Rinnovo contratto Forze Armate, l’accordo non è stato ancora raggiunto ma ci sono delle novità importanti. Aspmi ci spiega quali.
Il rinnovo di contratto delle Forze Armate è, almeno politicamente, a un punto fermo. Nonostante la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nei giorni scorsi abbia pubblicizzato un aumento di 197 euro, a oggi non siamo ancora vicini a un accordo.
La ragione ce la spiega l’Aspmi, l’Associazione sindacale professionisti militari. Ricordiamo, infatti, che la contrattazione per il triennio 2022-2024 vede per la prima volta sedere al tavolo delle trattative i sindacati delle Forze Armate e di Polizia (a ordinamento militare).
Aspmi ci dice che quelle cifre non corrispondono, almeno per il momento, alla realtà dei fatti, dal momento che il tavolo contrattuale è fermo proprio per “colpa” di Meloni. Nelle scorse settimane, infatti, i sindacati hanno fatto più volte richiesta per un incontro con la presidente, al fine di capire se c’è la volontà politica di stanziare più risorse, necessarie ad esempio per riconoscere un maggior incremento del salario accessorio rispetto a quanto è possibile fare con i soldi attualmente a disposizione. Un incontro che al momento non c’è ancora stato, bloccando di fatto nuovi sviluppi.
Per quanto comunque i tecnici stiano lavorando, di concerto con i sindacati appunto, per predisporre il miglior accordo possibile. A tal proposito, è notizia di queste ore che la Funzione pubblica ha emanato la propria piattaforma, ossia le proposte che intende supportare al tavolo contrattuale.
Ed è proprio questo documento a darci un’anticipazione delle misure che potrebbero essere introdotte con il nuovo contratto.
Rinnovo di contratto Forze Armate, la parte economica
Come anticipato, sulla parte economica pende la decisione finale della presidente Meloni, che dopo aver ascoltato le istanze dei sindacati dovrà sciogliere le riserve rispetto alla possibilità che possa esserci uno stanziamento di risorse aggiuntivo.
Per il momento l’obiettivo dichiarato dai sindacati è di garantire per il livello base (quindi il ruolo gerarchicamente più basso) un aumento netto di 100 euro al mese. Da lì poi si sale. D’altronde il rinnovo contrattuale riguarda un triennio caratterizzato dall’inflazione elevata: per questo è necessario riconoscere un aumento adeguato se si vuole contrastare la perdita del potere d’acquisto.
Ma bisognerà mettere mano anche al salario accessorio, intervenendo su alcuni strumenti che oggi “non rispettano la dignità del militare”. È il caso ad esempio dell’indennità forfettaria di guardia, il cui importo oggi supera a malapena i 3 euro netti per ogni ora. Come ci spiega Francesco Gentile, segretario generale di Aspmi, si sta lavorando a una modifica legislativa che potrebbe anche raddoppiare l’importo suddetto.
Importanti novità ci sono anche per il ruolo marescialli a cui il riordino dei ruoli ha previsto lo sviluppo nel ruolo direttivo senza però prevedere alcuna valorizzazione economica per le maggiori responsabilità previste. Con l’ultimo riordino dei ruoli è stata riconosciuta un’indennità simbolica di 1 euro e nel frattempo si è intervenuti con il Fesi per riconoscere, anche economicamente, un tale sviluppo. Con il nuovo contratto ci sarà un ulteriore step, con una valorizzazione dei gradi apicali (per coloro che hanno una certa anzianità nel ruolo) da attuare attraverso l’incremento dell’indennità simbolica suddetta e il riconoscimento di altre forme di istituti a oggi preclusi.
Rinnovo di contratto Forze Armate, la parte normativa
Per quanto riguarda l’aspetto normativo ci sono già delle conferme importanti su tre temi che Aspmi ha portato al tavolo:
- il riconoscimento dello strumento conosciuto come ferie o licenza solidale anche per il personale che deve assistere il coniuge e figli maggiorenni (oggi la norma è limitata ai figli minori);
- l’estensione del congedo parentale fino al compimento dei 12 anni (il limite oggi per le Forze Armate è di 6 anni);
- consentire al personale effettivo e in servizio presso gli organi centrali, di vertice, nonché a quello che frequenta corsi di formazione non in frequenza, come pure per qualsiasi reparto ove è possibile, di utilizzare la modalità del telelavoro e del cloud working. Questa è una novità molto importante in quanto garantirà una maggiore flessibilità al personale delle Forze Armate, a tutela ad esempio dei lavoratori pendolari che potranno così recarsi in caserma per meno giornate, ma non solo. Come ci spiega Gentile, alla luce degli errori commessi nelle operazioni di trasferimento questa modifica normativa consentirebbe di tutelare il personale che è stato penalizzato, permettendogli di svolgere il proprio lavoro da diversa sede.
Questi sono i tre punti maggiormente rilevanti tra quelli che possiamo quasi confermare. Ma ce ne sono altri, come ad esempio l’estensione dell’esonero della sovrapposizione completa dell’orario di servizio (su richiesta degli interessati) anche per il personale che ha il coniuge reclutato in altre Forze Armate o di Polizia.
Inoltre, si punta al ripristino della possibilità di esternalizzazione dei servizi armati, tagliati nei periodi di spending review ma che adesso potrebbe tornare per permettere al personale militare di compiere le mansioni più in linea con la propria missione.
Addestramento e operatività in questi anni sono state trascurate per permettere lo svolgimento di quelle mansioni che potrebbero benissimo essere svolte da servizi esterni: alla luce anche della situazione internazionale che richiede di avere uno strumento Difesa sempre pronto a intervenire nel caso in cui la situazione dovesse precipitare, è importante ripristinare una tale possibilità.
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