La Buona Scuola verrà cancellata? Il Ministro dell’Istruzione - Marco Bussetti - non è molto convinto: “Ne parleremo con il personale, ma la Scuola non ha bisogno di nuovi strappi”.
Marco Bussetti - neo Ministro dell’Istruzione - ha parlato al Corriere della Sera del futuro del comparto Istruzione e Università facendo chiarezza su cosa ne sarà della Buona Scuola, la riforma approvata da Renzi e dall’allora Ministra Giannini che a detta del personale scolastico presenta diverse criticità.
Riforma che secondo le intenzioni del Movimento 5 Stelle andrebbe interamente cancellata, come più volte ribadito dai pentastellati in campagna elettorale.
Tuttavia il sentore è che con il raggiungimento dell’accordo per il Governo del cambiamento tra Lega e Movimento 5 Stelle non si procederà con la cancellazione della Buona Scuola bensì solamente con la sua revisione.
Sentore confermato dalle dichiarazioni che il nuovo Ministro dell’Istruzione ha rilasciato al Corriere della Sera, con le quali ha sottolineato che la scuola non ha “bisogno di ulteriori sussulti, riforme o strappi”.
Dopo quest’intervista, quindi, scendono notevolmente le possibilità di un’abrogazione della Buona Scuola. Quale sarà allora il futuro del comparto Istruzione e Ricerca? Quali provvedimenti dobbiamo attenderci per il futuro? Ecco le risposte che il Ministro Marco Bussetti ha fornito sui vari temi.
Bussetti: “Sì al confronto, ma niente stravolgimenti”
Prima di parlare del futuro della scuola il Ministro dell’Istruzione ha voluto fare un “in bocca al lupo” a tutti gli studenti che nella giornata di domani sosterranno l’esame di Maturità.
A tal proposito è stato chiesto al Ministro se effettivamente il 2019 sarà l’anno dell’introduzione delle nuove regole dell’esame di Maturità; questo ha risposto che prima dell’estate non ci saranno novità in merito poiché è nei mesi estivi che il MIUR terrà gli incontri con i rappresentanti sindacali per discutere delle novità della Legge 107.
Secondo Bussetti, ad esempio, sull’alternanza scuola-lavoro (che sarà al centro della nuova Maturità) le scuole hanno “dato un’ottima risposta”, tuttavia ci sono delle criticità che dovranno essere affrontate.
Anche le Prove Invalsi resteranno al loro posto e dal prossimo anno saranno introdotte anche per le classi V della scuola secondaria di II grado; come dichiarato da Bussetti, infatti, queste possono essere migliorate ma allo stesso tempo è necessario dare alla scuola uno strumento per il monitoraggio del sistema così da “avere una fotografia che consenta di intervenire sulle criticità”.
Per quanto riguarda la possibile cancellazione della Buona Scuola, il nuovo Ministro ha dichiarato che prima di cominciare sarà necessario ascoltare tutti i soggetti coinvolti così da decidere dove intervenire.
Ed è qui che Bussetti ha rilasciato le dichiarazioni che fanno supporre che in futuro la Buona Scuola resterà al suo posto, seppur con l’approvazione di alcuni correttivi. Secondo il Ministro, infatti, “la scuola non ha bisogno di altri sussulti o di ulteriori riforme e strappi.”
Quale futuro per le scuole private?
Uno dei temi che il Movimento 5 Stelle ha posto in cima alle priorità per il futuro della scuola è quello riguardante l’abolizione dei finanziamenti pubblici alle scuole paritarie. Come si legge nel programma elettorale pentastellato, infatti, ciò è necessario al fine di aumentare le risorse a disposizione per le scuole pubbliche.
In merito a ciò - che il Ministro ha definito “un tema complesso da affrontare senza pregiudizi” - sembra che il MIUR farà un passo indietro. Secondo Bussetti, infatti, non è chiudendo le scuole paritarie che si genererebbero costi extra per quelle statali.
Senza dimenticare poi che bisogna tutelare il valore della libertà di scelta.
Aggressioni agli insegnanti
Al Ministro dell’Istruzione poi è stato chiesto un parere in merito alle diverse aggressioni ai danni di insegnanti che si sono verificate nel corso di quest’anno scolastico.
Per Bussetti questo è un tema di importanza vitale; una soluzione potrebbe essere quella di permettere al Ministero di costituirsi parte civile per ogni procedimento attivato con querela presentata da insegnanti, dirigenti e personale amministrativo e ausiliario. D’altronde, secondo il Ministro, “chi già a scuola manifesta certi atteggiamenti, un domani potrebbe aggredire un medico in un pronto soccorso o mancare di rispetto a un rappresentante delle forze dell’ordine in uno stadio”.
Quindi già nei confronti degli studenti che si rendono protagonisti di questi atteggiamenti bisognerà utilizzare il pugno duro. Inoltre ciò rende necessaria una maggiore educazione civica; tuttavia - come dichiarato dal Ministro - prima di reintrodurre l’obbligo di questa materia bisognerà trovare un modo per farlo senza appesantire l’orario scolastico.
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