Le azioni scivolano, soprattutto in Cina, e i rendimenti obbligazionari salgono, mentre i mercati scalpitano in vista delle riunioni delle banche centrali e dei dati sull’inflazione statunitense.
All’inizio di una settimana chiave per gli osservatori dell’inflazione e per i trader in generale, l’inarrestabile aumento dei rendimenti dei Treasury Usa ha continuato a lanciare onde d’urto sui mercati globali.
Guerra in Ucraina, rialzo dei tassi Fed, prossime mosse della Bce in riunione giovedì prossimo, tonfo delle azioni cinesi, con inflazione in crescita nel dragone sono i temi chiave di una settimana che si preannuncia intensa.
Cina, Stati Uniti, Russia e Unione Europea restano osservati davvero speciali, per i mercati e per la geoeconomia globale.
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I rendimenti dei Treasury spiccano il volo: cosa significa
I rendimenti a dieci anni sono saliti del 2,75% per la prima volta da marzo 2019, con gli investitori che hanno valutato l’impatto del piano di inasprimento della Federal Reserve e l’accelerazione dell’inflazione.
La mossa ha spinto il biglietto verde ancora più in alto, con lo yen al livello di 125 per dollaro.
Gli investitori globali si stanno ancora adeguando a una Fed sempre più aggressiva per limitare l’aumento dell’inflazione. Ciò minaccia di rimuovere un supporto chiave per le attività di rischio globali, già sotto pressione dai timori che l’azione della banca centrale possa innescare una recessione nella più grande economia del mondo.
L’inasprimento della Fed è il tema più importante nei mercati globali in questo momento", ha affermato Andrew Ticehurst, uno stratega dei tassi presso Nomura Holdings Inc. a Sydney.
I mercati hanno corso per scontare il rischio di aumenti sempre maggiori dei tassi da parte della Federal Reserve con futures che implicano aumenti di 50 punti base sia alle riunioni di maggio che di giugno.
L’economista statunitense della BofA, Ethan Harris, prevede ora rialzi di mezzo punto in ciascuno dei prossimi tre incontri e un picco del ciclo intorno al 3,25-3,50%.
“Se l’inflazione sembra essere al di sotto del 3%, allora la nostra attuale richiesta dovrebbe essere abbastanza aggressiva”, ha affermato Harris in una nota. “Al contrario, se l’inflazione si blocca sopra il 3%, la Fed dovrà aumentare fino a quando la crescita non scende vicino allo zero, rischiando una recessione.”
Tutto ciò sottolinea l’importanza del rapporto sui prezzi al consumo negli Stati Uniti di marzo di martedì, dove la previsione mediana è di un aumento stratosferico dell’1,2%, portando l’inflazione annua a un incredibile 8,5%.
In più, sempre sul tema prezzi e tassi, il focus è tutto sulla Bce nella sua riunione del 14 aprile: ci sarà la svolta da falco?
Cina pressata dal Covid: tonfo nei mercati
Le azioni in Cina sono crollate a causa della crescente preoccupazione per l’epidemia di Covid in patria e l’aumento dei rendimenti si è aggiunto ai persistenti venti contrari alla regolamentazione.
L’ indice Hang Seng è sceso del 2,45%. Le azioni quotate a Hong Kong del produttore cinese di veicoli elettrici Nio sono crollate di oltre l′8% dopo che l’azienda ha annunciato una sospensione della produzione a causa delle interruzioni dei suoi partner della catena di approvvigionamento a causa del Covid.
L’inflazione alla produzione cinese per marzo è stata superiore alle attese. L’indice dei prezzi alla produzione è salito dell′8,3% rispetto a un anno fa. Anche l’inflazione al consumo è aumentata più del previsto a marzo, con l’indice in rialzo dell′1,5% su base annua. Questo è stato al di sopra delle aspettative in un sondaggio Reuters per un aumento dell′1,2%.
Il rilascio dei dati arriva mentre la Cina continentale sta combattendo per controllare la sua peggiore ondata di Covid dall’inizio della pandemia all’inizio del 2020. Una sfida enorme per il dragone e per tutto il mondo alle sue merci connesso.
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