Controlli fiscali, ritorna il redditometro: verifiche su spese e risparmi

Rosaria Imparato

11/06/2021

Torna in auge il redditometro per la lotta all’evasione: nel mirino spese e risparmi dal 2016. Vediamo cosa prevede lo schema di decreto del MEF, che ha avviato la consultazione pubblica per le nuove regole sui controlli fiscali.

Controlli fiscali, ritorna il redditometro: verifiche su spese e risparmi

Lotta all’evasione e controlli fiscali, rispunta a sorpresa il redditometro: il Dipartimento delle Finanze ha avviato la consultazione pubblica per le nuove regole sulle verifiche.

Nel mirino del Fisco ci sono spese e risparmi a partire dal 2016: l’obiettivo è quello di ricostruire la capacità contributiva reale del contribuente. Vediamo come prevede lo schema di decreto e quali sono le spese che l’Agenzia delle Entrate terrà sotto controllo.

Redditometro con nuove regole, controlli fiscali su spese e risparmi dal 2016

Il Dipartimento delle Finanze nella giornata del 10 giugno del MEF ha sottoposto a pubblica consultazione lo schema di decreto diretto a individuare il contenuto induttivo degli elementi indicativi di capacità contributiva, finalizzato alla determinazione sintetica dei redditi delle persone fisiche relativi agli anni d’imposta dal 2016: appunto, il cosiddetto redditometro.

La norma prevede che il MEF, sentiti l’ISTAT e le associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori, individui tramite decreto da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale con periodicità biennale, gli elementi indicativi di capacità contributiva.

Per farlo, si porta avanti l’analisi di campioni significativi di contribuenti, differenziati in base a elementi come il nucleo familiare e l’area geografica di appartenenza.

La consultazione terminerà il 15 luglio 2021.

Redditometro, lente di ingrandimento su quali spese?

Lo scopo del redditometro è quindi quello di fotografare la reale capacità contributiva, così da far scattare i controlli solo in presenza di uno scostamento del 20% tra quanto dichiarato e redditi ricostruiti.

L’Agenzia delle Entrate controllerà vari tipi di spesa:

  • generi alimentari, bevande;
  • abbigliamento e calzature;
  • abitazione;
  • combustibili ed energia;
  • mobili, elettrodomestici e servizi per la casa;
  • sanità;
  • trasporti;
  • comunicazioni;
  • istruzione;
  • tempo libero, cultura e giochi;
  • investimenti immobiliari e mobiliari;
  • spese per trasferimenti;
  • altri beni e servizi.

In questo modo, sfruttando le potenzialità della Superanagrafe (un database costituito dai dati sia dell’Agenzia delle Entrate che dalla Guardia di Finanza), con i controlli su determinati punti chiave:

  • il saldo a inizio e fine anno;
  • la somma dei movimenti in entrata;
  • la somma dei movimenti in uscita;
  • la giacenza media.

Con questi dati alla mano, l’Agenzia delle Entrate dovrebbe essere in grado d’individuare i redditi da lavoro in nero, anche se non sono stati spesi.

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