Rimborsi fiscali più veloci, novità dall’Agenzia delle Entrate: i pagamenti arriveranno entro 40-45 giorni. La nuova procedura prevede l’accredito direttamente sul conto corrente o l’invio tramite raccomandata dell’assegno vidimato dalle Poste.
Rimborsi fiscali, quando arrivano? La nuova procedura rende il pagamento più veloce, entro 40-45 giorni: la novità arriva direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
Cosa cambia rispetto a prima? La nuova procedura, in vigore già dal 15 gennaio 2020, prevede l’accredito direttamente sul conto corrente del contribuente.
Qualora il contribuente non avesse comunicato gli estremi Iban all’Amministrazione Finanziaria, i rimborsi fiscali arriveranno tramite l’assegno vidimato delle Poste Italiane.
La crisi sanitaria, da questo punto di vista, ha fatto in modo di accelerare le procedure di rimborso, vista la scarsa liquidità che affligge famiglie e imprese.
Rimborsi fiscali, quando arrivano? Pagamenti entro 45 giorni: novità dall’Agenzia delle Entrate
L’Agenzia delle Entrate mette il turbo: per i rimborsi fiscali i tempi si accorciano a 40-45 giorni.
La nuova procedura per ottenere i rimborsi Irpef, Ires e cedolare secca, così come l’IVA e l’Irap, vuole smaltire le richieste arrivate da famiglie, imprese e partite IVA che avanzano crediti nei confronti del Fisco in circa un mese e mezzo.
Cosa cambia rispetto alla procedura “standard”, rimasta così per vent’anni? Si dice addio, in pratica, ai vaglia della Banca d’Italia. I rimborsi arriveranno entro 45 giorni direttamente sui conti correnti dei contribuenti.
Chi non ha dato le proprie coordinate Iban invece vedrà recapitarsi via raccomandata un assegno vidimato dalle Poste Italiane. Il contribuente potrà tracciare in ogni momento l’iter del proprio assegno, sia dal sito delle Poste che da quello dell’Agenzia delle Entrate.
L’assegno potrà poi essere incassato in contanti presso uno sportello postale oppure essere versato sul proprio conto corrente.
Il titolo di pagamento, cioè il documento che attesta l’esistenza di un credito spettante, conterrà:
- nome del beneficiario;
- importo del rimborso;
- ordine di pagamento a carico del MEF.
Il rimborso in contanti invece avverrà solo con la presentazione del titolo originale. Lo scopo ovviamente è quello di velocizzare da un lato le procedure, e dall’altro proteggere i cittadini dai continui tentativi di truffa online.
La crisi sanitaria, da questo punto di vista, ha dato un’ulteriore spinta nella direzione della velocizzazione delle procedure: vediamo come.
Rimborsi fiscali, pagamenti più veloci: novità DL Rilancio
Le novità relative ai pagamenti in tempi brevi dei rimborsi fiscali vengono sia dall’Agenzia delle Entrate che dal Governo, in particolare col DL Rilancio.
Il direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini non solo ha disposto la lavorazione a distanza delle istanze e la liquidazione dei rimborsi, ma ha anche fatto in modo che i contribuenti potessero inviare la documentazione necessaria tramite email, e non per forza tramite PEC.
Il DL Rilancio invece ha sospeso l’obbligo per l’Agenzia delle Entrate-Riscossione di presentare istanza di rimborso per la compensazione di eventuali somme iscritte a ruolo: ovvero, chi ha una cartella non pagata, non si vedrà sottrarre il debito da un eventuale rimborso spettante.
I lavoratori che invece rischiano di trovarsi senza sostituto d’imposta a causa della crisi (perché hanno perso il lavoro o l’azienda ha problemi di liquidità) possono accedere al modello 730 e chiedere la liquidazione di eventuali somme spettanti.
Specifichiamo però che in questo caso i tempi si allungherebbero, visto che l’emergenza sanitaria ha fatto slittare al 30 settembre la scadenza per presentare la dichiarazione dei redditi precompilata.
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