Il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità sul monitoraggio della situazione epidemica relativa al periodo 14-20 settembre
Continua, da due mesi a questa parte, l’aumento di focolai di coronavirus in Italia, il 76,1% dei quali si verifica in ambito familiare. È quanto emerge dall’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, il quale evidenzia anche una pericolosa impennata di ricoveri in terapia intensiva che si riflette su un maggiore carico sui servizi sanitari.
Nel report l’ISS non ha ancora potuto valutare l’impatto della riapertura delle scuole sulla situazione epidemica in Italia.
Cosa dice l’ultimo report monitoraggio coronavirus ISS
Nel report del monitoraggio relativo al periodo 14-20 settembre, l’ISS ha potuto confermare l’incremento dei nuovi positivi, costante ormai da otto settimane. Sono 10 le Regioni e le Province autonome coinvolte nell’aumento dei casi rispetto alla settimana precedente.
Sebbene l’indice di trasmissione nazionale Rt sia inferiore a 1, in dodici Regioni risulta sopra la soglia d’allarme: si tratta di Abruzzo, Calabria, Campania, F.V.G., Liguria, Molise, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Puglia, Sicilia, Umbria e Veneto. Ricordiamo, comunque, che l’indice Rt viene calcolato sui soli casi sintomatici.
Maggior parte dei contagi su territorio nazionale
L’aumento, sottolinea l’Istituto guidato da Silvio Brusaferro, non può essere totalmente attribuito ai casi importati o alle maggiori attività di screening (l’incremento del numero di tamponi è stato annunciato dal ministro Roberto Speranza soltanto ieri).
La maggior parte dei contagi (84,2%), infatti, si sono verificati sul territorio nazionale, ed è stato registrato un calo dei contagi dall’estero e di quelli da altra Regione.
All’attività di screening è dovuta l’identificazione del 27,6% dei nuovi casi, mentre il 35,8% con attività di contact tracing. Quasi 1 caso su 3 è stato identificato perché sintomatico.
Rispetto alla periodo d’osservazione precedente sono stati registrati 832 nuovi focolai, per un totale di 2.868 focolai attivi in Italia. Il 76,1% di tutti i focolai si sono verificati in ambito domiciliare e familiare. Non aumenta l’età mediana dei positivi, stabile a 41 anni.
Quanto alla riapertura delle scuole, l’ISS ha fatto sapere che «questo aspetto sarà valutabile a partire dalle prossime 2-3 settimane».
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