Quest’anno gli italiani scalano tutte le classifiche. Anche in cucina i risultati sono ottimi: quattro ristoranti italiani nel World’s Best Restaurants.
È René Redzepi, cuoco danese con ascendenze albanesi, come prevedevano i pronostici, il migliore ristoratore del mondo di questa edizione speciale dei World’s 50 Best Restaurants. Ma anche gli italiani salgono di classifica.
Infatti, è il Lido 84 dei fratelli Camanini a fare un salto di qualità: dalla posizione numero 78 arriva alla 15ᵃ: un orgoglio per la patria della cucina. Altri italiani sono destinati a rimanere nella storia della cucina: Piazza Duomo di Enrico Crippo, Reale di Niko Romito e Le Calandre dei fratelli Alajmo.
Con la cerimonia della diciannovesima edizione dei World’s 50 Best Restaurants, il mondo della gastronomia e della ristorazione riparte lanciando un messaggio di speranza dal palco della Queen Elizabeth Hall di Anversa.
Chi sono nello specifico i quattro ristoranti italiani in classifica
Il primo è Riccardo Camanini con Lido 84.
Classe 1973, bergamasco, ha in curriculum l’Albereta di Erbusco con Gualtiero Marchesi, Le Manoir aux Quat Saison con Raimond Blanc, La Grande Cascade a Parigi, con Jean-Louis Nomicos, che è come dire Alain Ducasse, e la Villa Fiordaliso a Gardone Riviera, intervallata da incursioni in varie cucine in giro per l’Europa, e passare poi nel 2014 al Lido 84, sempre a Gardone Riviera, dopo 6 mesi dall’apertura ottiene la prima stella Michelin.
Si piazza 15° nella classifica di World’s 50 Best Restaurants.
Il secondo è Enrico Crippo con Piazza Duomo.
Enrico Crippa nasce a Carate Brianza nel 1971. Da suo padre impara ad amare la bicicletta, dal nonno la passione per il mercato e il cibo sano a km zero. Dopo il diploma alberghiero comincia l’apprendistato da Gualtiero Marchesi a Milano per poi volare all’estero, dove collabora con i migliori chef europei.
Nel 1996 avvia a Kobe il ristorante di Marchesi e resta in Giappone fino al 1999: tre anni fondamentali per la maturazione del suo immaginario. Nel 2003, l’incontro con la famiglia Ceretto, con la quale inizia nel 2005 il progetto del ristorante albese di Piazza Duomo.
Talento e impegno vengono premiati dalle stelle Michelin: la prima arriva nel 2006, la seconda nel 2009 e, nel 2012, arriva anche la terza. Lo stesso anno Crippa diventa presidente di giuria per il Bocuse d’Or. Si piazza 18° in classifica.
Il terzo è Niko Romito con Reale.
Niko Romito dal 2000 gestisce con Cristiana Romito il ristorante Reale. Cuoco autodidatta, profondamente legato al suo Abruzzo, in soli 7 anni ha conquistato 3 stelle Michelin.
Ha cominciato a Rivisondoli, nell’ex pasticceria di famiglia, divenuta trattoria, e nel 2011 ha trasferito il Reale a “Casadonna”, ex monastero del ’500 a Castel di Sangro. Attraverso una ricerca incessante e con uno spiccato approccio imprenditoriale, Romito percorre la strada dell’essenzialità, dell’equilibrio e del gusto.
In poco tempo ha saputo creare un linguaggio gastronomico incisivo e personale, e un sistema complesso in cui coesistono alta cucina, format di ristorazione diffusa, formazione superiore e prodotti per il consumo domestico.
Per ultimi, ma non per importanza troviamo i fratelli Aljamo con il ristorante Le Calandre.
Nato a Padova nel 1974, Massimiliano (Max) Alajmo ha trascorso buona parte della sua infanzia all’interno de Le Calandre – il suo parco giochi – a fianco di mamma Rita. Dopo aver frequentato l’Istituto Alberghiero di Abano Terme e approfondito la sua formazione nelle cucine di Alfredo Chiocchetti, Marc Veyrat e Michel Guérard, nel 1994 prende le redini della cucina de Le Calandre.
Nel 2002 la Guida Michelin attribuisce le tre stelle al ristorante: Max, a soli ventotto anni, diventa così il più giovane chef al mondo a ottenere questo prestigioso riconoscimento. Oggi, facendo base a Le Calandre, centro creativo nonché laboratorio culinario, supervisiona e gestisce le cucine dei locali del Gruppo.
Nato a Padova nel 1968, Raffaele (Raf) Alajmo, inizia la sua carriera affiancando il padre Erminio nel servizio in sala a Le Calandre in veste di sommelier. Approfondisce la conoscenza del mondo del vino frequentando i maestri viticultori, gli osti e le più importanti cantine italiane e francesi.
Nel 1994 assume la direzione del ristorante, mirando anzitutto a valorizzare il talento del fratello Max. Dopo aver gestito Le Calandre per oltre vent’anni, ha avviato operazioni di business aziendale in continua espansione, divenendo la forza trainante del Gruppo a livello imprenditoriale. Oggi è C.E.O. e maître des lieux del Gruppo Alajmo.
I migliori ristoranti al mondo: la classifica completa
Visti i ristoranti italiani, vediamo qual è la classifica completa dei migliori ristoranti al mondo secondo il World’s 50 Best Restaurants.
- 1) Noma, Copenaghen, Danimarca
- 2) Geranium, Copenaghen, Danimarca
- 3) Asador Etxebarri, Atxondo, Spagna
- 4) Central, Lima, Perù
- 5) Disfrutar, Barcellona, Spagna
- 6) Frantzen, Stoccolma, Svezia
- 7) Maido, Lima, Perù
- 8) Odette, Singapore
- 9) Pujol, Città del Messico, Messico
- 10) The Chairman, Hong Kong
- 11) Den, Tokyo, Giappone
- 12) Steirereck, Vienna, Austria, premiato anche per l’ospitalità
- 13) Don Julio, Buenos Aires, Argentina
- 14) Mugaritz, San Sebatian, Spagna
- 15) Lido 84, Gardone Riviera, Italia, la più alta new entry
- 16) Elkano, Getaria, Spagna
- 17) A casa do porco, San Paolo, Brasile
- 18) Piazza Duomo, Alba, Italia (era 29° nel 2019)
- 19) Narisawa, Tokyo, Giappone
- 20) Diverxo, Madrid, Spagna
- 21) Hisa Franko, Caporetto, Slovenia
- 22) Cosme, New York, Usa
- 23) Arpege, Parigi, Francia
- 24) Septime, Parigi, Francia
- 25) White Rabbit, Mosca, Russia
- 26) Le Calandre, Rubano, Italia (era 31° nel 2019)
- 27) Quintonil, Città del Messico, Messico
- 28) Benu, San Francisco, Usa
- 29) Reale, Castel di Sangro, Italia (era 51° nel 2019)
- 30) Twins Garded, Mosca, Russia
- 31) Restaurant Tim Raue, Berlino, Germania
- 32) The Clove Club, Londra, Regno Unito
- 33) Lile’s, Londra, Regno Unito
- 34) Burnt Ends, Singapore
- 35) Ultraviolet, Shangai, Cina
- 36) Hof van Cleve, Kruishoutem, Belgio
- 37) Singlethread, Healdsburg, Usa
- 38) Borago, Santiago, Cile, premiato anche per la sostenibilità
- 39) Florilege, Tokyo, Giappone
- 40) Suhring, Bangkok, Tailandia
- 41) Allenò Paris, Pavillon Ledoyen, Parigi, Francia
- 42) Belcanto, Lisbona, Portogallo
- 43) Atomix, Ny, Usa
- 44) Le Bernardin, Ny, Usa
- 45) Nobelhart & Schutzig, Berlino, Germania
- 46) Leo, Bogotà, Colombia
- 47) Maaemo, Oslo, Norvegia
- 48) Atelier Crenn, San Francisco, Usa (era 35a nel 2019, premiata con l’Icon Award)
- 49) Azurmendi, Larrabetzu, Spagna
- 50) Wolfgat, Paternoster, Sud Africa
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