L’impennata di contagi non accenna a placarsi e diverse regioni potrebbero passare in zona arancione. Scatta anche il rischio lockdown, ecco dove.
L’impennata di contagi da Covid-19 in Italia non accenna a placarsi. Nel bollettino di ieri, 9 gennaio, sono stati registrati 155.659 nuovi casi di coronavirus a fronte di 993.201 tamponi. Secondo i dati del ministero della Salute, le vittime nelle ultime 24 ore sono state 157. Il tasso di positività è al 15,7%.
Da oggi, 10 gennaio, le regioni e province autonome in zona gialla sono 15 (Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, province autonome di Trento e Bolzano, Marche, Lazio, Calabria, Sicilia, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo e Valle d’Aosta). Ma i dati dei ricoveri preoccupano e c’è il rischio che dalla prossima settimana diverse regioni passino in zona arancione. Non solo. Una regione rischia il lockdown. Entriamo nel dettaglio.
Le regioni in zona gialla e arancione da lunedì 17 gennaio
Da oggi, 10 gennaio, quasi tutta Italia è in zona gialla. Le uniche regioni a essere rimaste in zona bianca sono Molise, Puglia, Sardegna, Basilicata, Umbria e Campania. Ma da lunedì 17 gennaio la situazione potrebbe cambiare. I contagi non accennano a placarsi e mezza Italia potrebbe finire in arancione.
Per entrare in zona arancione, il tasso di occupazione delle terapie intensive deve superare il 10%, quello dei reparti ordinari il 15% e l’incidenza deve superare i 150 nuovi casi ogni 100 mila abitanti. In base ai dati Agenas, due regioni (Liguria e Piemonte) hanno già parametri da zona arancione e altre 10 si avvicinano.
- Lombardia: 16% intensive 28% area medica
- Liguria: 21% intensive 36% area medica (dati già da arancione)
- Calabria: 18% intensive 36% area medica
- Marche: 21% intensive 25% area medica
- Piemonte: 23% intensive 30% area medica (dati già da arancione)
- Valle d’Aosta: 18% intensive 45% area medica
- Trento: 29% intensive 20% area medica
- Friuli Venezia Giulia: 21% intensive 27% area medica
- Veneto: 21% intensive 23% area medica
- Lazio: 21% intensive 23% area medica
- Umbria: 15% intensive 30% area medica
- Sicilia: 16% intensive 30% area medica
La prossima settimana, dunque, mezza Italia rischia di passare in zona arancione. In ogni caso, le restrizioni varranno solo per i non vaccinati.
leggi anche
Paura contagi in Italia, l’allarme: «Ci sono due pandemie in corso, ecco cosa può succedere»
Il caso della Sicilia, rischio lockdown?
«Zona arancione-rossa in tutta la Sicilia per 15-21 giorni, didattica a distanza per le scuole di ogni ordine e grado per almeno 15 giorni, tamponi molecolari per accedere alle aree di emergenza degli ospedali». È quanto chiesto dal Comitato tecnico-scientifico regionale all’assessore alla Salute Ruggero Razza. Il Cts siciliano ha suggerito una serie di misure per contenere l’epidemia fuori controllo nell’isola.
Per gli esperti l’unica soluzione è il lockdown. Il mix tra variante Omicron e Delta sta piegando la sanità siciliana, nonostante oltre l’80% della popolazione sia immunizzata. «Ma solo l’1,5% dei vaccinati finisce in ospedale - specificano dal Cts -. Se non ci fossero i non vaccinati, avremmo l’80% in meno di ricoverati in terapia intensiva e il 70% in meno in area medica. Se al contrario fossimo tutti vaccinati, non ci sarebbe pressione in corsia e non sarebbe necessario riconvertire posti letto sottraendoli all’assistenza dei malati non-Covid».
© RIPRODUZIONE RISERVATA