Rendimenti obbligazioni Europa: è il miglior trimestre dal 2019, cosa aspettarsi?

Violetta Silvestri

1 Aprile 2023 - 13:10

I rendimenti dei titoli di Stato dell’Eurozona hanno raggiunto un record dal 2019: cosa aspettarsi e cosa conviene agli investitori nelle obbligazioni. Possedere debito è attraente?

Rendimenti obbligazioni Europa: è il miglior trimestre dal 2019, cosa aspettarsi?

I titoli di Stato dell’area euro hanno registrato il loro trimestre più forte in quasi quattro anni, con le turbolenze del mercato che hanno rinnovato l’appetito per questa classe di attività a lungo evitata dagli investitori. Conviene investire in obbligazioni europee?

L’indice Bloomberg Euro-Aggregate Treasury, che replica i rendimenti totali delle obbligazioni investment grade nella regione, ha mostrato un guadagno del 2,1% nei primi tre mesi del 2023. Sarebbe il miglior rendimento dal 2019, quando la Banca centrale europea ha abbassato i tassi di interesse per l’ultima volta.

Questo è un risultato forte per un trimestre che è stato scosso dal mese più volatile della storia mentre gli investitori stanno ricalibrando le scommesse sull’aumento dei tassi di interesse, nel pieno di un’inaspettata crisi bancaria globale. Anche se nei primi tre mesi dell’anno i titoli del Tesoro Usa sono stati favoriti, i rendimenti dall’altra parte dell’Atlantico erano già stati positivi nel trimestre precedente.

Cosa è successo ai titoli di Stato dell’Eurozona e cosa aspettarsi: investire nel debito conviene?

Titoli di Stato Europa: rendimenti record, cosa aspettarsi? Perché investire in bond

Georgios Leontaris, chief investment officer di HSBC Private Bank Suisse, ha dichiarato in un intervento ripreso da Bloomberg: “Ciò che è stato negativo lo scorso anno in termini di inflazione e rialzi dei tassi sta iniziando a cambiare direzione”. Per questo, ha acquistato titoli di Stato tedeschi da cinque a sette anni insieme a credito societario e prevede di continuare ad acquistarne nei prossimi mesi.

I mercati stanno respingendo gli avvertimenti ufficiali della Bce sull’inflazione persistente, concentrandosi sulla prospettiva di un potenziale allentamento monetario sulla scia delle turbolenze bancarie del mese scorso. Lo sconvolgimento ha stimolato l’idea che le banche centrali sposteranno l’attenzione sulla stabilità finanziaria dall’inflazione.

Gli operatori vedono la Bce alzare il tasso sui depositi di almeno un ulteriore mezzo punto al 3,5%, rispetto a un picco di quasi il 4,2% in meno rispetto a un mese fa, secondo i contratti swap legati alle date delle riunioni politiche. Un primo taglio del tasso di un quarto di punto è previsto entro maggio del prossimo anno, ma alcuni scommettono addirittura che il tasso principale potrebbe tornare allo 0% in quella data.

Possedere titoli di Stato diventa più allettante di fronte alla fine di un ciclo di rialzi dei tassi, dato che, in teoria, una politica meno aggressiva delle banche centrali riduce la pressione sui rendimenti e favorisce, invece, l’aumento del valore del debito (il prezzo delle obbligazioni).

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