Sondaggio sul rientro in classe: insegnanti e addetti ai lavori favorevoli, ma in presenza di determinate condizioni. No ai plexiglass; se i contagi risalgono si dovrebbe ripartire con la didattica a distanza.
Ritorno a scuola possibile con le attuali linee guida presentate dal comitato tecnico scientifico? Abbiamo posto questa domanda al mondo della scuola, così da capire cosa ne pensano i diretti interessati riguardo all’eventualità che dal prossimo settembre si possa tornare in classe.
Nel dettaglio, in questi giorni abbiamo lanciato un sondaggio e l’abbiamo proposto ad insegnanti, personale ATA e Dirigenti Scolastici; ovviamente non si tratta di un sondaggio dal valore scientifico, ma abbiamo comunque raccolto un numero considerevole di risposte, sufficienti per fare alcune considerazioni a riguardo del ritorno in classe a settembre.
Come noto, in questi giorni il Ministero dell’Istruzione sta dialogando con i sindacati per riflettere su quali misure da adottare per far sì che il rientro in classe si svolga nella massima sicurezza, rispettando le linee guida del comitato tecnico scientifico. Al momento si sta valutando l’ipotesi di suddividere gli studenti con pannelli in plexiglass, obbligando tutti i presenti ad indossare la visiera (anziché la mascherina).
Ma cosa ne pensa chi vive ogni giorno l’ambiente della scuola? Questa proposta è realizzabile? Vediamo come hanno risposto al nostro sondaggio.
Gli insegnanti vogliono tornare a scuola
La prima risposta smentisce alcune dicerie circolate in questi giorni, secondo le quali la maggior parte degli insegnanti sarebbe contraria al ritorno in classe a settembre.
Ebbene, almeno secondo quanto emerso dal nostro sondaggio, non sembra essere così. Il 66% degli intervistati, infatti, si è detto favorevole al ritorno in classe a settembre, di cui il 22% “ad ogni costo”. Per il 44%, invece, il rientro dovrà esserci solo se nel frattempo si riuscirà a garantire la massima sicurezza, ipotesi che secondo il 20% non è fattibile visto che le regole dettate dal MIUR sono “irrealizzabili”.
Solo il 14%, invece, ritiene che non si debba tornare in classe in quanto il rischio da contagio da COVID-19 è ancora troppo alto.
Scuole impreparate al rientro a settembre
Allo stesso tempo, però, gli addetti ai lavori ritengono che le scuole siano impreparate, in quanto gli edifici sono inadeguati. Secondo il 42% degli intervistati, infatti, per questo motivo le condizioni dettate dal MIUR sono inattuabili nella scuola d’oggi e solo interventi strutturali nei prossimi mesi potranno sanare la situazione.
Complessivamente, comunque, non c’è molta fiducia nei confronti delle linee guida per il ritorno in classe. Per il 29%, infatti, si chiedono troppi sacrifici agli studenti, mentre per il 16% queste sono da rivedere ma costituiscono comunque una buona base di partenza.
Solamente il 13% si dice soddisfatto, ma per l’8% solo perché non ci sono alternative.
Niente plexiglass né visiere obbligatorie
Scendendo nel dettaglio, abbiamo chiesto qual è la condizione meno realizzabile nella scuola. La maggior parte si è schierata contro i plexiglass tra i banchi, ma anche l’obbligo della visiera (o della mascherina) non piace agli addetti ai lavori. Complessivamente queste due proposte hanno raccolto il 61% dei votanti, mentre per il 18% non si deve assolutamente dividere le classi in più gruppi.
Meno contrasti per proposte come le lezioni di 45 minuti o il divieto per gli studenti di fare ricreazione fuori dall’aula.
Se l’allarme riprende via con la didattica a distanza
Per ultimo abbiamo chiesto cosa dovrebbe fare il Governo nel caso in cui dopo qualche settimana dalla ripresa della scuola dovesse esserci la seconda ondata preannunciata dagli esperti.
Per il 59% l’unica possibilità è di riprendere immediatamente con la didattica a distanza, mentre per il 30% bisognerà in ogni caso continuare con quella in presenza. Nonostante il rischio da COVID-19, quindi, le scuole dovrebbero restare aperte.
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