Riforma della RAI e abolizione canone: ecco cosa prevede il disegno di legge approvato ieri dal Consiglio dei Ministri

Simone Casavecchia

28 Marzo 2015 - 09:09

La RAI diventerà una Spa e sarà, almeno nelle intenzioni, resa indipendente dai partiti politici; il canone non sarà abolito ma potrebbero essere previste misure specifiche per il suo superamento.

Riforma della RAI e abolizione canone: ecco cosa prevede il disegno di legge approvato ieri dal Consiglio dei Ministri

Approvato ieri, in consiglio dei Ministri, il disegno di legge delega sulla riforma della RAI; dalla presentazione del provvedimento, fatta dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, emergono numerose novità relative a quella che sarà la nuova configurazione dell’azienda televisiva pubblica: un consiglio d’amministrazione più snello; una società che, almeno nelle intenzioni programmatiche, dovrebbe essere più indipendente dal controllo dei partiti politici e maggiori poteri e maggiori risorse economiche per l’Amministratore Delegato.

Per quanto rigurarda il canone RAI non è stata prevista la totale abolizione di questa tassa ma, nel corso dell’iter legis e della riforma potrebbero essere previste specifiche misure per il suo superamento o per la sua trasformazione.

RAI: la nuova struttura societaria
L’intenzione del Governo è quella di trasformare la RAI in una società per azioni (Spa), regolata dalle norme previste dal Codice Civile. Il premier Renzi ha presentato in Consiglio dei Ministri anche un documento programmatico sulla «mission» dell’azienda e ha spiegato in conferenza stampa che è evidente la necessità di

«liberare la Rai dalla gestione opprimente dei partiti»

Per quanto riguarda la struttura societaria saranno previste tre reti specializzate, una generale semplificazione delle procedure interne e l’assegnazione di maggiori poteri e di maggiori risorse all’amministratore delegato.

Consiglio d’Amministrazione RAI e Governance
Il disegno di legge prevede che venga mantenuta la Commissione di Vigilanza Parlamentare sulla RAI che continuerà a svolgere compiti di controllo:

«Abbiamo sottolineato l’importanza di mantenere la commissione di vigilanza del Parlamento che, però, non interviene sui budget dei direttori»

Per quanto riguarda il Consiglio d’Amministrazione, in scadenza il prossimo Aprile, occorre ricordare che, in base alla normativa vigente (Legge Gasparri) i membri del Consiglio d’Amministrazione sono 9 di cui 7 vengono nominati dalla Commissione di Vigilanza Parlamentare, in base agli equilibri politici del momento (ossia in base al peso dei singoli partiti politici in Parlamento e, quindi, in Commissione) e gli altri due membri (tra i quali il Presidente) sono nominati dall’azionista di maggioranza, ossia dal Ministero dell’Economia (per prassi dal Governo in carica) che detiene la totalità delle partecipazioni societarie.
Il disegno di legge di riforma della RAI prevede una riduzione del CdA da 9 a 7 membri che verranno nominati nel modo seguente:

  • 2 dalla Camera;
  • 2 dal Senato;
  • 2 dal Ministero dell’Economia;
  • 1 dai dipendenti della RAI;
  • il presidente sarà individuato dal Consiglio d’Amministrazione stesso, al suo interno. Il Consiglio di amministrazione svolge i compiti che gli spettano in base alla legge e allo statuto aziendale, approva il piano industriale e il piano editoriale, approva il preventivo di spesa annuale e gli investimenti superiori a 10 milioni di euro;

A proposito del nuovo CdA, il premier Matteo Renzi ha spiegato che

«Il cda fa il cda, la commissione vigila e chi gestisce l’azienda lo fa senza dover prendere decisioni sulla base di equilibri politici, di bilancini tra i diversi partiti»

  • l’attuale figura del direttore generale sarà sostituita da un Amministratore Delegato che verrà designato sempre dal CdA, sentito l’azionista di riferimento, ovvero il Ministero dell’Economia. In base a quanto spiegato dal Sottosegrerio allo Sviluppo Antonello Giacomelli, la facoltà di spesa del nuovo Amministratore Delegato dovrebbe passare dagli attuali 2,5 milioni di euro a 10 milioni di euro; all’Ad spetterà anche il compito di nominare i direttori generali, i direttori di rete e gli altri vertici apicali;

Il presidente del Consiglio ha chiarito che non è intenzione del Governo procedere con un decreto legge e che spetterà al Parlamento scegliere se il prossimo CdA sarà nominato con i criteri previsti dalla Legge Gasparri o con quelli previsti dal disegno di legge di riforma della RAI. Il CdA in scadenza ad Aprile potrà comunque rimanere in vigore fino al Luglio grazie al regime della prorogatio.

Abolizione del Canone RAI
Un decreto legge potrebbe arrivare, invece, a proposito del Canone RAI. A tal proposito il Premier ha affermato che

«La mia cultura, parlo a titolo personale, e’ per l’abolizione del canone Rai»

Tuttavia, stante l’enorme complessità di una possibile abolizione del Canone è stato spiegato che nel disegno di legge sarà prevista una specifica delega per il superamento di questa tassa.

«Nel ddl c’è una delega a sciogliere questo nodo, che è importante»

E’ opportuno ricordare che il canone RAI è da un lato la principale fonte di finanziamento dell’azienda televisiva pubblica e, dall’altro, è la tassa soggetta all’evasione fiscale maggiore, stimata dall’Esecutivo in circa 600 milioni di euro annui.
Tra le ipotesi che rimangono in pista per il superamento del canone RAI, rimane ancora la possibilità che il canone venga fatto pagare attraverso la bolletta elettrica, proprio per ridurne l’evasione fiscale connessa.

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