Reddito di cittadinanza: c’è allerta per il taglio annunciato sulla ricarica in pagamento ad aprile. Ma chi deve preoccuparsi davvero? A quanto potrebbe ammontare il taglio? Facciamo chiarezza.
Il reddito di cittadinanza pagato ad aprile 2022 verrà tagliato: non per tutti, ma c’è una platea significativa di beneficiari che rischia di ricevere, d’ora in avanti, una ricarica di molto inferiore a quella erogata nei mesi scorsi.
A darne comunicazione è stato l’Inps, facendo chiarezza su quali sono i nuclei interessati dal taglio. Un messaggio sufficiente per far scattare il panico tra i beneficiari del reddito di cittadinanza, i quali temono di ricevere brutte sorprese con la ricarica in arrivo questo mese.
In particolare, ci si chiede a quanto potrebbe ammontare il taglio e se c’è il rischio di ritrovarsi con un importo vicino allo zero. Ovviamente non c’è una risposta uguale per tutti visto che ogni situazione è a sé: ci saranno famiglie, ad esempio, che non se ne devono preoccupare, mentre altre che rischiano di perdere anche centinaia di euro dalla ricarica mensile.
Tuttavia, capendo quali sono i motivi che hanno portato al ricalcolo - e al taglio - del reddito di cittadinanza, è possibile farsi un’idea di quella che potrebbe essere la misura della decurtazione.
Perché il reddito di cittadinanza verrà tagliato ad aprile
Come noto ai più, l’importo del reddito di cittadinanza viene calcolato tenendo conto del reddito percepito dal nucleo familiare. Più il reddito familiare è alto, dunque, e più l’integrazione riconosciuta a titolo di reddito di cittadinanza è bassa, e viceversa.
Nel calcolare il reddito familiare, tuttavia, fino al 31 dicembre 2021 l’Inps non ha tenuto conto di alcune voci, quali:
- maggiorazioni spettanti sui trattamenti assistenziali e previdenziali;
- quattordicesima mensilità erogata dall’Inps su trattamenti assistenziali e previdenziali (da non confondere con la quattordicesima da lavoro dipendente).
Ciò, tuttavia, è cambiato dal 1° gennaio 2022, con le suddette voci che entrano a tutti gli effetti nel calcolo del reddito familiare, contribuendo dunque a quantificare l’importo del reddito di cittadinanza. È inevitabile, quindi, che coloro che hanno beneficiato delle suddette prestazioni avranno un reddito familiare più alto rispetto a quello fino allo scorso anno considerato, e di conseguenza anche l’importo del reddito di cittadinanza si riduce.
In particolare, la prima mensilità calcolata con le nuove regole doveva essere quella in pagamento a febbraio (che appunto fa riferimento al periodo che va dal 1° al 31 gennaio), tuttavia per una serie di problematiche l’Inps non è riuscito ad effettuare il ricalcolo per tutti. Ragion per cui, tutto è stato rinviato alla ricarica in pagamento ad aprile (e riferita a marzo), con la quale verrà anche effettuato un conguaglio per il recupero delle somme indebitamente erogate.
Reddito di cittadinanza di aprile 2022: come calcolare il taglio
Per farsi un’idea del taglio bisognerà considerare se all’interno del nucleo familiare ci sono dei componenti che percepiscono una o più maggiorazioni sulla pensione, o che comunque hanno goduto della quattordicesima.
A tal proposito, ricordiamo che rientrano tra le maggiorazioni i seguenti strumenti:
- maggiorazione sulle pensioni (articolo 1 della legge 544/1988) pari a 25,83 euro al mese tra i 60 e i 64 anni, a 82,64 euro tra i 65 e i 69 anni, e 136,44 euro sopra i 70 anni (ma per chi percepisce la quattordicesima l’importo scende a 124,44 euro;
- incremento al milione, con cui la pensione viene aumentata fino al “milione delle vecchie lire” per chi soddisfa determinate condizioni.
A queste si aggiunge poi la quattordicesima, in pagamento a luglio, d’importo che va dai 655 ai 336 euro a seconda dei casi.
L’importo percepito da tali emolumenti si andrà così ad aggiungere nel reddito familiare, il quale inevitabilmente aumenterà. Ma come questo aumento si ripercuote sull’importo del reddito di cittadinanza? Ricordiamo che la formula per il calcolo dell’importo è la seguente:
Reddito massimo percepibile* - reddito familiare
*Questo varia in base al numero di componenti del nucleo familiare, applicando il cosiddetto parametro di scala di equivalenza.
Prendiamo come esempio una persona sola, per la quale la quota massima di reddito di cittadinanza è pari a 6.000 euro l’anno (più eventuali rimborsi per le spese di affitto o mutuo). Questa ha un reddito di 3.000 euro e quindi avrà diritto a un’integrazione annua di 3.000 euro. Ma se a questo reddito si aggiungono altre voci, come può essere la quattordicesima percepita su un trattamento assistenziale, allora il reddito di cittadinanza si andrà inevitabilmente a ridurre.
Pensiamo ad esempio che per effetto di maggiorazioni e quattordicesima il suo reddito sale a 5.000 euro: in questo caso l’importo annuo del reddito di cittadinanza scenderebbe a 1.000 euro.
Dunque, più cresce l’uno e più si riduce l’altro: da questo non si scappa. E se fino allo scorso anno maggiorazioni sociali e quattordicesima erano interamente cumulabili con il reddito di cittadinanza, dal 2022 non sarà più così con la conseguenza che per molte famiglie l’importo della ricarica diminuirà. E tra queste ci sono anche coloro che dal 2020 hanno goduto dell’aumento della pensione d’invalidità grazie all’estensione del diritto all’incremento al milione.
Reddito di cittadinanza: come verrà effettuato il conguaglio?
Ed è bene ricordare che oltre al ricalcolo ci sarà anche il recupero delle somme indebitamente erogate nei mesi scorsi. Ma non c’è da preoccuparsi di ricevere un reddito di cittadinanza pari a zero, visto che l’Inps ha spiegato che il debito verrà rateizzato (non verrà quindi tolto tutto dalla ricarica di marzo) con l’obiettivo di garantire comunque un importo minimo - non specificato - nel caso di conguagli negativi superiori all’importo della rata stessa.
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