Perché non sempre avere un reddito basso corrisponde a un Isee altrettanto basso? E com’è possibile che a parità di reddito due famiglie abbiano un Isee differente? Facciamo chiarezza.
Avere un reddito basso non è sinonimo di Isee basso, o viceversa. Ci sono dei casi, infatti, in cui i redditi percepiti sono elevati ma l’Isee è comunque più basso rispetto a quanto ci si aspettava, e altri invece dove nonostante dei redditi bassi l’indicatore sale oltre la soglia sperata.
Ovviamente chi non comprende le regole per calcolo e definizione dell’Isee potrebbe chiedersi il motivo per cui non c’è sempre una correlazione tra reddito e valore finale dell’attestazione. Le ragioni sono tutte in come il legislatore ha pensato l’Isee, strumento che permette di misurare l’intera condizione economica delle famiglie.
E per quantificare la “condizione economica” si tiene sì conto del reddito, ma anche del patrimonio - sia mobiliare che immobiliare - come pure delle caratteristiche del nucleo familiare.
Potrebbe succedere, ad esempio nel caso del reddito di cittadinanza, che l’Isee sia sotto la soglia dei 9.360 euro ma che il reddito familiare sia invece superiore al limite consentito, non potendo così beneficiare dell’aiuto di Stato.
Cerchiamo di capirne di più sul perché di una tale situazione, facendo chiarezza su tutte le voci che possono far sì che ci sia una netta differenza tra Isee e reddito.
Nell’Isee si tiene conto di tutti i redditi del nucleo familiare
È importante partire da un chiarimento: nell’Isee non si tiene conto solamente dei redditi del richiedente, bensì di quanto percepito da tutti i componenti del nucleo familiare.
Nucleo che, secondo la normativa, è composto da tutti i componenti conviventi nella stessa abitazione, indicati dunque nello stato di famiglia, con l’aggiunta di altri componenti a carico del richiedente anche se non conviventi. E nel caso dell’Isee per minorenni va considerato, in qualità di componente aggregato al nucleo, anche il genitore eventualmente non convivente con il bambino.
È bene ricordare poi che nell’Isee si tiene conto dei redditi percepiti, come appena visto da tutti i componenti del nucleo, due anni prima dalla data di presentazione della Dsu. Nel caso dell’Isee 2022, dunque, i redditi presi in esame sono quelli del 2020.
Redditi elevati ma Isee basso: come è possibile?
Come anticipato, nel calcolo dell’Isee si tiene sì conto dei redditi, ma anche della composizione del nucleo familiare. Vale, infatti, il principio per cui - a parità di reddito - una famiglia numerosa si trova in una condizione economica più sfavorevole rispetto a una famiglia composta da meno persone.
Ed è per questo motivo che il cosiddetto ISE - ossia la somma dei redditi complessivi a cui si aggiunge il 20% del patrimonio - viene diviso per la scala di equivalenza SE, la quale viene così calcolata:
- persona sola: indicatore pari a 1;
- due componenti: 1,57;
- tre componenti: 2,04;
- quattro componenti: 2,46;
- cinque componenti: 2,85;
- oltre i cinque componenti si aggiunge uno 0,35 per ogni altra persona presente nel nucleo.
Ci sono poi delle maggiorazioni:
- 0,5 punti in caso di componenti affetti da disabilità;
- 0,2 punti per i nuclei familiari con tre figli;
- 0,35 punti per i nuclei con quattro figli;
- 0,5 punti per i nuclei con almeno cinque figli;
- 0,2 punti per nuclei familiari con figli minorenni;
- 0,3 punti in presenza di almeno un figlio di età inferiore a tre anni compiuti, in cui entrambi i genitori, o comunque l’unico presente nel caso delle famiglie mono genitoriali, abbiano svolto attività di lavoro o d’impresa per almeno 6 mesi nell’anno di riferimento dei redditi dichiarati;
- 1 punto qualora tra i componenti il nucleo familiare ci fosse una persona ricoverata in strutture per disabili che non sia considerato nucleo familiare a sé stante.
Prendiamo come esempio due famiglie, entrambe con redditi di 20.000 euro e un ISE di 30.000 euro. La prima famiglia è però composta da padre, madre e due figli minori, mentre la seconda da padre, madre, tre figli e la suocera affetta da disabilità.
Nel primo caso, dunque, la scala di equivalenza SE è pari a 2,66, mentre nel secondo è di 4,1. A parità di redditi, e patrimoni, la prima famiglia avrà un Isee di 11.278 euro circa, mentre la seconda di circa 7.317 euro.
Redditi bassi ma Isee elevato: come è possibile?
Nella condizione economica rientrano anche i patrimoni. Nel dettaglio, come già visto di seguito, l’indicatore della situazione economica (ISE) viene calcolato sommando ai redditi percepiti il 20% della componente patrimoniale ISP, a sua volta calcolata utilizzando la seguente formula
PI + (PM – 15.493,71)
PI è il patrimonio immobiliare, mentre PM quello mobiliare. Chi ha un reddito basso, ma tuttavia dispone di un patrimonio consistente, tenendo conto d’immobili di proprietà, terreni, autovetture, saldi e giacenze medie dei conti correnti, potrebbe dunque avere un Isee più alto rispetto a quelle che erano le aspettative.
Un tema, questo, da sempre oggetto di discussione visto che c’è chi ritiene che non sempre la situazione patrimoniale rappresenti la ricchezza di una famiglia.
Prendiamo come esempio due famiglie, entrambe composte da genitori e un figlio minore, con una scala di equivalenza dunque di 2,24, e una componente reddituale ISR di 25.000 euro. La prima famiglia ha tuttavia un patrimonio più importante, arrivando a un ISP di 100.000 euro; la seconda, invece, si ferma a 20.000 euro. Vediamo come questa differenza si ripercuote sull’ISEE:
nel primo caso l’ISE è di 25.000 euro più il 20% dell’ISP (20.000 euro), arrivando così a 45.000 euro. Dividendo per la scala di equivalenza avremo un Isee di circa 20.000 euro;
nel secondo caso, invece, l’ISE è di 25.000 euro più il 20% dell’Isp (4.000€), arrivando così a 29.000 euro. L’Isee sarà dunque di circa 12.946 euro.
A parità di reddito, quindi, la prima famiglia andrebbe a percepire, ad esempio, un assegno unico d’importo più basso rispetto a quanto riconosciuto alla seconda, la quale essendo sotto la soglia dei 15.000 euro di Isee, riceverà il massimo dell’importo possibile.
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