Reddito di cittadinanza, la ministra del Lavoro, Marina Calderone, parla della riforma: il governo è vicino a una soluzione, più tutele per le famiglie con figli.
Qualche settimana fa la riforma del Reddito di cittadinanza sembrava essere in dirittura d’arrivo. La bozza del provvedimento c’era, così come i dettagli sul funzionamento della nuova Misura d’inclusione attiva: mancava solo il via libera del ministero dell’Economia e poi, come confermato dalla viceministra al Lavoro Maria Teresa Bellucci, la riforma sarebbe dovuta arrivare, entro la fine di marzo, al tavolo del Consiglio dei ministri per l’approvazione finale.
Tuttavia, la riforma sembra essersi arenata visto che da giorni non se ne hanno notizie: dal governo fanno sapere che la bozza circolata nelle scorse settimane è già stata superata, ma non ci sono ancora dettagli su come è cambiata la Misura d’inclusione attiva (non è detto che si chiamerà ancora così tra l’altro) come pure se ci sarà o meno un trattamento di maggior sfavore per gli occupabili oppure se, come già fatto con la legge di Bilancio 2023, si guarderà perlopiù alla composizione del nucleo familiare.
A rompere gli indugi è stata la ministra del Lavoro, Marina Calderone, che a margine della presentazione dell’indagine condotta da Save The Children sul lavoro minorile ha fatto chiarezza sullo stato della riforma del Reddito.
Reddito di cittadinanza, tutto pronto per la riforma
Il governo in queste settimane non si è fermato: ha continuato a lavorare sulla riforma del Reddito di cittadinanza modificando diversi aspetti della prima bozza.
A tal proposito, Calderone ha confermato di “essere a buon punto”, molto avanti nel definire cosa ci sarà dopo il Reddito di cittadinanza. Per questo motivo, ha aggiunto, “credo che presto ci saranno notizie a riguardo”.
La ministra spiega il perché delle ultime decisioni del governo
Vi abbiamo già raccontato delle difficoltà del governo di colpire gli occupabili, ossia coloro che pur essendo nella condizione di poter lavorare preferiscono appoggiarsi sulla possibilità di godere di un sostegno economico a carico dello Stato.
Persone che il governo vorrebbe colpire ma su cui a oggi non ha ancora trovato un modo efficace per farlo. Come ricorda Calderone, con la legge di Bilancio 2023 sono stati individuati due percorsi differenti, “uno per quanto riguarda gli occupabili e uno per quelle famiglie e soggetti fragili che hanno necessità di un accompagnamento fatto con misure di inclusione sociale”.
Tuttavia, come noi stessi abbiamo contestato, sembra ci sia un trattamento di maggior favore per gli occupabili con figli a carico, visto ad esempio che questi sono stati esclusi dalla stretta che verrà effettuata quest’anno al termine del settimo mese di percezione.
Tuttavia, spiega Calderone, per il governo Meloni sono “prioritari tutti gli interventi per quei nuclei familiari che hanno all’interno dei minori su cui dispieghiamo tutte le nostre energie e azioni perché i genitori non rimangano soli”, confermando di fatto che nei confronti delle famiglie con figli ci sarà una maggior tutela.
Cosa sappiamo sul nuovo Reddito di cittadinanza
Per quanto riguarda il futuro Calderone ha confermato che ci saranno interventi mirati a sostenere i nuclei familiari in condizioni di fragilità. Allo stesso tempo “speriamo in tempi brevissimi” ci saranno degli interventi di accompagnamento al lavoro. Strumenti di politica attiva per coloro che sono nella condizione di poter lavorare, con percorsi di formazione ad hoc e opportunità per entrare nel mondo del lavoro.
D’altronde, ritiene Calderone che le tante opportunità di lavoro disponibili sul mercato confermano che possibilità di reinserimento ci sono. Tuttavia, le aziende hanno difficoltà nel trovare lavoratori, il che conferma l’importanza di puntare con attenzione alla formazione: bisognerà, infatti, creare una forza lavoro che sia “rispondente alle esigenze delle imprese e ai fenomeni di transizione del mondo del lavoro in atto”.
Quindi, una Misura d’inclusione che così come il Reddito di cittadinanza prevede una politica attiva a cui dovranno prendere parte i percettori che sono nella condizione di poter andare a lavoro. Questa volta però si spera che il risultato raggiunto sia differente e a tal proposito il governo intende puntare anche sul supporto dei servizi privati per il lavoro.
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