Pensioni: quali novità ci attendono il prossimo anno? Poche. Difficilmente il Governo potrà accogliere le richieste mosse dai sindacati vista la mancanza di risorse (e i controlli dell’UE).
Riforma delle pensioni - ci si chiede spesso cosa potrebbe succedere nei prossimi anni, specialmente qualora al Governo dovessero restare Movimento 5 Stelle e Lega.
D’altronde nonostante l’approvazione di misure come Quota 100 e Opzione Donna (prorogata), da parte dei sindacati c’è del malcontento per quanto fatto (o meglio, non fatto) dal Governo in ambito previdenziale.
Le richieste che i sindacati fanno all’Esecutivo sul fronte pensioni sono diverse: in primis si chiede con forza l’approvazione di una nona salvaguardia per gli ultimi esodati della Fornero. C’è poi la richiesta di ridurre le tasse sulle pensioni e di fare un passo indietro sui tagli della rivalutazione effettuati nel 2019.
Non sarà facile per i sindacati, però, far sì che le proprie richieste vengano approvate: il Governo, infatti, si trova a fare i conti con l’Unione Europea con l’ipotesi di una procedura d’infrazione ai nostri danni che si fa sempre più concreta.
E sia nel caso in cui l’Italia fosse colpita da questa procedura che qualora riuscisse ad evitarla convincendo l’Ecofin (Consiglio di Economia e finanza) della stabilità dei conti, il Governo avrebbe più o meno le mani legate sulle riforme del futuro. Per intenderci: difficilmente ci potrà essere a breve una manovra finanziaria con misure previdenziali tanto onerose come quelle introdotte nel 2019 (quando nel contempo è stato introdotto anche il reddito di cittadinanza).
Ecco perché le promesse che il Governo ha fatto ai sindacati, ma anche ai cittadini, difficilmente potranno essere mantenute; vediamo quindi come potrebbe andare nei fatti la riforma delle pensioni in base alla disponibilità di risorse.
Riforma delle pensioni: cosa chiedono i sindacati
Risale ad inizio giugno l’ultima volta che i sindacati sono scesi in piazza per protestare contro i tagli sulle pensioni; non si tratta della prima volta dall’approvazione della riforma previdenziale, nonostante il Governo ritenga di aver fatto abbastanza - almeno per quest’anno - sul fronte pensioni grazie all’introduzione di Quota 100, la proroga di Opzione Donna, e il mantenimento degli stessi requisiti per la pensione anticipata nonostante fosse in programma l’incremento di 5 mesi per effetto dell’adeguamento con le aspettative di vita.
È per questo che il Governo non ha accolto di buon grado le proteste dei sindacati, con il Movimento 5 Stelle che ad esempio ha ricordato di come i sindacati non si siano lamentati di quando nel 2011 c’è stata la riforma Fornero.
Ma cosa chiedono i sindacati? Uno dei motivi per cui i sindacati sono scesi in piazza è il taglio della rivalutazione degli assegni intervenuto nel 2019, nonostante questa misura riguardi solamente gli importi particolarmente elevati.
“Basta tagli, non siamo un bancomat”, hanno urlato i sindacati che poi hanno chiesto con forza l’approvazione di una nona salvaguardia, invocata già per il 2019 ma poi non compresa nell’impianto generale della riforma delle pensioni.
I sindacati poi chiedono di ridurre le tasse sulle pensioni dal momento che “risultano essere le più alte d’Europa”, oltre ad estendere a tutti la possibilità di accedere alla pensione con 41 anni di contributi. D’altronde uno dei motivi per cui l’ultima riforma delle pensioni non piace così tanto ai sindacati è quello per cui le misure approvate, a partire da Quota 100, hanno tutte una durata temporanea e non danno certezze per il futuro.
Per questo motivo si dovrebbe prevedere una nuova forma di pensione anticipata estendendo a tutti i lavoratori la possibilità di accedere alla pensione con Quota 41, misura oggi riservata ad alcune categorie di precoci; su questo punto il Governo è d’accordo tant’è che nello stesso contratto Lega-Movimento 5 Stelle si legge di questa intenzione. Difficilmente però questo sarà possibile nel breve termine per i motivi anticipati sopra e che riprenderemo di seguito.
C’è un’altra richiesta dei sindacati: l’approvazione di una pensione di garanzia che possa tutelare i giovani. Nei prossimi anni, infatti, si andrà in pensione sempre più tardi e con importi - vista l’applicazione del calcolo contributivo per tutto l’importo dell’assegno - particolarmente bassi. Di conseguenza bisognerebbe introdurre una pensione di garanzia per dare ai giovani almeno la certezza di un importo minimo - ma più alto della soglia dell’integrazione riconosciuta oggi - di pensione.
Di pensione di garanzia se ne parla da anni, lo stesso Governo di Centrosinistra ne ha valutato la sua fattibilità salvo poi mettere il progetto in archivio; vedremo se da parte del Governo Lega-Movimento 5 Stelle ci saranno novità in tal senso, nonostante questa misura non sia inserita nel contratto.
Riforma delle pensioni: come andrà veramente?
Nonostante le pressioni dei sindacati non crediamo ci saranno altre novità sulle pensioni nel breve periodo. Da tempo l’Europa ci dice di abbassare la spesa previdenziale e di certo misure come Quota 100 non hanno di certo aiutato.
Prossimamente l’Italia si troverà davanti ai vertici UE per evitare la procedura d’infrazione, una misura che se attivata porterà delle sanzioni ai danni del nostro Paese oltre a dei controlli per i prossimi anni. In tal caso, quindi, stop riforme delle pensioni almeno per qualche anno.
Lo stesso potrebbe valere anche qualora l’Italia dovesse evitare la procedura d’infrazione dando le opportune garanzie di stabilità all’UE; difficilmente, infatti, dopo aver assicurato la sostenibilità delle riforme il Governo potrà rimettere mano alle pensioni attuando le richieste dei sindacati.
Cosa aspettarci quindi? Molto probabilmente ci sarà comunque una nona salvaguardia per gli ultimi esodati della Fornero, così come la conferma per un altro anno di Opzione Donna. Su entrambe, infatti, il Governo ha dato la parola e non si tratta di provvedimenti particolarmente onerosi.
Per il prossimo anno, ma probabilmente anche per il 2021, non dobbiamo aspettarci però novità sul fronte estensione di Quota 41; questa rischia di restare un semplice slogan del Governo Lega-Movimento 5 Stelle, poiché difficilmente nel breve periodo si troveranno le risorse per attuarlo.
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