Il governo andrà avanti, ma ci sarà un rimpasto per riequilibrare i rapporti tra Lega e Movimento 5 Stelle dopo l’exploit del Carroccio alle elezioni europee.
Ogni volta che viene siglata una “pace”, la parte che si è seduta al tavolo delle trattative con i galloni del perdente deve sempre dare qualcosa in cambio per poter arrivare a stringere la mano alla controparte.
Il tanto atteso incontro tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini ha in qualche modo rasserenato il plumbeo cielo che aleggiava da qualche tempo sopra la maggioranza carioca, ma dopo il successo della Lega alle elezioni europee e il contemporaneo ridimensionamento del Movimento 5 Stelle adesso è in arrivo il più classico dei rimpasti di governo.
I pentastellati quindi sono pronti a cedere diverse poltrone alla Lega per sancire questo armistizio: oltre ai posti vacanti di commissario italiano presso l’UE e quello del dicastero degli Affari Europei, il Carroccio dovrebbe ottenere anche i ministeri della Salute e delle Infrastrutture, con il Movimento che invece starebbe cercando di tenere duro per quanto riguarda la Difesa e l’Ambiente.
Lega e 5 Stelle: via al rimpasto di governo
Il governo del cambiamento è pronto a ripartire da un termine tanto caro alla Prima Repubblica: rimpasto. Anche se in Parlamento sono sempre i 5 Stelle a essere il gruppo più numeroso, il risultato delle elezioni europee ha in qualche modo ribaltato il peso politico nel paese dei due partiti di maggioranza.
Per scongiurare una crisi di governo, altra espressione che ci riporta indietro ai tempi del Pentapartito, ecco che Luigi Di Maio e Matteo Salvini si sono dovuti incontrare faccia a faccia e stabilire le nuove linee guida della maggioranza.
Dopo l’apertura della procedura d’infrazione da parte di Bruxelles, l’intento del governo è al momento quello di andare dritto per la propria strada ribadendo la necessità di abbassare le tasse, escludendo anche una manovra correttiva e l’aumento dell’IVA nel 2020.
Aspettando di capire dove verranno trovati i tanti soldi necessari per mantenere fede a questi impegni, l’idea di fondo e di ricorrere in gran parte di nuovo al deficit, a breve ci potrebbero essere dei cambiamenti nella squadra di governo.
Appare scontato che la Lega otterrà, oltre agli Affari Esteri posto ora vacante dopo il passaggio di Paolo Savona alla Consob, la possibilità di nominare quello che sarà il prossimo commissario italiano permanente presso l’Unione Europea.
Da tempo però si parla anche di altri dicasteri pronti a cambiare il proprio inquilino. Chi da mesi viene dato con le valigie pronte è Danilo Toninelli, anche perché dopo gli addii di Armando Siri ed Edoardo Rixi il Carroccio non ha più propri esponenti ai vertici delle Infrastrutture.
Il Movimento da quanto si apprende sarebbe pronto anche a sacrificare il Ministero della Salute, ora retto da Giulia Grillo, per cercare di mantenere la Difesa e l’Ambiente giudicati strategici.
Matteo Salvini nelle scorse settimane ha puntato il dito contro Elisabetta Trenta e Sergio Costa, ma i 5 Stelle non possono permettersi di dare alla Lega anche la Difesa dopo la guida degli Interni.
Il Ministero dell’Ambiente poi è fondamentale per portare avanti molte delle battaglie grilline della prima ora, ma per rinsaldare le basi della maggioranza gialloverde Di Maio dovrà sacrificare anche qualche poltrona particolarmente cara al Movimento.
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