Riforma della prescrizione: termini sospesi dopo il primo grado?

Simone Micocci

13/07/2018

Molto spesso l’uso scorretto della prescrizione porta all’assoluzione anche per i condannati in primo grado; per questo motivo il Ministro della Giustizia ha in mente una riforma.

Riforma della prescrizione: termini sospesi dopo il primo grado?

Il Ministro della Giustizia - Alfonso Bonafede - ha aperto alla possibilità di una riforma della prescrizione annunciando novità già dal prossimo autunno.

Secondo Bonafede urge una riforma della prescrizione che sia “seria” ed “equilibrata”, poiché i dati relativi al 2017 mettono in risalto un problema che va risolto il prima possibile; nel dettaglio, nell’ultimo anno i procedimenti prescritti sono stati 125.551, di cui circa il 26% in grado di appello.

Non è un segreto che i tempi della giustizia italiana siano tra i più lunghi al mondo, tant’è che per una sentenza definitiva ci vogliono in media 1.600 giorni. Vista questa lentezza è necessario trovare una soluzione affinché il decorso della prescrizione non causi, come avviene oggi, “la morte anticipata” di migliaia di processi. In molti casi, infatti, il decorso della prescrizione vanifica - come dichiarato da Bonafede - “il lavoro svolto in sede di indagine e durante i vari gradi processuali” causando così un enorme spreco di tempo e risorse.

Bonafede quindi ha annunciato imminenti modifiche per i termini della prescrizione, per quella che potrebbe essere una vera e propria svolta giustizialista senza precedenti.

Termini della prescrizione sospesi dopo il primo grado?

Secondo il neo Ministro della Giustizia bisogna evitare che “l’uso pretestuoso di un istituto” (qual è appunto la prescrizione) metta a rischio la “ricerca della verità” e “l’esigenza di giustizia”.

Con questo Bonafede non mette in dubbio l’efficacia della prescrizione, riconoscendo la nobiltà della funzione originaria “quale quella di garanzia dell’effettivo diritto all’oblio del cittadino rispetto a comportamenti risalenti nel tempo e di realizzazione di un principio di economia dei sistemi giudiziari non può prestarsi a scudo di comportamenti criminosi e di condotte che provocano un elevato allarme sociale”.

Ad essere contestato, quindi, è solo l’uso scorretto che molto spesso si fa della prescrizione; i dati suddetti, infatti, ci confermano che c’è chi si difende non solo nel merito del processo bensì sfruttando la “strada della decorrenza dei termini previsti”.

Per questo Bonafede e i tecnici del Ministero della Giustizia stanno cercando la soluzione migliore per limitare questi comportamenti; come anticipato, al momento l’ipotesi più probabile è quella di sospendere la decorrenza del termine della prescrizione dopo l’emissione di una sentenza di primo grado.

In tal caso, quindi, i termini della prescrizione smetterebbero di decorrere dopo il primo grado di giudizio. È bene precisare che non si tratta della decisione definitiva ma solamente di un punto di partenza; il Ministero, infatti, sta valutando sia gli aspetti positivi che negativi di questa proposta, al fine di giungere ad un risultato il più efficace possibile.

L’obiettivo comunque è fissato e si farà di tutto per raggiungerlo: evitare che anche coloro che si rendono colpevoli di reati gravissimi, e per i quali è già stata emessa una sentenza di condanna da parte dei tribunali di primo grado, riescano ad uscire indenni per colpa della scadenza dei termini della prescrizione.

Da non perdere su Money.it

Iscriviti a Money.it