È sbarcato in Parlamento il testo del decreto che “corregge” il riordino delle carriere dei Vigili del Fuoco; per l’approvazione definitiva, però, bisognerà attendere la fine dell’anno.
Dopo mesi di discussioni, il testo del decreto legislativo con il quale saranno introdotti dei correttivi al riordino delle carriere dei Vigili del Fuoco è stato finalmente trasmesso alle Commissioni Bilancio della Camera dei Deputati e del Senato.
Ricordiamo che il suddetto decreto è stato approvato in extremis, a pochi giorni dalla scadenza; era il 6 luglio, infatti, quando il Consiglio dei Ministri ha approvato sia i correttivi per il riordino dei Vigili del Fuoco che per quello della Polizia di Stato, aprendo poi alla possibilità di rivedere in futuro anche quello delle altre Forze Armate.
Secondo le indiscrezioni che ci arrivano in merito, però, prima che l’iter legislativo si concluda ci vorrà ancora qualche mese; infatti, per il via libera da parte delle Commissioni parlamentari incaricate bisognerà attendere che vengano individuate le coperture economiche necessarie per procedere con le modifiche, le quali saranno stanziate con la Legge di Bilancio 2019.
Ma cosa cambierà una volta che il decreto con i correttivi verrà approvato? Ecco quali sono le novità previste e sulle quali è in atto la valutazione da parte delle Commissioni Bilancio di Camera e Senato.
Correttivi riordino Vigili del Fuoco
Per capire cosa cambierà riportiamo fedelmente quanto indicato nel decreto approvato lo scorso 6 luglio dal Consiglio dei Ministri. Nel dettaglio, qui sono elencate le seguenti novità:
- integrazione delle funzioni del Capo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco;
- rimodulazione dei percorsi di carriera del personale non direttivo e non dirigente che espleta funzioni operative, con innalzamento del titolo di studio richiesto per l’accesso ai ruoli iniziali e contestuale semplificazione dei passaggi di qualifica;
- valorizzazione del personale specialista, dotato di particolari capacità tecniche altamente professionali (aeronaviganti, nautici e sommozzatori), attraverso l’inquadramento in appositi ruoli con specifiche dotazioni organiche e uno sviluppo di carriera più articolato;
- costituzione di nuovi ruoli tecnico-professionali, al fine di individuare tutte le componenti del Corpo nazionale che svolgono specifiche attività professionali anche a integrazione delle strutture operative e, nel contempo, di valorizzarne le funzioni, con il riconoscimento di uno sviluppo di nuove carriere direttive e dirigenziali e con la semplificazione dei passaggi di qualifica;
- previsione di posizioni organizzative, articolate in funzione dei diversi livelli di responsabilità, sia per il personale direttivo operativo, sia per una quota parte dei direttivi appartenenti ai ruoli tecnico-professionali.
Come avrete notato le modifiche per i Vigili del Fuoco sono piuttosto consistenti visto che il decreto prevede una rimodulazione dei percorsi di carriera del personale operativo (non direttivo e non dirigente) con il relativo innalzamento del titolo di studio per accedere ai concorsi per i ruoli iniziali. Sempre per quanto riguarda il percorso di carriera, è prevista una semplificazione dei passaggi di qualifica.
Novità anche per il personale specialista, il quale verrà inquadrato in appositi ruoli con specifiche dotazioni organiche, nonché con uno sviluppo di carriera maggiormente articolato. Allo stesso tempo il Cdm ha dato il via libera alla costituzione di nuovi ruoli tecnico-professionali per i Vigili del Fuoco.
Tra i nuovi ruoli istituiti nei VV.FF. spicca quello dei direttivi aggiunti, al quale potrà prendere parte il personale del ruolo degli ispettori antincendi in possesso della laurea triennale.
Le novità mancanti
Purtroppo tra le novità preannunciate non ne figura alcuna riferita ai miglioramenti stipendiali; almeno per il momento, quindi, non ci sarà valorizzazione economica per i Vigili del Fuoco, anche se l’Esecutivo ha promesso che nei prossimi mesi tornerà sull’argomento.
Non bisogna dimenticare, infatti, che i Vigili del Fuoco ancora oggi godono di un trattamento economico meno vantaggioso di quello riconosciuto alle altre Forze di Polizia; una situazione che i sindacati, nonché tutto il personale in servizio, sperano venga risolta il prima possibile.
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