Primarie USA 2020: i risultati del voto in sei Stati indicano la vittoria netta di Joe Biden. Il moderato democratico domina anche il Michigan, dove sono in palio 125 delegati. Corsa finita per Sanders? Tutti i risulati di martedì 10 marzo.
Primarie USA 2020: i risultati del voto in 6 Stati sono un trionfo per Joe Biden. A scrutinio quasi concluso, l’ex vicepresidente dell’ala moderata dei dem è già vincitore in 4 Stati, tra i quali il Michigan, importante per i suoi 125 delegati in palio.
Dopo la sorprendente volata del Super Tuesday, quindi, Biden sembra non avere più avversari, mentre Sanders tenta di restare in corsa ma, a questo punto, con difficoltà.
Sul fronte repubblicano nessuna sorpresa, con Trump saldamente in testa e vincitore in modo netto in tutti gli Stati.
Di seguito, i risultati nel dettaglio delle primarie USA di martedì 10 marzo, con un focus sui democratici.
Risultati live primarie USA 2020 di martedì 10 marzo
Altro martedì di voto negli USA. Si sono concluse le consultazioni in 6 gli Stati chiamati a scegliere il candidato preferito per la nomination di democratici e repubblicani.
Ecco i risultati delle Primarie USA del 10 marzo, che hanno messo in palio 352 delegati totali per i democratici, ai quali si sono aggiunti i 13 scelti dagli elettori di partito all’estero. Per quanto riguarda i repubblicani si è votato per 271 delegati, tutti vinti da Trump.
Nel dettaglio, questi i risulati democratici negli Stati:
- Idhao (scrutinio 100%) - delegati dem 20
Joe Biden: 48,9%
Bernie Sanders: 42,5%
Tulsi Gabbard: 0,8%
- Michigan (scrutinio 100%) - delegati dem 125
Joe Biden: 52,9%
Bernie Sanders: 36,4%
Tulsi Gabbard: 0,6%
- Mississippi (scrutinio 100%) - delegati dem 36
Joe Biden: 81,1%
Bernie Sanders: 14,8%
Tulsi Gabbard: 0,4%
- Missouri (scrutinio 100%) - delegati dem 68
Joe Biden: 60,1%
Bernie Sanders: 34,6%
Tulsi Gabbard: 0,7%
- North Dakota (scrutinio 100%) - delegati dem 14
Joe Biden: 39,8%
Bernie Sanders: 53,3%
Tulsi Gabbard: 0,6%
- Washington (scrutinio 67%) - delegati dem 89
Joe Biden: 32,5%
Bernie Sanders: 32,7%
Tulsi Gabbard: 0,8%
Sistema di voto Primarie USA
Le votazioni di oggi 10 marzo si svolgono secondo le regole specifiche di ogni Stato, che differiscono (oltre che per il numero di delegati in palio) anche per gli elettori ammessi a partecipare alle consultazioni.
Nel dettaglio sono previste elezioni: aperte, per tutti gli elettori anche non registrati alle liste di partito e chiuse, dove votano soltanto gli elettori iscritti con l’affiliazione al partito. Nello Stato del Dakota dl Nord si vota con il particolare sistema dei caucus, attraverso il quale le preferenze sui candidati vengono espresse attraverso raggruppamenti fisici di tutti i sostenitori della stessa persona.
Per quanto riguarda il sistema di scelta dei candidati, la regola generale è che ha diritto alla ripartizione dei delegati chi supera la soglia del 15% delle preferenze. Naturalmente, più sono i candidati in corsa a raggiungere tale livello, maggiore sarà la ripartizione dei delegati a disposizione.
I candidati democratici e repubblicani
Dopo il Super Tuesday, il numero di candidati democratici in corsa si è ridotto a tre, con evidente attenzione sui due esponenti di spicco del partito che si contendono effettivamente la nomination: Joe Biden e Bernie Sanders.
Candidato | Ruolo |
---|---|
Joe Biden | Ex vice presidente con Obama |
Tulsi Gabbard | Deputata delle Hawaii |
Bernie Sanders | Senatore del Vermont |
Si sono ritirati Elizabeth Warren, Pete Buttigieg e Amy Klobuchar, con gli ultimi due che hanno scelto di appoggiare Joe Biden così come Michael Bloomberg, che dopo il flop del 3 marzo ha scelto il passo indietro, facendo endorsement per l’ex vicepresidente.
Situazione più chiara per quanto riguarda i Repubblicani, dove in totale i candidati sono al momento tre. L’esito delle consultazioni, però, è quasi scontato a favore di Donald Trump.
Candidato | Ruolo |
---|---|
Bill Weld | Ex governatore del Massachusetts |
Rocky De La Fuente | Businessman |
Donald Trump | Presidente degli Stati Uniti |
Donald Trump non sembrerebbe avere avversari in grado di mettere in dubbio una sua vittoria, con le grane per il tycoon che potrebbero arrivare più dall’esterno che dall’interno del partito.
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