Ricalcolo della pensione 2024, quando è utile e perché

Simone Micocci

14 Settembre 2024 - 09:51

Con quali strumenti si può fare richiesta di ricalcolo della pensione? Ecco a quale ricorrere a seconda delle necessità.

Ricalcolo della pensione 2024, quando è utile e perché

In alcuni casi il ricalcolo della pensione può essere uno strumento molto conveniente in quanto consente al pensionato di godere di un aumento dell’importo.

Tuttavia, in primo luogo bisogna fare chiarezza su cosa si intende per ricalcolo della pensione, in quanto non esiste un vero e proprio strumento che risponda esattamente a questa descrizione. Ce ne sono due però che, per ragioni e scopi differenti, portano a un ricalcolo della pensione con vantaggi per l’interessato.

Nel dettaglio, ci riferiamo alla ricostituzione e alla richiesta di supplemento di pensione, due strumenti che all’occorrenza possono essere d’aiuto per rivedere l’assegno sulla base di nuovi elementi.

Vediamo dunque quando il ricalcolo della pensione va richiesto attraverso ricostituzione e quando invece ricorrendo al supplemento, nonché quali sono regole e procedure da osservare in entrambe le situazioni.

Ricalcolo della pensione attraverso ricostituzione

Come anticipato, con ricalcolo della pensione intendiamo quelle procedure con cui si interviene sull’importo dell’assegno già liquidato, allo scopo di tenere in considerazione di vecchi o nuovi elementi che ne possono comportare una revisione.

A tal proposito, si fa riferimento alla ricostituzione quando la rideterminazione dell’importo di pensione è necessaria per far sì che venga riconosciuta la contribuzione versata o maturata in data anteriore a quella di decorrenza della pensione.

Con questo servizio (accessibile anche online dall’area personale Inps) si va quindi a “correggere” l’importo della pensione. Ciò vale, ad esempio, nel caso in cui l’Inps abbia commesso degli errori nel calcolo della pensione: pertanto, specialmente nei casi più complessi è sempre consigliato far leggere il prospetto di liquidazione a un esperto, in modo che eventuali errori possano essere prontamente corretti.

Ma potrebbe anche succedere che il calcolo sia corretto ma che solo dopo la liquidazione della pensione sono stati accreditati dei contributi riferiti a periodi antecedenti alla liquidazione della stessa. Anche in caso di accredito tardivo di contributi, generalmente quelli figurativi come quelli che ad esempio riferiscono al servizio militare, quindi è allo strumento della ricostituzione che bisogna fare riferimento per godere del ricalcolo.

È bene specificare che laddove la domanda di ricostituzione, a cui va allegata tutta la documentazione necessaria per dimostrare l’errore commesso o comunque la necessità di conteggiare nuovi contributi, venga accolta, la variazione dell’importo che ne consegue opera dalla decorrenza originaria della pensione.

Contestualmente all’aggiornamento dell’importo, quindi, vengono riconosciuti anche gli arretrati.

Bisogna poi rispondere a una domanda molto importante, ossia entro quando va fatta richiesta di ricostituzione. A tal proposito bisogna fare riferimento a quanto stabilito dalla legge n. 111 del 2011, con la quale sono stati modificati - e portati a 3 anni - i termini di decadenza per l’azione giudiziaria in materia pensionistica.

Quindi la domanda di ricostituzione richiesta per ottenere l’integrale riconoscimento della prestazione non correttamente calcolata in fase di prima liquidazione può essere accolta solamente se presentata entro 3 anni.

Ricalcolo della pensione con supplemento

Diverso il caso del supplemento, con il quale invece viene effettuato il ricalcolo della pensione nel caso in cui siano stati versati nuovi contributi successivamente alla liquidazione dell’assegno.

È il caso, ad esempio, dei pensionati che riprendono a lavorare e di conseguenza tornano a versare contributi utili ai fini della pensione. Anche in questo caso la domanda può essere effettuata online dal sito Inps (oppure rivolgendosi a intermediari esperti come può essere un patronato), ma nel rispetto di determinate scadenze.

La richiesta di supplemento, infatti, può essere presentata ogni 5 anni, salvo una sola volta che il termine può essere ridotto a 2 anni, dalla liquidazione dell’assegno o comunque dall’ultima volta in cui è stato effettuato il ricalcolo.

A differenza della ricostituzione, in questo caso il ricalcolo dell’assegno decorre dal mese successivo a quello in cui è stata fatta richiesta di supplemento.

Perché il ricalcolo della pensione è utile (e a cosa fare attenzione)

Solitamente si ricorre al ricalcolo per chiedere un aumento della pensione.

Ed effettivamente questo vantaggio si verifica sempre con la richiesta di supplemento, con cui i contributi versati vengono considerati per ricalcolare la pensione e di conseguenza ne comportano un aumento. Va detto però che laddove la pensione risulti integrata al trattamento minimo allora l’incremento potrebbe essere assorbito dallo stesso, con il rischio che l’importo risulti essere esattamente lo stesso nonostante il riconoscimento del supplemento (mentre in caso di assorbimento parziale ne viene corrisposta l’eccedenza).

Lo stesso vale per la ricostituzione ma attenzione perché questo strumento, se non ragionato, potrebbe portare degli svantaggi anziché dei benefici. Perché laddove con la domanda di ricostituzione dovessero essere esclusi periodi di contribuzione già valutati in prima liquidazione potrebbe verificarsi persino la perdita del diritto alla prestazione, il che può comportare o una modifica della decorrenza originaria o persino la perdita del diritto.

Ecco perché prima di ricorrere a questo strumento è bene rivolgersi preliminarmente a un esperto, il quale saprà certamente indicarvi se la richiesta di ricostituzione è davvero conveniente, scongiurando un effetto boomerang.

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