Pensioni, nel 2024 si passa da Quota 103 a Quota 104. Esclusi i nati nel 1962, ai quali il prossimo anno restano poche alternative per il pensionamento.
Sorpresa pensioni, in arrivo Quota 104: quella che doveva essere una conferma scontata si è rivelata un’altra amara delusione per quei lavoratori che speravano nel 2024 come l’anno buono per smettere di lavorare.
Anche Quota 103, infatti, ha subito le conseguenze di una legge di Bilancio limitata a pochi interventi sul fronte pensioni: nonostante diverse fonti governative avessero assicurato una proroga degli attuali requisiti anche per il 2024, continuando così a permettere per un altro anno ancora il pensionamento a 62 anni di età e 41 anni di contributi, alla fine il governo è stato costretto a rivederne i requisiti di accesso.
Per quanto una proroga di Quota 103 per il 2024 sembrava essere scontata, il prossimo anno si passerà a Quota 104 attraverso un incremento del requisito anagrafico. Di fatto la proroga riguarderà solamente coloro che nel 2023 hanno compiuto i 62 anni ma non riusciranno a raggiungere i 41 anni di contributi richiesti, mentre viene escluso chi è nato nel 1962.
Quota 104, cos’è e come funziona
Dopo Quota 100, Quota 102, Quota 103 non poteva mancare Quota 104. Il sistema pensionistico degli ultimi anni sembra quasi dare i numeri, generando solo confusione tra quei lavoratori che programmano il collocamento in quiescenza.
Nel dettaglio, Quota 104 al pari delle misure che l’hanno preceduta consente il pensionamento anticipato una volta che la somma tra l’età anagrafica e i contributi maturati dà come risultato il numero indicato nel nome, 104 in questo caso. Tuttavia, esistono delle soglie minime da raggiungere:
- 63 anni di età;
- 41 anni di contributi.
Come anticipato, c’è un balzello in avanti rispetto a Quota 103 in vigore fino al 31 dicembre 2023, escludendo tutti coloro che essendo nati nel 1962 compiranno 62 anni di età solamente nel 2024.
Decorrenza della pensione
Per quanto riguarda le altre caratteristiche, la legge di Bilancio 2024 (il cui testo non è stato ancora pubblicato) dovrebbe confermare le stesse regole di Quota 103. Il che significa, ad esempio, che dalla maturazione dei requisiti di accesso alla decorrenza della pensione deve trascorrere un periodo di almeno 3 mesi (finestra mobile trimestrale) per i lavoratori del settore privato, 6 mesi (finestra mobile semestrale) nel pubblico.
Importo della pensione
Resiste anche il vincolo per cui chi va in pensione in anticipo con Quota 103 (o 104 in questo caso) avrà diritto a un assegno non superiore a 5 volte il trattamento minimo, indipendentemente da qual è l’importo maturato. Solo una volta raggiunti i requisiti per la pensione di vecchiaia verrà riconosciuta anche la restante parte.
A tal proposito, secondo le prime stime il trattamento minimo dovrebbe essere vicino ai 600 euro al mese, quindi la pensione erogata non dovrebbe superare i 3.000 euro lordi mensili.
Niente lavoro con Quota 104
C’è poi il divieto di intraprendere una nuova attività lavorativa per chi ricorre alla pensione con Quota 104, almeno fino a quando non matura i requisiti ordinari per l’accesso alla pensione (ossia al compimento dei 67 anni della pensione di vecchiaia). L’unica eccezione è rappresentata dalle prestazioni occasionali, entro il limite di 5.000 euro l’anno.
Quota 104, confermato l’incentivo per chi ritarda l’accesso alla pensione
Resiste anche quello che è stato definito come “bonus Maroni”, ossia l’incentivo rivolto a coloro che pur soddisfando i requisiti per andare in pensione in anticipo con Quota 104 decidono di restare al lavoro. Nel dettaglio, grazie a questa misura la quota di contributi a carico del lavoratore viene completamente azzerata, garantendo così un aumento dello stipendio netto a parità di lordo.
Tuttavia, a differenza dello sgravio contributivo - anch’esso confermato dalla legge di Bilancio 2024 - in questo caso i contributi non versati non saranno riconosciuti ai fini della pensione, con l’assegno futuro che quindi rischia di essere più basso.
Quota 104 è un bluff?
Volendo trarre un primo bilancio possiamo dire senza troppi dubbi che la platea di coloro che potranno accedere a Quota 104 è molto inferiore rispetto a quella prevista per Quota 103. Come anticipato, infatti, senza la proroga che avrebbe incluso anche i nati nel 1962, Quota 104 è limitata a chi già nel 2023 ha compiuto almeno 62 anni ma non è riuscito a raggiungere il requisito contributivo minimo.
Paradossalmente, invece, chi ha già maturato i 41 anni di contributi ma ad esempio per pochi mesi non ha compiuto i 62 anni entro il 31 dicembre (si pensi ai nati a gennaio 1962) non vi potrà accedere, dovendo così attendere almeno fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione anticipata.
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