Riforma fiscale, i fondi sono insufficienti: l’allarme dell’Ufficio bilancio e dei commercialisti

Rosaria Imparato

3 Febbraio 2021 - 12:07

Fisco, buona parte dei fondi stanziati servirà a coprire l’assegno unico, lasciando scoperta la riforma dell’Irpef: l’allarme sulle risorse insufficienti viene dall’Ufficio parlamentare di bilancio e dai commercialisti.

Riforma fiscale, i fondi sono insufficienti: l’allarme dell’Ufficio bilancio e dei commercialisti

Riforma fiscale, dall’ufficio parlamentare di bilancio e dai commercialisti arriva l’allarme: i fondi stanziati non sono sufficienti.

Secondo le analisi portate avanti dal Parlamento infatti ci sarebbero a disposizione, tolti i fondi per l’assegno unico per i figli a carico, solo 2-3 miliardi nel 2022 e 1-2 miliardi nel 2023.

Quello che emerge dalla relazione dell’Ufficio parlamentare di bilancio è che da un lato c’è l’approvazione del progetto del Governo, dall’altro i grandi dubbi dal punto di vista finanziario.

Riforma fiscale, i fondi sono insufficienti: l’allarme dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio

Con la crisi di Governo in atto le priorità cambiano, eppure i problemi rimangono gli stessi. Da mesi si discute sulla necessità di una riforma fiscale, per un sistema tributario più equo e meno severo, con particolare attenzione sul ceto medio.

Ebbene, questo Governo ci stava provando, eppure a stento ce l’ha fatta nell’anno della pandemia. L’ufficio parlamentare di bilancio ha continuato i suoi studi, e la relazione che ne è nata non lascia molto scampo: i fondi non sono abbastanza.

Gli obiettivi, si legge, sono condivisibili, ma le risorse sono insufficienti. È vero che è stato istituito un apposito fondo per la riforma fiscale: 8 miliardi per il 2022 e 7 per il 2023, ma le risorse verranno scorporate.

Giuseppe Pisauro, presidente dell’Upb, ascoltato dalle commissioni riunite Finanze di Camera e Senato che stanno conducendo un ciclo di audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla riforma dell’Irpef, ha dichiarato:

“[...] di questi 8 e 7 miliardi, una quota compresa tra 5 e 6 miliardi l’anno viene destinata all’assegno unico per i figli a carico in corso di definizione.”

Questo significa che per la riforma sono disponibili tra 2 e 3 miliardi nel 2022 e tra 1 e 2 miliardi a partire dal 2023: l’entità delle risorse è quindi «non sufficiente a finanziare gli obiettivi indicati nei documenti ufficiali», dalla Nadef alla proposta inserita nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Insomma, la coperta finanziaria è corta, e se si tira da un lato (l’assegno unico) si lascia senza fondi la riforma Irpef.

Due, a questo punto, le direzioni che secondo Pisauro si può decidere di intraprendere:

  • rimettere in discussione gli elementi fondanti dell’attuale Irpef, con il modello di tassazione omnicomprensivo o duale, tassazione individuale o familiare, grado di progressività dell’imposta;
  • partire dal sistema attuale e correggerne le principali criticità, come gli effetti distorsivi delle elevate aliquote marginali effettive, iniquità dell’imposta in termini sia verticali sia orizzontali, complessità del sistema, pluralità di obiettivi e mix di detrazioni d’imposta e di strumenti di spesa.

Nella simulazione presentata da Pisauro ai parlamentari sono previste detrazioni da lavoro dipendente, sulla base dell’attuale bonus Irpef, che decrescono all’aumentare del reddito. Prevista inoltre una riduzione del differenziale di aliquota tra il secondo e il terzo scaglione.

Audizione del Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e altri aspetti del sistema tributario
Clicca qui per scaricare il file.

Riforma fiscale, i commercialisti: impossibile con pochi fondi

Anche i commercialisti sono preoccupati per la scarsità dei fondi messi a disposizione. Il consigliere nazionale dei commercialisti con delega alle tematiche del lavoro Roberto Cunsolo ha dichiarato:

“Sulla tassazione dei redditi di lavoro ottime intenzioni ribadite nel progetto del Piano nazionale di ripresa e resilienza non sembrano al momento poggiare su credibili basi finanziarie, posto che le risorse a disposizione di quel fondo ammontano a 8 miliardi di euro per l’anno 2022 e 7 miliardi a regime dall’anno 2023, di cui però 5,5 miliardi di euro risultano già impegnati nella importante e condivisibile riforma dell’assegno unico per i figli a carico.”

I professionisti addetti ai lavori quindi sono d’accordo, così come l’ufficio parlamentare di bilancio, sulla ratio delle misure, ma è oggettivamente complicato (per non dire impossibile) pensare di riformare l’intero sistema fiscale con a disposizione così poche risorse.

Pare quindi che nemmeno il 2021 sarà l’anno dei cambiamenti nella tassazione.

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