In caso di rimborso che supera l’importo dei 4.000 euro, la liquidazione del credito della dichiarazione dei redditi avviene in tempi molto più lunghi. Vediamo quanto c’è da attendere.
Quando dalla dichiarazione dei redditi deriva un rimborso superiore a 4.000 euro, per la liquidazione bisogna avere più pazienza. Quando arrivano le somme e perché i tempi sono più lunghi?
La presenza di somme da liquidare di importo elevato spinge l’Agenzia delle Entrate a effettuare controlli più approfonditi su quanto dichiarato. In questo caso, quindi, la liquidazione del rimborso non arriva direttamente in busta paga o sul cedolino della pensione.
Rimborso Irpef superiore a 4.000 euro
Le operazioni di liquidazione sono leggermente più complesse quando l’importo del rimborso supera i 4.000 euro. Se a seguito della presentazione della dichiarazione dei redditi con modello 730/2024, quindi, dovesse spettare un rimborso superiore a questa cifra, è bene non attenderlo durante l’estate in busta paga. A liquidare le somme, infatti, non è il sostituto di imposta, ma direttamente l’Agenzia delle Entrate.
L’amministrazione tributaria davanti a rimborsi dall’importo ingente, prima della liquidazione effettua controlli più approfonditi. Superare l’importo dei 4.000 euro non è così difficile, soprattutto in presenza di detrazioni per bonus edilizi che fanno lievitare in modo abnorme la quota di detrazioni spettanti.
A regolare i rimborsi di valore superiore a 4.000 euro è l’articolo 5, comma 3bis del dlgs 175 che prevede controlli preventivi non solo in presenza di situazioni a rischio evasione (difformità dei dati presentati rispetto a quelli posseduti dall’amministrazione fiscale), ma anche in presenza di liquidazioni dall’importo elevato.
Quali sono le tempistiche in cui sono effettuati i controlli quando il rimborso è così alto? I controlli partono entro il quarto mese successivo al termine ultimo previsto per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Nel 2024, quindi, i controlli sono effettuati entro la fine di gennaio 2025. La cifra da liquidare che emerge dai controlli in questione, poi, è liquidata entro sei mesi dal termine ultimo previsto per la presentazione della dichiarazione. Per il 2024, quindi, entro la fine di marzo 2025.
Ovviamente se la dichiarazione è stata trasmessa dopo il termine ultimo, ma entro il termine di 90 giorni per essere considerata tardiva, i quattro e sei mesi vanno considerati dalla data di presentazione (e questo fa slittare la liquidazione oltre la fine di marzo 2025).
Quando arrivano i rimborsi del 730/2024?
In linea generale la prassi vuol che il rimborso del 730 a credito sia erogato dal sostituto di imposta con le competenze del mese successivo a quello in cui ha ricevuto il prospetto di liquidazione (che contiene il credito o debito di imposta). Per i pensionati i conguagli dell’Inps sono effettuati, invece, a partire dal secondo mese rispetto a quello in cui la dichiarazione è stata inviata.
Le date entro cui il sostituto di imposta riceve il prospetto di liquidazione seguono il calendario riportato qui:
Dichiarazioni presentate entro | Prospetto di liquidazione al sostituto | Erogazione del rimborso |
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31 maggio 2024 | 15 giugno 2024 | stipendio di luglio 2024/pensione di agosto 2024 |
20 giugno 2024 | 29 giugno 2024 | stipendio di agosto 2024/pensione di settembre 2024 |
15 luglio 2024 | 23 luglio 2024 | stipendio di agosto/settembre 2024/pensione di settembre 2024 |
31 agosto 2024 | 15 settembre 2024 | stipendio di ottobre 2024/pensione di novembre 2024 |
30 settembre 2024 | 30 settembre 2024 | stipendio di novembre 2024/pensione di dicembre 2024 |
Rimborso alto, tempi più lunghi
Se una delle agevolazioni previste dall’utilizzo del 730 è proprio quella di ricevere il rimborso spettanti in tempi relativamente brevi, lo stesso non accade quando il rimborso fiscale ha un importo elevato. In questi casi, come già detto, i controlli sulla dichiarazione sono preventivi (prima del rimborso) e fanno lievitare i tempi di attesa dell’erogazione delle somme.
Inoltre a erogare l’importo al contribuente non è il sostituto di imposta, in questi casi, ma l’Agenzia delle Entrate. Per rendere le procedure più snelle e veloci si può procedere a comunicare il proprio Iban alle Entrate tramite il portale online.
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