Reddito di cittadinanza, al via la fase due: ma quanto ci vorrà prima che arrivino le prime offerte di lavoro? Guida alle tempistiche.
Reddito di cittadinanza: è partita la fase due, quella in cui alcuni dei beneficiari della misura sono chiamati per sottoscrivere il Patto per il Lavoro finalizzato alla ricerca di un nuovo impiego.
Un Patto per il Lavoro che darà la possibilità ai percettori del reddito di cittadinanza di beneficiare dell’assegno di ricollocazione con il quale inserirsi in un percorso di ricerca intensiva del lavoro.
La domanda che in molti si fanno in questi giorni è: quanto tempo ci vorrà prima che arrivino le offerte di lavoro? D’altronde, ci sono dei beneficiari che percepiscono il contributo ormai da più di 6 mesi - per i quali ad oggi il reddito di cittadinanza è stata solamente una misura assistenziale - che su questa misura hanno investito tutte le loro speranze di ricerca di un nuovo impiego. C’è chi è stanco di aspettare, visto che il contributo percepito non è assolutamente sufficiente per mantenere tutta la famiglia.
Ma allora quando arriveranno le prime offerte di lavoro? Le notizie che arrivano dai centri per l’impiego non sono positive: specialmente nel Centro-Sud Italia, infatti, non mancano le dichiarazioni di coloro che affermano che sarà molto difficile trovare un impiego a tutti i beneficiari del reddito di cittadinanza vista la mancanza di offerte di lavoro sul territorio.
Come se non bastasse ci sono le tempistiche previste a spaventare i beneficiari del reddito di cittadinanza: visto il tempo necessario per il riconoscimento dell’assegno di ricollocazione e per l’avvio del percorso di ricerca intensiva di una nuova occupazione, per l’arrivo delle prime offerte di lavoro potrebbero volerci almeno altri tre mesi.
Reddito di cittadinanza: dopo quanto i beneficiari troveranno un lavoro?
Mettendo per un attimo da parte le difficoltà - spiegate dagli operatori dei centri per l’impiego italiani - nel trovare le offerte di lavoro, vediamo quanto tempo potrebbe passare dalla sottoscrizione del Patto per il lavoro all’individuazione di un’occupazione per i beneficiari del RdC.
Come anticipato il passo successivo alla firma del Patto per il lavoro è quello che porta al riconoscimento da parte di Anpal dell’assegno di ricollocazione. Le tempistiche prevedono che questo arrivi entro circa 30 giorni dalla firma del patto; il problema è che ad oggi i centri per l’impiego non hanno ancora cominciato ad inviare i documenti sottoscritti durante gli incontri con i beneficiari, quindi al momento è non ancora partito il cronometro.
Dopo l’arrivo dell’assegno di ricollocazione, poi, il beneficiario avrà altri 30 giorni di tempo per scegliere dove “spenderlo”: potrà farlo presso un qualsiasi centro per l’impiego, oppure dovrà farsi affiancare da un ente privato accreditato. E qui c’è il secondo problema: i centri per l’impiego non dispongono ancora dell’elenco degli enti accreditati.
Tra riconoscimento dell’assegno di ricollocazione e avvio del piano di ricerca intensiva di un lavoro, quindi, potrebbero volerci ancora dai 2 ai 3 mesi di tempo. Il percorso che porterà alla ricerca di un nuovo lavoro con il supporto dell’ente intermediario scelto ha poi una durata massima di 6 mesi, prorogabili per altri 6 mesi: insomma, per tutto il processo - che non è neppure detto che porterà alla ricollocazione del beneficiario del RdC - potrebbe volerci anche un anno di tempo.
Ovviamente i problemi sopra elencati sono normali in questa fase iniziale: dal Governo hanno più volte spiegato che il RdC va perfezionato e che solo una volta che la misura sarà a regime si potrà trarre un bilancio definitivo.
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