Riscatto della laurea, meglio pagare in un’unica soluzione o a rate? Attenzione ai limiti per la deduzione fiscale: ecco cosa conviene fare, per non perdere l’agevolazione.
Riscatto della laurea, è meglio pagare i contributi in un’unica soluzione o a rate?
Non è solo la disponibilità economica del contribuente a determinare la scelta, ma anche la convenienza fiscale.
La deduzione dei contributi versati per riscattare gli anni di studio universitario non prevede specifici paletti, ma si applica sulla base del reddito complessivo dichiarato.
Ed è su questo aspetto che bisogna prestare particolare attenzione, per valutare le scelte da compiere in merito alle modalità di versamento dei contributi da riscatto.
Riscatto della laurea, conviene pagare in un’unica soluzione o a rate? Occhio al Fisco
Sebbene resti particolarmente costoso riscattare gli anni di laurea, le agevolazioni fiscali previste consentono di abbattere, seppur in parte, l’onere dovuto.
È l’articolo 10 del TUIR, al comma 1 lettera e), a disporre la possibilità di deduzione dal reddito complessivo dei contributi previdenziali ed assistenziali,
“versati in ottemperanza a disposizioni di legge, nonché quelli versati facoltativamente alla gestione della forma pensionistica obbligatoria di appartenenza, ivi compresi quelli per la ricongiunzione di periodi assicurativi”.
In tale definizione rientrano anche le somme versate per riscattare il periodo di studi universitario.
Non ci sono limiti specifici alla deduzione dei contributi per il riscatto degli anni di laurea, ad eccezione dei vincoli previsti per la generalità delle spese che è possibile dedurre dal reddito complessivo.
Ed è su quest’ultimo aspetto che bisogna soffermarsi per scegliere come pagare l’onere da riscatto e, nello specifico, se versare l’importo dovuto in un’unica quota o spalmare il pagamento su più rate suddivise per diverse annualità.
A specificarlo è l’Agenzia delle Entrate, in una risposta fornita tramite la rivista telematica Fisco Oggi.
Riscatto della laurea, deduzione nel limite del reddito complessivo
Come per la generalità delle spese deducibili dalla dichiarazione dei redditi, i contributi pagati per il riscatto degli anni di laurea possono essere dedotti fino a concorrenza del reddito complessivo.
Si tratta di una limitazione insita nel meccanismo della deduzione, che opera in maniera opposta rispetto alle detrazioni fiscali.
In sostanza, se la detrazione abbatte l’importo dell’IRPEF, calcolata sulla base dei redditi indicati in dichiarazione, la deduzione agisce “alla fonte”, e riduce il reddito sul quale verrà poi calcolata l’imposta.
Non è possibile, per ovvie ragioni, portare in deduzione i contributi versati per il riscatto della laurea per un importo che supera il reddito complessivo. Ed è su tale aspetto che l’Agenzia delle Entrate invita a prestare particolare attenzione nel valutare come pagare l’onere dovuto, se in un’unica soluzione o a rate.
Per valutare la convenienza fiscale della scelta, bisognerà tener conto non solo del reddito complessivo conseguito nell’anno ma, per ovvie ragioni, anche delle ritenute subite, delle detrazioni per i carichi familiari e per i redditi da lavoro, così come di detrazioni e altre deduzioni o crediti d’imposta riconosciuti in dichiarazione dei redditi.
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