rapido esempio pratico, il Ccnl Metalmeccanica Aziende Industriali indica che il riposo settimanale debba combaciare il più possibile con la domenica. Nel caso in cui il lavoratore sia però chiamato a lavorare in quel giorno, gli sarà assegnata una maggiorazione retributiva corrispondente al 50% e il riposo in un giorno diverso.
Nel caso dei Ccnl Commercio abbiamo che le ore di lavoro svolte la domenica sono retribuite con una maggiorazione del 30%, oltre alla paga oraria tipica degli altri giorni di lavoro. Ovviamente potranno prevalere eventuali condizioni di miglior favore stabilite dai contratti collettivi territoriali o aziendali.
Ancora, in ambito Ccnl Turismo il lavoro domenicale dà diritto ad una maggiorazione in busta paga corrispondente al 10%. E analogamente nel Ccnl Studi Professionali le ore di lavoro effettuate nei giorni di riposo settimanale dovranno essere pagate con la mera maggiorazione del 10% sulla quota oraria della normale retribuzione in busta paga.
Un dipendente è obbligato a lavorare la domenica?
Veniamo infine ad una domanda frequente: lavorare la domenica è obbligatorio o il dipendente può rifiutarsi? Ebbene, se il contratto collettivo indica la possibilità che il lavoratore subordinato sia al lavoro in questo giorno festivo, egli non potrà negare la prestazione per riposarsi.
Se lo facesse, infatti andrebbe incontro a sanzioni disciplinari che possono arrivare sino al licenziamento. Tuttavia vi sono eccezioni a questo obbligo, stabilite nei singoli Ccnl. Ad esempio nel Ccnl Commercio si trova scritto che non sono obbligati a lavorare la domenica i genitori di bambini minori di 3 anni e i caregiver.
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