Regionalizzazione della scuola si farà, lo dice il MIUR: cosa cambia per concorsi e stipendi

Simone Micocci

08/07/2019

Il Ministro dell’Istruzione punta sulla regionalizzazione della Scuola: “Convinceremo i sindacati, sì ad un accordo con il Movimento 5 Stelle”. Ecco cosa potrebbe cambiare per insegnanti e ATA.

Regionalizzazione della scuola si farà, lo dice il MIUR: cosa cambia per concorsi e stipendi

La regionalizzazione della scuola si farà: a darne conferma è il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, il quale si è detto sicuro di riuscire a convincere i sindacati della bontà del progetto.

Un progetto sul quale potrebbe esserci lo strappo tra Lega e Movimento 5 Stelle poiché quest’ultimi - come confermato dall’onorevole Azzolina prima e dalla senatrice Granato poi - non sembrano essere favorevoli alla regionalizzazione della Scuola.

Secondo quanto dichiarato dal Ministro Bussetti, però, non è vero che il Movimento 5 Stelle è contrario su tutta la linea; quindi, le possibilità di trovare un accordo condiviso ci sono e non è detto che ci sarà rottura tra le due compagini.

Con l’occasione il Ministro dell’Istruzione ha fatto chiarezza su quali saranno i modelli di riferimento per la regionalizzazione della scuola: si guarderà a Trentino e Valle d’Aosta, Regioni a statuto speciale alle quali l’articolo 116 della Costituzione riconosce forme e condizioni particolari di autonomia.

In attesa di novità e di scoprire quale potrebbe essere la posizione dei sindacati (i quali, secondo la Granato, potrebbero cedere in cambio dei PAS) vediamo cosa potrebbe cambiare in caso di regionalizzazione della scuola, in particolare per insegnanti e ATA.

Regionalizzazione della scuola: cosa cambia per insegnanti e ATA

Nel caso di via libera al progetto di regionalizzazione della scuola verrebbe data la possibilità alle Regioni di differenziare l’organizzazione didattica, in particolare per quel che riguarda programmazione, offerta formativa e percorsi di alternanza scuola-lavoro.

Ad esempio, tra le novità potrebbe esserci quella che concede alla singola Regione la facoltà di decidere - in maniera del tutto autonoma - quanti fondi assegnare alle scuole paritarie; con la regionalizzazione della scuola, infatti, le singole Regioni potrebbero decidere di far propri - decidendo così come meglio utilizzarli - i fondi statali per il diritto allo studio così come quelli utili al riconoscimento del trattamento economico del personale scolastico.

In caso di via libera al progetto di regionalizzazione, quindi, verrà data alle singole Regioni la competenza in materia d’istruzione, mentre lo Stato continuerebbe ad individuare le norme generali che ognuna di queste dovrà seguire.

La novità per insegnanti e ATA è chiara: le assunzioni non saranno più effettuate tramite concorsi su base nazionale, ma regionale. Una novità che non preoccupa assolutamente il Ministro dell’Istruzione il quale ha dichiarato di “non vedere il problema per i bandi regionali”.

Secondo Bussetti, infatti, è vero che in seguito alla regionalizzazione i concorsi diverrebbero di competenza di ogni regione, ma bisogna ricordare che i bandi regionali sarebbero una “mera riproduzione dei bandi nazionali”. Non ci sarebbero quindi percorsi agevolati per diventare insegnanti - o per essere assunti nel personale ATA - visto che ogni Regione dovrà attenersi alle norme generali fissate dallo Stato.

Con la regionalizzazione dei concorsi anche le graduatorie diventerebbero regionali: questo garantirà agli insegnanti, ma anche agli ATA, di concorrere solamente per i posti vacanti nella Regione d’interesse.

Non è ancora chiaro, invece, cosa avverrà sul piano delle retribuzioni: nel progetto della Valle D’Aosta, ad esempio, si legge che bisognerà “definire un relativo statuto giuridico ed economico” per il personale della scuola, lasciando intendere che sarebbe la Regione a decidere sullo stipendio (in base alle risorse a disposizione). Discorso differente per il progetto di regionalizzazione appena presentato dal Friuli Venezia Giulia, nel quale invece l’erogazione degli stipendi - nonché la quantificazione degli importi - resterebbe di competenza statale.

Per saperne di più potrebbero essere determinanti le prossime ore: come spiegato da Bussetti, infatti, nella giornata di oggi si cercherà di sciogliere gli ultimi nodi con il Movimento 5 Stelle, così da arrivare ad un progetto di regionalizzazione che sia condiviso da entrambe le parti.

Movimento 5 Stelle: ecco perché i sindacati potrebbero cedere sulla regionalizzazione

Ad oggi, però, sembra difficile - nonostante le rassicurazioni di Bussetti - arrivare ad un accordo tra Lega e Movimento 5 Stelle visto che quest’ultimi appaiono particolarmente contrari al progetto della regionalizzazione della scuola.

A tal proposito la senatrice Granato ha fatto appello agli insegnanti affinché questi possano mobilitarsi contro il Governo per far capire “a Conte e a Di Maio che la scuola non è fatta solo di alcuni docenti che non vogliono affrontare un concorso pubblico, ma ci sono 800.000 insegnanti in cattedra che dicono ’NO’ alla regionalizzazione”.

Secondo la Granato la colpa della regionalizzazione potrebbe essere degli stessi docenti, i quali sono colpevoli di non aver preteso inflessibilità da parte dei propri rappresentanti su questa questione; sembra infatti, che la regionalizzazione sarà usata dai sindacati come “merce di scambio” per arrivare alla definizione dei PAS, i nuovi percorsi abilitanti per gli insegnanti precari. E aggiunge: “Se in cambio dei PAS i sindacati chiudono un occhio su tutto il resto, noi del Movimento 5 Stelle non abbiamo modo per contrastare la regionalizzazione”.

Sei contrario alla regionalizzazione della scuola e vuoi sapere come fermare il progetto? Clicca qui per saperne di più.

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