Elezioni europee, l’Italia indecisa tra Draghi o Lollobrigida come commissario: dalla scelta dipenderà un eventuale rimpasto di governo con tanti ministri che sarebbero a rischio.
In Italia ci sarà un rimpasto di governo dopo le elezioni europee di giugno? Durante la conferenza stampa di fine anno Giorgia Meloni ha allontanato questa ipotesi spiegando che “non auspico, non voglio e non lavoro a un rimpasto dei ministri, sono contenta della mia squadra”. Un cambio nei vari dicasteri però potrebbe diventare inevitabile il prossimo autunno.
Quando dopo l’estate a Bruxelles verranno scelti il nuovo presidente della Commissione europea e la sua squadra di commissari, ognuno dei 27 Stati membri dell’Unione europea avrà a disposizione una casella.
Se l’Italia non dovesse esprimere il prossimo presidente della Commissione europea, allora il governo dovrà indicare un proprio commissario che poi verrà vagliato da apposite commissioni: in passato non sono mancate delle bocciature anche clamorose. L’intera squadra di Palazzo Berlaymont poi avrà bisogno del voto di fiducia del Parlamento europeo per potersi insediare ufficialmente.
Stando agli ultimi sondaggi alle prossime elezioni europee Fratelli d’Italia dovrebbe fare il pieno di seggi, con Giorgia Meloni che poi dovrà scegliere chi mandare in rappresentanza del Belpaese in Europa. Le immancabili voci di corridoio parlano a riguardo di una sorta di sfida tra Mario Draghi e Francesco Lollobrigida.
Se alla fine la scelta dovesse ricadere su Francesco Lollobrigida ecco che a Roma si libererebbe la casella del dicastero dell’Agricoltura, con Giorgia Meloni che potrebbe cogliere la palla al balzo sostituendo diversi ministri e realizzando un vero e proprio rimpasto di governo.
Draghi o Lollobrigida: chi a Bruxelles dopo le europee?
Dopo la fine anzitempo del suo governo, di recente Mario Draghi ha accettato l’offerta da parte di Ursula von der Leyen di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea. Nei giorni scorsi così è avvenuta una sorta di processione a Milano dove l’ex premier ha incontrato una sessantina di top manager del gotha dell’industria comunitaria.
Di lui da tempo si parla come del possibile prossimo presidente della Commissione europea, ma il Ppe - che stando ai sondaggi dovrebbe continuare a essere il gruppo più numeroso a Bruxelles dopo le prossime elezioni europee - sembrerebbe essere intenzionato a voler riconfermare Ursula von der Leyen.
Per Draghi così si parla di un futuro ruolo da presidente del Consiglio europeo, un incarico importante, prestigioso e anche meno dispendioso dal punto di vista delle energie fisiche. A differenza della guida della Commissione europea si tratterebbe soprattutto di una posizione che non toglierebbe all’Italia il diritto di esprimere un proprio commissario.
Chi potrebbe indicare allora Giorgia Meloni come commissario? Visto che alle elezioni europee Fratelli d’Italia si appresta a sfiorare il 30%, probabilmente la premier vorrà pescare all’interno del suo partito e, al momento, tutte le strade sembrerebbero portare a Francesco Lollobrigida.
Paradossalmente sarebbe proprio il diretto interessato a essere titubante ad accettare un tale incarico, nel timore che un suo trasferimento a Bruxelles possa assomigliare a quello che i latini definivano promoveatur ut amoveatur, ovvero “sia promosso affinché sia rimosso”. In più per Lollobrigida ci sarebbe anche il rischio di una bocciatura della sua candidatura da parte dell’Ue.
Del resto le continue gaffe del ministro hanno creato più di un imbarazzo a Meloni, con la nomina del cognato a commissario - magari proprio all’Agricoltura - che potrebbe consentire alla presidente del Consiglio di innescare una sorta di effetto domino nei ministeri e di realizzare un vero e proprio rimpasto di governo.
Rimpasto di governo: chi sono i ministri a rischio?
Nelle scorse settimane si è parlato di un possibile rimpasto di governo dopo le elezioni europee in quanto Matteo Salvini, nella convinzione di poter migliorare a giugno il risultato ottenuto alle ultime politiche, sarebbe pronto a chiedere più spazio per la Lega all’interno dell’esecutivo.
Con i sondaggi che invece continuano a indicare la Lega sotto la soglia della doppia cifra, con alcune indagini che ipotizzano addirittura di un sorpasso da parte del listone Forza Italia-Noi Moderati-Udc ai danni del Carroccio, l’ipotesi di un rimpasto ha perso quota.
La possibile nomina di Francesco Lollobrigida a commissario europeo o la candidatura di qualche ministro alle elezioni europee potrebbe però cambiare le carte in tavola, rendendo inevitabile un rimpasto di governo.
Del resto sarebbero diversi i ministri che Giorgia Meloni sarebbe ben contenta di poter sostituire: Adolfo Urso (Made in Italy), Gennaro Sangiuliano (Cultura), Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente) e Daniela Santanchè (Turismo).
Naturalmente si tratta soltanto di voci con ogni discussione in merito a un possibile rimpasto che verrà affrontata solo dopo le elezioni europee, quando saranno le urne a decretare quale sia l’attuale “peso” reale dei partiti che compongono la maggioranza di governo.
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