Reddito di cittadinanza sospeso o importo ridotto nel 2023. Ecco per chi

Simone Micocci

10 Novembre 2022 - 11:49

Reddito di cittadinanza a rischio tagli nel 2023. La Lega chiede una stretta, ecco cosa potrebbe cambiare.

Reddito di cittadinanza sospeso o importo ridotto nel 2023. Ecco per chi

Nel 2023 potrebbero esserci tagli al reddito di cittadinanza, o persino la sospensione dei pagamenti.

In realtà per alcuni nuclei familiari la riduzione dell’importo percepito, oppure la sospensione della misura, è certa, in quanto prevista dalla normativa vigente, mentre per altri bisogna attendere ulteriori sviluppi in merito alle discussioni che la maggioranza sta tenendo riguardo al come riformare il reddito di cittadinanza.

In particolare, dalla Lega fanno sapere di essere favorevoli a un taglio dell’importo del reddito di cittadinanza, ma solo per alcuni beneficiari, così da poter utilizzare le risorse recuperate per la riforma delle pensioni, con la quale dovrebbe essere introdotta una nuova quota (102, 103 o 104) con la quale verrà permesso di andare in pensione prima.

Dovrà essere il reddito di cittadinanza, quindi, a finanziare la riforma delle pensioni, almeno secondo quello che è il piano del Carroccio. Ma come? Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon (Lega), ha confermato il reddito di cittadinanza per l’anno venturo, il che potrebbe costare allo Stato circa 10 miliardi di euro per i prossimi 12 mesi. Bisognerà trovare una soluzione per limitare un tale esborso, così che le risorse risparmiate possano essere utilizzate per evitare il ritorno della legge Fornero.

A tal proposito, lo stesso Durigon ha fornito alcune anticipazioni su come si potrebbero recuperare risorse dal reddito di cittadinanza, e una soluzione prevede appunto un taglio dell’importo dopo un certo periodo di percezione della misura.

Reddito di cittadinanza tagliato o sospeso a chi lo prende da molto tempo

Claudio Durigon, sottosegretario al ministero del Lavoro, ha fatto riferimento alla Naspi (indennità di disoccupazione) per spiegare qual è il suo piano per il reddito di cittadinanza.

Per l’indennità di disoccupazione, infatti, esiste un sistema di décalage che ne riduce l’importo di un 3% ogni mese, a partire - come da novità introdotta dalla Legge di bilancio 2022 - dal 6° mese di fruizione. Tale meccanismo riduce la Naspi nel tempo, rendendola sempre meno conveniente per il disoccupato che quindi ha tutto l’interesse nell’accelerare la ricerca di un nuovo lavoro.

Non è invece così per il reddito di cittadinanza, il cui importo resta stabile nel tempo (salvo essere ricalcolato ogni anno tenendo conto dei redditi aggiornati).

Tuttavia, la Lega non esclude che quanto fatto per la Naspi possa essere ripetuto per il reddito di cittadinanza.

La proposta di Durigon

Secondo il sottosegretario al Lavoro, è “impensabile” riconoscere per sempre il reddito di cittadinanza. D’altronde è vero che si può percepire per un massimo di 18 mesi continuativi, ma lo è altrettanto che subito dopo la scadenza si può rinnovare per altre 18 mensilità salvo aspettare appena un mese di sospensione.

Tant’è che grazie a questo sistema oggi ci sono famiglie che hanno superato persino il secondo periodo di percezione, godendo del reddito di cittadinanza da più di 36 mesi.

Il sussidio non può essere a vita”, ha dichiarato Durigon, il quale propone di fissare un termine oltre il quale non si può andare. Una durata massima quindi, che potrebbe essere di 2 anni e mezzo, “calcolati dopo il primo rinnovo”.

Tuttavia, solamente nei primi 18 mesi la famiglia godrebbe del reddito di cittadinanza per intero. Dopodiché, nei 30 mesi successivi il sussidio verrebbe ridotto proporzionalmente, nella misura che il governo ritiene più opportuna.

Cosa succede se la riforma verrà attuata?

I risvolti pratici della riforma Durigon sarebbero diversi. Intanto ci sarebbero conseguenze per tutti coloro che stanno per rinnovare la richiesta del reddito di cittadinanza, visto che per la prima volta verrebbe fissato un limite che non si potrà superare.

Il reddito di cittadinanza, infatti, si potrà godere per un massimo di 48 mesi, il che significa che i rinnovi potranno essere al massimo due mentre il terzo periodo di fruizione potrà avere una durata massima di 12 mesi. Dopodiché i pagamenti del reddito di cittadinanza verrebbero sospesi.

Inoltre, per chi prende il reddito di cittadinanza da più di 18 mesi ci sarebbe una decurtazione dell’importo progressiva, nella misura che verrà individuata dalla riforma.

Ma per il momento siamo nel campo delle ipotesi. L’unica certezza riguarda l’aggiornamento del reddito di cittadinanza percepito da ogni nucleo familiare che come da normativa viene effettuato a inizio anno, con il quale si tiene conto dei dati reddituali aggiornati.

Chi rischia il taglio o la sospensione del reddito di cittadinanza nel 2023

Al netto di ciò che potrebbe cambiare in caso di riforma del reddito di cittadinanza, vi è la certezza che per alcuni beneficiari ci sarà una decurtazione dell’importo, o persino la decadenza.

A inizio anno, entro il 31 gennaio 2023, bisognerà infatti rinnovare l’Isee, con l’Inps che quindi acquisirà i dati reddituali e patrimoniali aggiornati al 2021 (periodo preso come riferimento nell’Isee 2023).

Ciò significa che coloro che tra il 2020 e il 2021 hanno beneficiato di un miglioramento della condizione economica dovranno temere il ricalcolo del reddito di cittadinanza, in quanto da ciò ne scaturirà sicuramente una decurtazione dell’importo.

E nel peggiore dei casi, qualora il miglioramento dovesse essere tale da comportare il superamento delle soglie reddituali e patrimoniali previste, il reddito di cittadinanza verrebbe persino tolto.

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