Franco Califano, detto Il Califfo, ha ottenuto tanto successo quanta attenzione indesiderata nella vita. Quanto ha guadagnato e cosa è successo negli ultimi anni di disgrazia?
Il Festival di Sanremo è stato, oltre al teatro della competizione canora, anche il palco per il lancio del film Rai su Califano. Francesco Califano, detto Franco o Il Califfo, è stato un personaggio complesso, un cantautore apprezzato e un uomo finito sotto le attenzioni del Maxiprocesso alla Nuova Camorra Organizzata.
Carriera, molte conquiste, successo, carcere, assoluzione e infine anche disgrazia e solitudine, così si potrebbe descrivere l’arco della vita dell’uomo, oltre che dell’artista. Nella sua vita ha guadagnato molta fama e altrettanti soldi, un tesoretto che lui stesso non ha mai negato di aver sperperato.
La vicenda che lo ha coinvolto negli ultimi anni di vita lo ha messo a nudo di fronte al pubblico, che lo ha giudicato per la richiesta di aiuto economico dallo Stato.
Chi è Franco Califano: biografia e carriera
Francesco Califano nasce il 14 settembre 1938, in direzione Tripoli. Infatti è nato in aereo, mentre la madre stava viaggiando sull’ex territorio italiano (Libia). La coppia, il padre Salvatore e la madre Jolanda, si trasferirono a Roma prima della Seconda guerra mondiale e ci tornarono, dopo un breve periodo a Nocera Inferiore. Fu proprio nella Capitale che Califano studiò nei collegi ecclesiastici.
Iniziò presto a scrivere poesie e testi musicali, sperimentando molti generi. Esordì nei fotoromanzi e si trasferì a Milano per lavoro prima di tornare a Roma. Frequentando gli ambienti degli artisti romani, iniziò a collaborare con diversi di questi. Scrisse testi per Bruno Martino, Nicola Salerno, Ornella Vanoni, Mina e molti altri.
Fu nel 1973 che compose quello che sarà il suo primo vero successo, un testo iconico, per Mia Martini, ovvero Minuetto. Il successo come cantante arriverà invece nel 1976 con l’album Tutto il resto è noia, che vende oltre 1 milione di copie.
I guadagni degli anni dei successi, la disgrazia prima della morte
Non conosciamo i guadagni del Califfo prima della disgrazia. Lui stesso ha raccontato di aver buttato molti soldi, ma di non pentirsi di nulla. Ha vissuto, come ha raccontato in diverse interviste nel 2010, una vita spericolata, un po’ maledetta, da artista.
Se i guadagni sono persi nel tempo, meno lo sono le vicende che hanno accompagnato gli anni prima della sua morte. Infatti Califano nel 2010 dichiara di aver bisogno di un sussidio statale. Dopo una caduta rovinosa, l’artista non ha potuto esibirsi per mesi e questo ha comportato una perdita di guadagni piuttosto alta. Tanto che si è convinto a chiedere l’aiuto dello Stato.
In un’intervista per Oggi spiega:
Nel luglio scorso sono caduto dalle scale e mi sono fratturato tre vertebre. Costretto all’immobilità, ho patito le pene dell’inferno. […] In un caos di emozioni, dubbi e paure, parlando con alcuni amici, ho saputo che lo Stato prevede di aiutare gli artisti in difficoltà. Pensavo che la legge Bacchelli fosse una specie di onorificenza.
Molte le critiche, soprattutto da parte dei pensionati e delle associazioni di categoria, dopo aver dichiarato di percepire “solo” 20 mila euro ogni 6 mesi per i diritti d’autore sulle canzoni. L’entrata era pari a circa 1.600 euro al mese, una “pensione” ben più alta di quella di molti italiani, a cui aggiungere la pensione maturata negli anni di guadagni. Da qui la polemica e il ritiro della richiesta di sussidio. Anche perché, come ha spiegato più volte il suo avvocato all’epoca, Il Califfo aveva sempre guadagnato bene dalle serata e dalle comparse. Stare chiuso in casa aveva abbassato le sue entrate, ma fin da subito è apparsa come una condizione temporanea e per questo non gli spettava nessun sussidio.
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