Regime forfettario, più tasse per le partite IVA: per bonus e agevolazioni in dichiarazione dei redditi 2021 le somme assoggettate alla flat tax si sommano a quelle da lavoro dipendente e pensione.
Regime forfettario, dichiarazione dei redditi 2021 dal sapore amaro. Aumentano le tasse dovute, per effetto del taglio a bonus e detrazioni.
La novità riguarda i titolari di partita IVA in regime forfettario che percepiscono anche redditi assoggettati ad IRPEF, come quelli da lavoro dipendente o pensione. Per determinare il diritto a bonus o detrazioni fiscali, bisognerà sommare tutti i redditi percepiti.
Si tratta di una delle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2020, in vigore dallo scorso anno e che mostrerà i suoi effetti nella dichiarazione dei redditi 2021.
Regime forfettario, più tasse per le partite IVA: taglio a bonus e detrazioni in dichiarazione dei redditi 2021
Il reddito sul quale si applica il regime forfettario rileva sempre per la determinazione dei requisiti reddituali richiesti da deduzioni, detrazioni o altri benefici, anche se di natura non tributaria.
È questa la norma, introdotta dalla Legge di Bilancio 2020, che comporta un aumento delle tasse dovute dai titolari di partita IVA che, oltre al reddito assoggettato alla flat tax, possiedono altri redditi assoggettati ad IRPEF.
Si ricorda che in linea generale i forfettari non accedono ai bonus IRPEF, essendo soggetti ad una tassazione sostitutiva. Si acquisice il diritto a beneficiarne quando invece si percepiscono anche redditi derivanti da attività di lavoro dipendente o da pensione e assimilati per i quali si paga l’IRPEF.
Se in precedenza il reddito da forfettario non era rilevante per l’accesso a bonus e detrazioni (fatta eccezione di quelle per i familiari a carico), ora - con effetto dalla dichiarazione dei redditi 2021 - il contribuente sarà tenuto a cumulare le varie entrate.
A titolo di esempio, potrebbero venir meno o essere ridotte le detrazioni per lavoro dipendente spettanti, così come il bonus IRPEF, da restituire dopo la presentazione della dichiarazione dei redditi 2021.
Bonus e detrazioni in dichiarazione: redditi da forfettario, lavoro dipendente e pensioni sono tutt’uno
Per capire la portata pratica della novità, al debutto in dichiarazione dei redditi 2021, è bene fare qualche esempio.
Partiamo dal bonus IRPEF, il credito da 80 e 100 euro erogato in busta paga ai dipendenti con determinati limiti di reddito.
Considerando i limiti previsti fino al 30 giugno 2020, il credito IRPEF spetta ai contribuenti con redditi non superiori alla soglia di 24.600 euro. Superato tale limite, e fino a 26.600 euro, il bonus riconosciuto non è più pari a 80 euro mensili ma decresce all’aumentare del reddito.
Se un titolare di partita IVA in regime forfettario ha percepito redditi pari a 15.000 euro per l’attività di lavoro autonomo e di 15.000 euro per un’attività di lavoro dipendente, la somma dei redditi porta all’obbligo di restituzione integrale del credito IRPEF erogato in busta paga, avendo superato la soglia limite per il diritto all’agevolazione.
Si può fare un secondo esempio guardando ad una delle detrazioni fiscali riconosciute sulla base di determinati parametri di reddito. Il rimborso per le spese d’affitto dell’abitazione principale in dichiarazione dei redditi 2021 spetta per un importo pari a:
- 300 euro se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro;
- 150 euro se il reddito complessivo è compreso tra 15.493,72 e 30987,41 euro.
Prendendo come casistica sempre quella di cui sopra, il contribuente con reddito da regime forfettario e da lavoro dipendente pari a 30.000 euro complessivi avrebbe diritto ad una detrazione pari a 150 euro, e non 300.
L’effetto della novità operativa in dichiarazione dei redditi 2021 è ancor più rilevante se prendiamo ad esempio le detrazioni per lavoro dipendente.
Se fino al 2019, il forfettario percettore di redditi da lavoro dipendente pari a 15.000 euro aveva diritto ad uno sconto sulle tasse pari a 1.564 euro, nel 2020 tale importo calerà drasticamente, e sarà pari a 906 euro considerando il totale dei redditi percepiti, pari a 30.000 euro.
Ecco quindi che aumenterà l’importo delle tasse dovute, diminuendo di conseguenza i vantaggi della “doppia attività” per chi è titolare di partita IVA in regime forfettario e percepisce anche redditi assoggettati ad IRPEF.
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