Ecco cosa succede quando il padre naturale non è quello biologico: le conseguenze del falso riconoscimento di paternità.
L’1% dei cittadini europei non è figlio biologico del padre che lo ha riconosciuto alla nascita. Tanto conclude l’analisi del genetista Maarten Larmuseau, che ha effettuato una ricerca prendendo in considerazione generazioni lontane, per non stravolgere la vita delle persone. Per esempio, lo scienziato ha rilevato la mancanza di corrispondenza genetica tra Beethoven e i suoi discendenti. Altre ricerche confermano una tendenza piuttosto massiccia nello specifico sul territorio italiano, confermata oltre che dagli esperti in genetica anche dagli avvocati divorzisti.
I dati non sono così numerosi e attuali da ricavare una precisa definizione statistica del fenomeno, ma il dubbio rimane soltanto per quanto concerne la frequenza. Non si può infatti negare che il riconoscimento di paternità da parte di un uomo diverso dal genitore biologico (talvolta consapevolmente) sia accaduto negli anni e si ripeta ancora, vedendo molte cause in tribunale proprio sul punto. Ovviamente si tratta di una questione piuttosto complessa, anche restringendo il campo alla sola sfera giuridica. I diritti dei figli, quelli del genitore biologico e quelli del padre naturale, ma anche quelli della madre sono tutti meritevoli di tutela, così come devono essere prese in considerazione le rispettive responsabilità.
Di fronte a un riconoscimento di paternità falso, infatti, le persone lese non sono sempre le stesse. Si pensi a chi ha riconosciuto il figlio convinto che fosse proprio anche biologicamente, rischiando poi di essere strappato via da ogni legame giuridico con chi ha cresciuto ed educato fino a quel momento. Ma si pensi anche a chi consapevolmente riconosce il figlio che sa essere altrui, una circostanza più comunque di quanto si potrebbe pensare, e al genitore biologico cui viene sottratta la possibilità di essere padre. Tutto cambia anche a seconda del soggetto che propone l’azione giudiziale e agli interessi che intende tutelare. Sul punto, infatti, la legge si affida in maniera stringente al legame biologico, non potendo prendere in considerazione un’attribuzione di paternità differente, non proveniente da un legittimo procedimento di adozione. Ecco perché molti figli, pur appresa la verità, scelgono di non agire in giudizio. Ma cosa succede esattamente?
Cosa succede in caso di riconoscimento di paternità falso
Il primo passaggio in caso di riconoscimento falso corrisponde inevitabilmente disconoscimento di paternità, che può essere proposto da tutte le parti interessate provando, quanto meno con indizi ragionevoli, la falsità del riconoscimento o della presunzione (che opera quando la madre è sposata). I figli possono impugnare il riconoscimento di paternità in ogni momento, mentre le altre persone hanno 5 anni di tempo dalla data di annotazione sull’atto di nascita. Per colui che effettua il riconoscimento e vuole in sostanza ritrattarlo, invece, il termine si riduce ad appena un anno. Il disconoscimento è peraltro fondamentale per richiedere in fase successiva l’accertamento della paternità altrui, eventualmente con l’uso del test del DNA. Come confermato in numerose occasioni dalla Corte di Cassazione, infatti, non è possibile proporre un’azione di riconoscimento giudiziale quando è già stata dichiarata allo stato civile la paternità per il soggetto interessato, non potendosi determinare automaticamente l’annullamento dell’atto. Con quest’ultimo, si perde lo status legale di figli.
Bisogna, al contrario, ottenere prima l’annullamento e poi il riconoscimento giudiziale. I figli possono contestualmente chiedere un risarcimento del danno patito, tanto a chi li ha riconosciuti falsamente (se ne è responsabile, anche alla madre) quanto al genitore biologico che poteva ragionevolmente presumere il concepimento. Il riconoscimento può inoltre determinare il diritto al mantenimento, anche retroattivo secondo il periodo di pertinenza individuato dal giudice, ma non sempre comporta la perdita del cognome, in particolar modo quando ormai diventato tratto distintivo dell’identità del figlio. Per l’azione di riconoscimento di paternità esercitata da persone diverse dal figlio è in ogni caso richiesto il suo consenso già a partire dai 14 anni. Non si deve dimenticare, comunque, che la falsa attestazione di paternità effettuata in modo consapevole rappresenta un reato, nello specifico di alterazione di stato oppure di falsa dichiarazione in atto dello stato civile se avviene in seguito alla nascita.
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