La normalizzazione monetaria si fa sentire sul debito “Subzero”: il grafico della settimana

Luca Fiore

12 Febbraio 2022 - 09:00

Con il Treasury decennale sopra il 2% ed il Bund tedesco che guarda allo 0,3%, il mercato obbligazionario si sta adeguando al nuovo scenario monetario. A livello globale, questo movimento rialzista ha drasticamente ridotto lo stock di debito a rendimento negativo.

La normalizzazione monetaria si fa sentire sul debito “Subzero”: il grafico della settimana

Alla luce delle ultime indicazioni arrivate dall’inflazione USA, salita più del previsto a gennaio al 7,5%, c’è circa, stando alle indicazioni fornite dal CME FedWatch Tool, il 90% di probabilità che nel meeting di metà marzo la Federal Reserve alzi il costo del denaro di mezzo punto percentuale.

Quella che fino a qualche mese fa sembrava un’ipotesi remota, di quelle derubricate alla voce “analisti in cerca di visibilità”, ora rappresenta la prima opzione sul tavolo, quella su cui i mercati stanno adeguando i prezzi degli asset.

Fatte le dovute proporzioni, la stessa cosa sta accadendo in Europa: se fino a qualche tempo fa di una prima stretta da parte della Banca Centrale Europea nell’anno corrente era vietato parlare, l’ipotesi è progressivamente salita prima al rango di opzione estrema ed ora di scenario probabile.

Con un indice dei prezzi al consumo al 5,1%, all’interno dell’istituto guidato da Christine Lagarde le pressioni per una stretta iniziano a farsi sentire: la proposta di Klaas Knot, n.1 della banca centrale olandese, di incrementare il costo del denaro nel quarto trimestre 2022 è stata prontamente raccolta dal neo-chairman della BundesBank, Joachim Nagel.

Per il successore di Weidmann con gli attuali livelli di inflazione “il primo passo sarebbe quello di interrompere gli acquisti netti di asset nel 2022, poi, prima della fine dell’anno, si potrebbe alzare il costo del denaro”.

3 mila miliardi di debito non sono più “Subzero”

In questo contesto, le attese di una stretta stanno spingendo al rialzo i rendimenti dei bond: ieri, per la prima volta dall’agosto del 2019, il rendimento del decennale USA si è riportato sopra quota 2%.

Questo movimento rialzista è ovviamente visibile anche in Europa (con 10 sedute consecutive di rendimento in aumento, il 10 anni tedesco ha fatto registrare la striscia di rialzi maggiore degli ultimi 22 anni), e sta ridimensionando uno dei fenomeni che ha caratterizzato gli ultimi anni, quello dei rendimenti negativi delle obbligazioni (si paga per prestare denaro).

Nominale delle obbligazioni con rendimento negativo. Fonte: Bloomberg

Secondo le indicazioni raccolte da Bloomberg, il nominale dei titoli con rendimento in rosso nelle ultime sedute, a livello globale, è sceso di quasi 3 mila miliardi di dollari facendo arretrare il dato complessivo dei bond “Subzero” su livelli che non si vedevano da 6 anni.

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