Riforma pensioni, i sindacati non si arrendono: manifestazione contro la Legge di Bilancio

Antonio Cosenza

27 Ottobre 2019 - 09:24

Riforma delle pensioni, sindacati in piazza a Roma il 16 novembre: “Il Governo non ci ascolta, sarà una giornata di lotta e orgoglio”.

Riforma pensioni, i sindacati non si arrendono: manifestazione contro la Legge di Bilancio

Dopo aver preso coscienza che nella Legge di Bilancio 2020 non ci saranno risorse per la riforma delle pensioni, i sindacati hanno deciso di scendere in piazza per protestare contro l’attuale amministrazione.

Come noto, infatti, il Governo per il 2020 ha deciso in favore di un approccio soft per le pensioni, limitandosi ad interventi poco onerosi che riguardano una piccola platea di lavoratori. D’altronde nel 2019 è già stato fatto molto con le pensioni, e la stessa conferma di Quota 100 per il 2020 non può essere sottovalutata; a questa si andranno ad aggiungere le proroghe di Opzione Donna e Ape Sociale, due misure che rendono più flessibile l’accesso alla pensione per alcune categorie di lavoratori svantaggiati.

Per i sindacati, che nelle scorse settimane hanno avuto un incontro - non risolutore - con il Governo, non è stato fatto abbastanza: ecco perché le tre sigle sindacali CGIL, CISL e UIL hanno deciso di scendere in piazza così da farsi portavoce del malcontento dei lavoratori.

Riforma delle pensioni: i sindacati scendono in piazza

L’appuntamento per protestare contro la decisione del Governo di non attuare interventi in favore dei pensionati è fissato a sabato 16 novembre, quando le parti sociali si ritroveranno a Circo Massimo (Roma). Il giorno dell’appuntamento non è casuale: i sindacati, infatti, hanno scelto questa data perché cade alla vigilia della presentazione ufficiale della Legge di Bilancio 2020 in Parlamento.

Secondo la CGIL, la CISL e la UIL, il Governo ancora una volta si è dimenticato dei pensionati, una categoria “invisibile” che è rimasta inascoltata “come se non esistesse”.

È per questo motivo che è stata organizzata una nuova manifestazione nazionale, dove le parti sociali potranno esprimere il loro malcontento nei confronti della manovra finanziaria che per le pensioni introduce solo misure “insufficienti” - come la proroga di un anno di Opzione Donna e dell’Ape Sociale - e “ridicole” (come le piccole modifiche alla rivalutazione delle pensioni).

Riforma delle pensioni: le richieste dei sindacati

Secondo le parti sociali le richieste presentate al Governo erano di semplice attuazione. Ad esempio, è stato chiesto di estendere anche agli assegni previdenziali il taglio del cuneo fiscale che interesserà gli stipendi, oppure di tornare al vecchio meccanismo di rivalutazione delle pensioni visto che “dal 2012 le pensioni della classe media hanno subito costantemente una perdita del potere d’acquisto rispetto all’andamento dell’inflazione”.

E ancora: una legge nazionale sulla non autosufficienza che non esiste ma servirebbe urgentemente al Paese, così come un’estensione della quattordicesima per un numero più ampio di pensionati. Non mancano poi le tutele per i lavori di cura, come ad esempio quello delle madri per le quali era stato richiesto il riconoscimento di un bonus contributivo per ogni figlio. Vi è poi l’estensione di Quota 41 per tutti, o il rilancio delle commissioni parlamentari utili per valutare la fattibilità di una separazione di previdenza e assistenza o anche l’inclusione di nuove professioni nella lista dei lavori gravosi.

Infine c’è stata la richiesta di abbattimento delle tasse sulle pensioni, considerate “troppe” dai sindacati. Insomma, niente di irrealizzabile dal momento che i sindacati sono coscienti della situazione in cui versa il Paese; è per questo che il 16 novembre - “giornata di lotta e di orgoglio” - i sindacati proveranno a far sentire la loro voce.

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