Reddito di cittadinanza: operatori del CPI (e navigator) possono segnalare situazioni che portano alla perdita del beneficio.
Reddito di cittadinanza: oggi hanno inizio i primi colloqui presso i centri per l’impiego per coloro che sono stati tra i primi a beneficiare della misura.
È importante non sottovalutare l’importanza del colloquio presso il centro per l’impiego, non solo per quanto riguarda il Patto per il Lavoro; è bene sapere, infatti, che l’esito del colloquio potrebbe avere ripercussioni anche sulla regolare percezione del reddito di cittadinanza.
Gli operatori del centro per l’impiego, così come i navigator che li affiancheranno in questa e nelle successive fasi, possono infatti “togliere” il reddito di cittadinanza qualora ne rilevino le condizioni.
Prima di andare avanti e vedere quali sono queste “condizioni” è bene sottolineare che non sono gli operatori a togliere il reddito di cittadinanza: semplicemente questi hanno la possibilità di segnalare eventuali comportamenti sospetti o inadempienze all’Inps, con quest’ultimo che a sua volta avrà l’ultima parola in merito alla decadenza del beneficio.
Quando il CPI toglie il reddito di cittadinanza: lavoro nero e false dichiarazioni
Come noto il decreto 4/2019 prevede delle sanzioni molto severe per coloro che lavorano in nero e nel contempo percepiscono il reddito di cittadinanza.
Nel dettaglio, è prevista una sanzione che va dai tre ai sei anni di carcere, più la decadenza del RdC e il divieto di percepire qualsiasi altra misura di sostegno del reddito per i successivi 10 anni.
In queste ultime settimane la Guardia di Finanza ha intensificato i controlli per scovare i “furbetti” del reddito di cittadinanza; adesso le autorità avranno un supporto in più poiché se in sede di colloquio gli operatori dei CPI e i navigator dovessero avere la sensazione che la persona percepisca il RdC pur lavorando in nero possono segnalare il fatto alla Guardia di Finanza, la quale a sua volta metterà in atto i controlli necessari per far luce sulla vicenda.
Operatori del CPI e navigator hanno l’obbligo di segnalare queste situazioni; ecco perché durante il colloquio ci potrebbero essere domande orientate a scoprire quali sono le entrate del nucleo familiare così da capire se ce ne sono alcune non dichiarate al momento della richiesta del RdC.
L’attenzione degli operatori dei CPI non riguarda solamente il lavoro nero ma tutte quelle informazioni mendaci che potrebbero aver dato luogo alla corresponsione del reddito di cittadinanza nonostante non se ne avesse realmente il diritto.
Pensiamo ad esempio a due persone che dichiarano di vivere in due residenze separate (percependo così due sostegni per il reddito differenti) ma che nella realtà vivono sotto lo stesso tetto: qualora in sede di colloquio ci dovesse essere il sospetto che ci sia stato un falso cambio di residenza, così da abbassare il reddito e avere diritto al RdC, operatori e CPI saranno obbligati a segnalarlo a chi di dovere, mettendo così in moto la macchina dei controlli.
Quando il CPI toglie il reddito di cittadinanza: mancata presentazione al colloquio e altre inadempienze
Presentarsi all’appuntamento con il centro per l’impiego è molto importante ai fini del mantenimento del reddito di cittadinanza. In caso di mancata presentazione anche di un solo componente del nucleo familiare (assenza che il CPI è obbligato a segnalare) si applicano nei confronti dell’intera famiglia beneficiaria del RdC le seguenti sanzioni:
- 1ª assenza: decurtazione di una mensilità del beneficio;
- 2ª assenza: decurtazione di due mensilità del beneficio;
- 3ª assenza: decadenza del beneficio.
Anche il rifiuto alla sottoscrizione del Patto per il Lavoro (tranne nel caso in cui si tratti di soggetti esonerati) porta alla perdita del RdC su segnalazione del centro per l’impiego.
Sanzioni che portano alla perdita del beneficio, su indicazione del CPI, sono anche quelle applicate a coloro che non si presentano alle iniziative di orientamento: in tal caso, il RdC decade già dopo la seconda assenza.
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