Aumento di stipendio per i dipendenti pubblici, sta per iniziare la trattativa per il rinnovo di contratto per il triennio 2022-2024. Ecco cosa sappiamo a riguardo.
Già quest’anno verranno avviate le trattative per il rinnovo di contratto della Pubblica amministrazione, scaduto l’1 gennaio 2022. Merito della legge di Bilancio 2024 con la quale vengono stanziate le risorse per raggiungere un accordo che possa tener conto dell’aumento del costo della vita rilevato nel triennio contrattuale.
Il governo Meloni ha fatto uno sforzo importante con la manovra, rinunciando persino ad altre misure (vedi la riforma delle pensioni) per stanziare le risorse necessarie al rinnovo: 8 miliardi di euro, di cui 3 miliardi per il 2024 e 5 miliardi per il 2025, che come spiegato dal ministro della Pubblica amministrazione (Paolo Zangrillo) rappresentano un terzo di tutte le risorse della legge di Bilancio.
Uno stanziamento importante che garantirà ai dipendenti pubblici un aumento di stipendio notevolmente più alto rispetto a quanto fatto dai rinnovi precedenti. Oltre a intervenire anche sulla parte normativa del contratto ovviamente, con la previsione di nuove regole con le quali verranno premiati i meriti dei dipendenti.
Nell’attesa che vengano avviate le trattative sul rinnovo, facciamo il punto della situazione analizzando ciò che sappiamo sul nuovo contratto, a partire da quella che dovrebbe essere la misura dell’aumento di stipendio riconosciuto ai dipendenti pubblici.
Rinnovo del contratto, quando verranno avviate le trattative
Come spiegato dal ministro della Funzione pubblica, Paolo Zangrillo, le trattative per il rinnovo di contratto della Pubblica amministrazione, triennio 2022-2024, verranno avviate già nelle prossime settimane.
Tuttavia, come anticipato, non tutte le risorse sono liberate già per quest’anno. Ragion per cui ci saranno comparti che avranno la precedenza, uno su tutti quello Difesa, Sicurezza e Soccorso pubblico, dove prima di avviare le trattative si attende che il ministero dell’Economia e delle Finanze dia il via libera definitivo al passaggio disciplinato dalla legge n. 46 del 2022, con la quale vengono istituiti i nuovi sindacati militari.
Ad avere la precedenza anche il comparto Sanità, per il quale ci sono 2,4 miliardi di euro riservati.
Per gli altri, dal comparto centrale agli enti locali, fino ad arrivare alla scuola, l’accordo per il rinnovo potrebbe slittare al prossimo anno.
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Aumento di stipendio rinnovo di contratto
L’aspetto che più interessa ai dipendenti pubblici ovviamente è quello economico, in quanto si domandano di quanto aumenta lo stipendio con il rinnovo.
Nel dettaglio, secondo le stime fatte nella relazione tecnica alla legge di Bilancio 2024, con le risorse a disposizione si dovrebbe arrivare a regime - quindi dall’1 gennaio 2025 - a un aumento di stipendio pari al 5,8% della retribuzione tabellare.
Un incremento medio e lordo che per la generalità dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici dovrebbe oscillare tra i 180 e i 190 euro lordi mensili. Dopodiché ci saranno gli arretrati, dai quali però verrà sottratto quanto già riconosciuto nel 2023 con l’incremento straordinario dell’indennità di vacanza contrattuale.
Un incremento senza precedenti, almeno se si guarda agli ultimi due rinnovi: ma d’altronde non poteva essere altrimenti considerando che l’inflazione accertata nel 2022 è stata pari all’8,1%, mentre nel 2023 è del 5,7%. Serviva quindi un segnale forte per compensare la svalutazione delle retribuzioni registrata in questi due anni.
Le novità normative
In questi giorni il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha firmato il primo atto che dovrà portare al rinnovo di contratto: si tratta della “Direttiva madre”, la quale detta le linee guida a cui dovrà attenersi il presidente dell’Aran (l’organo incaricato di portare avanti le trattative del rinnovo per conto dello Stato) nella definizione dell’accordo per il nuovo contratto.
La novità è che buona parte dei fondi a disposizione - in totale si tratta di 9,95 miliardi di euro, di cui 5,5 per il comparto Funzioni centrali, agenzie fiscali ed enti non economici - dovrà servire per finanziare gli istituti collegati alla produttività.
Ciò significa che d’ora in avanti ci sarà una maggiore attenzione al merito dei dipendenti, tanto per il riconoscimento dei premi quanto per autorizzare gli avanzamenti di carriera.
La valutazione dovrà essere soggettiva e attenta, al fine di evitare l’assegnazione di premi a pioggia (come invece succede spesso oggi). I giudizi dovranno essere attenti e differenziati: non si possono premiare tutti, serve individuare quelli che sono più meritevoli e riconoscere loro la giusta valorizzazione economica.
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