“Reddito di cittadinanza, aumenti in busta paga e Superbonus: ecco come cambieranno”: l’intervista a Walter Rizzetto (Fdi)

Stefano Rizzuti

29 Settembre 2022 - 17:47

Dalle modifiche al reddito di cittadinanza al taglio del cuneo fiscale, dal Superbonus allo stralcio delle cartelle: cosa potrebbe cambiare con il nuovo governo. L’intervista a Walter Rizzetto (Fdi).

“Reddito di cittadinanza, aumenti in busta paga e Superbonus: ecco come cambieranno”: l’intervista a Walter Rizzetto (Fdi)

La vittoria elettorale del centrodestra spiana la strada di Palazzo Chigi a Giorgia Meloni e a Fratelli d’Italia. Ma apre anche un percorso in salita in vista della prossima legge di Bilancio, che richiede una serie di interventi urgenti e con poche risorse a disposizione. Walter Rizzetto, rieletto deputato alle elezioni politiche del 25 settembre, spiega in un’intervista a Money.it quali sono i piani del suo partito su varie tematiche economiche, a partire dal reddito di cittadinanza.

Innanzitutto, sottolinea il deputato di Fdi, bisogna garantire una vita dignitosa a chi è inabile a lavorare, con un importo mensile superiore a 500-600 euro. Il reddito, comunque, va rimodulato secondo Rizzetto, soprattutto aiutando le imprese ad assumere. Inoltre è probabile una modifica del Superbonus, che potrebbe scendere rispetto all’attuale 110%, così come il deputato di Fdi si augura che si riesca ad ampliare già dal 2023 il taglio del cuneo fiscale.

Come cambierà il reddito di cittadinanza?

Come è sempre stato detto da Fratelli d’Italia, per gli inabili al lavoro esisterà ancora una misura di sussidio e guai se non ci fosse, anche rimodulandola, dando una possibilità di vita dignitosa a queste persone. Va rimodulato sicuramente, ma non a scapito di nessuno, ma in favore dei posti di lavoro. Sarà un passaggio progressivo rispetto a misure che andranno verso chi crea posti di lavoro, cioè le imprese, per dare la possibilità di assumere in modo strutturale. Sarà un passaggio secondo me indolore nei confronti di persone che non possono vivere per sempre di assistenza. Dopodiché, prima di dire se già in legge di stabilità ci saranno modifiche o meno dobbiamo capire, dobbiamo insediarci, fare bene i conti. Con grande responsabilità diciamo prima formiamo il governo e poi valuteranno i ministeri e le commissioni competenti.

Fdi si batte contro i cosiddetti furbetti che ricevono il reddito di cittadinanza: come pensate di riuscire a risolvere il problema attraverso i controlli?

Rispondo con una mezza battuta: stiamo andando a cercare i batteri su Marte, penso che un sistema informatico con l’incrocio dei dati si possa applicare in modo molto serio. Quando parlo di verifiche e controlli lo dico non solo per il reddito, ma anche per l’ispettorato nazionale del lavoro, rispetto a chi applica male i contratti, chi non segue i protocolli di sicurezza. Per quanto riguarda il reddito, penso che si possa applicare un controllo molto più severo per evitare uno sperpero di denaro pubblico.

Un aumento dell’importo del reddito di cittadinanza è davvero possibile?

Ci sono due casi, la terza via non è data. Per coloro che lo rinnovano e sono inabili al lavoro è evidente che non possono vivere con 500-600 euro. Invece le persone abili al lavoro è chiaro che non possono vivere con 600 euro al mese. Capisco che sia stata una parentesi laddove certe persone hanno messo veramente qualcosa sul tavolo da mangiare, ma credo che ora serva sviluppare dei posti di lavoro nel nostro Paese. Con il reddito non puoi aprire un mutuo per comprare casa, con un lavoro sì.

Quali potrebbero essere i tempi per applicare davvero questa riforma del reddito di cittadinanza?

Faccio una premessa: nei paesi laddove è applicato bene è una misura temporanea, nei paesi con una disoccupazione normale, fisiologica, al 4-5% si applica per circa qualche mese. Come prevedeva anche la stessa stesura iniziale del reddito. Ma con una disoccupazione ai massimi livelli, serviva altro, servono posti di lavoro. Secondo me, per le tempistiche, nel giro di qualche mese dovrebbe essere messo a regime. Se già in legge di stabilità ci dovesse essere un’applicazione della riduzione del cuneo fiscale, quindi un aiuto indubbio alle imprese, ecco che con la ripresa la scia del reddito andrà progressivamente a esaurirsi.

Pensate di riuscire ad ampliare il taglio del cuneo fiscale per il 2023?

Io mi auguro di sì, ma questo lo deciderà il prossimo Consiglio dei ministri, ma siamo in una fase preliminare: potrei dare qualsiasi risposta ma rischia di non essere giusta.

Il nuovo governo introdurrà uno stralcio delle cartelle? È una misura necessaria per reperire le risorse necessarie per la manovra?

Potrebbe essere una delle misure, anche se non uno stralcio a 360 gradi rispetto alle cartelle, servirebbe per far rientrare denaro per le casse dello Stato. Prima di tutto questo, comunque, serve far pagare un po’ meno di tasse.

Per la legge di Bilancio servono almeno 40 miliardi solo per gli interventi urgenti: dove trovare le risorse?

Penso che la politica, sotto questo punto di vista, debba interrogarsi rispetto a dei moltiplicatori economici. Si guarda spesso alle coperture economiche, ma poco spesso ai moltiplicatori. Per esempio, se fossero state applicate meglio le misure di controllo sul Superbonus oggi avremmo qualche miliardo a disposizione per fare dell’altro, quindi anche politiche lungimiranti per fisco, assunzioni ed ecco che si potrebbe comunque creare un moltiplicatore che nei mesi ci darebbe qualche risorsa in più. Inizialmente servirà trovare risorse e lo faremo.

A proposito di Superbonus, ci sarà un taglio a questa misura?

È una misura che ha creato un buon indotto in termini di lavoro, è stata applicata forse in un modo poco corretto. Sotto quel punto di vista suggerii all’allora governo di applicare delle misure che potessero corrispondere a una misura inferiore al 110%, tipo il 65%, per portarlo avanti per molti più anni e anche per contrastare le speculazioni. Potrebbe essere questa una delle soluzioni.

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