Il rialzo dei tassi Bce può affondare le imprese in Italia: l’allarme

Violetta Silvestri

10/12/2022

Imprese italiane travolte dall’aumento dei tassi della Bce? Il costo del denaro in repentino e costante rialzo sarà un problema per le aziende, con un conto miliardario da pagare: la previsione.

Il rialzo dei tassi Bce può affondare le imprese in Italia: l’allarme

Con il rialzo dei tassi Bce, il 2023 si prospetta molto amaro per le imprese italiane.

Non bastano, infatti, gli scenari di un’inflazione in corsa e di una recessione ormai alle porte a prospettare un nuovo anno difficile. Anche lo studio dell’impatto della politica monetaria aggressiva della Banca centrale europea porta a risultati poco incoraggianti: tra quello che accadrà nel 2023 e le mosse già avviate nel 2022, “un aggravio degli oneri sui prestiti alle imprese di circa 15 miliardi di euro”.

L’Ufficio studi della CGIA ha lanciato questo allarme: ci sarà uno shock da rialzo tassi sulle aziende italiane? I dettagli dell’inchiesta.

Allarme per le imprese italiane con il rialzo tassi Bce

Il calcolo eseguito dagli esperti dell’Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre è chiaro: “applicando un tasso di incremento degli interessi medio del 2 per cento ai 749,2 miliardi di consistenze degli impieghi erogati alle imprese al 30 settembre scorso, l’anno prossimo queste ultime subiranno un aumento del costo del denaro pari a 14,9 miliardi di euro.”

In parole semplici: le aziende nazionali dovranno pagare tassi di interesse sui prestiti sempre più onerosi, per una cifra miliardaria in crescita. Naturalmente, la batosta dei costi sarà più elevata per quei territori che vantano il maggior numero di attività produttive, a loro volta più inclini a chiedere prestiti agli istituti di credito.

In cima alla classifica di chi dovrà pagare di più per gli interessi c’è tutto il Nord Italia: Lombardia (+4,33 miliardi di euro), il Lazio e l’Emilia Romagna (entrambe con +1,57 miliardi), il Veneto (+1,52 miliardi) e il Piemonte (+ 1 miliardo).

La provincia di Milano avrà l’aggravio più consistente: i prestiti costeranno ben 2,3 miliardi di euro in più alle imprese.

Tassi più alti: tutti gli effetti negativi sulle imprese

Non solo oneri sui prestiti maggiori: con un costo del denaro man mano più elevato nel 2023 grazie a una determinata politica Bce contro l’inflazione, gli effetti sul sistema economico italiano saranno diversi.

Lo studio CGIA lo mette in evidenza: spesa delle famiglie, investimenti delle imprese e costo del debito pubblico subiranno tutti un shock. “I nuovi aumenti dei tassi, quindi, potrebbero contribuire a frenare una crescita economica che l’anno prossimo in Italia dovrebbe attestarsi sullo 0,3/0,4 per cento. Una soglia che, molto probabilmente, avrà delle ricadute negative anche sull’occupazione.”

In più, Ernest & Young ha ipotizzato che “i prestiti bancari complessivi sono destinati a scendere dell’1,8 per cento”, con un trend simile in tutta Europa.

Una sorta di immobilismo nelle attività finanziarie che potrebbe innescare nuovi motivi di crisi per i consumi e, quindi, le imprese. Le quali, ovviamente, dovranno anche ricalibrare i loro bilanci con spese maggiori per i tassi di interesse.

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