Reddito di cittadinanza da restituire a queste famiglie: l’annuncio del ministero del Lavoro

Simone Micocci

5 Ottobre 2023 - 14:30

Reddito di cittadinanza, gli invalidi civili tra il 45% e il 66% hanno la priorità: entro il 31 ottobre dovranno essere presi in carico dai servizi sociali per la restituzione dell’assegno.

Reddito di cittadinanza da restituire a queste famiglie: l’annuncio del ministero del Lavoro

Come noto, il Reddito di cittadinanza nel 2023 può essere percepito per un massimo di 7 mensilità, con la sola eccezione rappresentata dai nuclei familiari che al loro interno hanno almeno un componente minorenne, over 60 oppure con disabilità, o comunque dai nuclei che sono stati presi in carico dai servizi sociali in quanto non attivabili al lavoro.

A prevederlo la legge di Bilancio 2023, come pure il dl n. 48/2023 (Decreto lavoro) convertito con legge n. 85/2023, che tuttavia hanno lasciato più di qualche dubbio interpretativo specialmente per le famiglie con disabili a carico.

Tant’è che ci sono state famiglie a cui il Reddito di Cittadinanza è stato tolto nonostante la presenza di invalidi civili con una riduzione della capacità lavorativa inferiore rispetto a quella che sembra emergere da una prima lettura del provvedimento.

Tuttavia, dopo un’analisi approfondita il ministero del Lavoro ha ritenuto necessario un passo indietro, ritenendo che sia corretto proseguire con i pagamenti del Reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023 anche per quelle famiglie in cui ci sono persone con una percentuale d’invalidità sufficiente per non essere considerati “occupabili”.

Disabilità e Reddito di cittadinanza, cosa prevede la legge di Bilancio 2023

Come anticipato, la legge di Bilancio 2023 esclude le famiglie con almeno un componente con disabilità dalla platea di coloro a cui il Reddito di cittadinanza viene tolto al termine dell’accredito della settima mensilità dell’anno.

Tuttavia, qui si fa riferimento alla disabilità valida ai fini Isee come riconosciuta dal Dpcm n. 159 del 2013: di fatto una disabilità media, grave e di non autosufficienza, comprendendo così gli invalidi con una riduzione della capacità lavorativa di almeno il 67%.

Va detto però che la normativa sul Reddito di cittadinanza stabilisce che per poter essere esonerati dalla sottoscrizione del Patto per il lavoro, e da tutti gli obblighi che ne derivano, è sufficiente una percentuale d’invalidità molto più bassa. Qui, infatti, si fa riferimento alla disabilità come definita ai sensi della legge n. 68 del 12 marzo 1999, il che significa che a prescindere dall’iscrizione nelle liste di collocamento mirato sono escluse dagli obblighi connessi alla fruizione del RdC anche “le persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e i portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45 per cento.

Il paradosso della stretta al Reddito di cittadinanza

Dal momento però che la legge di Bilancio 2023 sembra limitare l’esclusione dalla stretta del Reddito di cittadinanza solamente ai nuclei con persone invalide almeno al 67%, a partire da luglio l’assegno è stato tolto anche alle famiglie con invalidi con percentuale compresa tra il 45% e il 66%.

Paradossalmente si tratta di persone che la normativa sul Reddito di cittadinanza non ha considerato come “occupabili”, salvo poi includerle nella stretta attuata proprio per penalizzare coloro che pur essendo nella condizione di lavorare hanno preferito fare affidamento sul sostegno di Stato.

La correzione del ministero del Lavoro

È stato quindi necessario un intervento del ministero del Lavoro che con la nota n. 13254/2023 estende la platea degli invalidi civili che hanno diritto al Reddito di cittadinanza per tutto il 2023 indipendentemente dal numero delle mensilità godute (resta però salvo il limite dei 18 mesi continuativi). Nel dettaglio, questa possibilità viene riconosciuta anche in favore dei nuclei familiari con componenti invalidi con percentuale compresa tra i 45% e il 66%.

Cosa serve per la restituzione del Reddito di cittadinanza

La riattivazione del Reddito di cittadinanza per questi nuclei familiari non sarà però automatica: il ministero del Lavoro, infatti, stabilisce che la prosecuzione sarà solamente in favore di coloro che risulteranno presi in carico dai servizi sociali entro il 31 ottobre 2023 in quanto non “attivabili al lavoro.

Di conseguenza, tutti i nuclei beneficiari i Rdc il cui stato risulta essere “sospeso” e al cui interno sono presenti invalidi con percentuale compresa tra il 45% e il 66%, hanno carattere prioritario: sarà compito dei servizi sociali finalizzare entro la fine del mese l’analisi con esito di “avvenuta presa in carico”, che successivamente dovranno trasmettere all’Inps in modo che possa autorizzare la ripresa dei pagamenti del Reddito di cittadinanza (con tanto di mensilità arretrate non percepite nel periodo di sospensione).

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