Tempi tecnici troppo brevi e scadenze da riscrivere per la rottamazione quinquies, quando arriva la nuova sanatoria?
Quando partirà la rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali? Quali sono i debiti che ci rientreranno? Quasi sicuramente non arriverà in primavera, come più volte annunciato. Il primo trimestre del 2025 è ormai trascorso senza che si sia fatto nessun passo avanti nella definizione della norma che dovrà contenere la nuova sanatoria e, anche inserendola in un disegno di legge “veloce” sarebbe necessario riscrivere tutte le scadenze.
Ricordiamo, infatti, che nella proposta di legge all’esame in Parlamento la data entro cui presentare domanda di adesione era fissata al 30 aprile con conseguente risposta di accettazione da parte dell’Agenzia delle Entrate entro il 30 giugno e pagamento della prima rata entro il 31 luglio. Non ci sono i tempi tecnici per questa tabella di marcia e a puntare l’attenzione sulla necessità di riscrivere le scadenze è stato il il direttore dell’Agenzia delle Entrate Vincenzo Carbone.
I tempi necessari sono più lunghi e in essi va considerato anche che il partner tecnologico del Fisco, Sogei, deve avere anche il giusto tempo per rilasciare i servizi relativi alla presentazione e alla gestione della domanda.
L’arrivo di una nuova sanatoria delle cartelle esattoriali potrebbe non essere così scontato come si crede e la nuova rottamazione potrebbe arrivare con tempi più lunghi del previsto.
Quando arriva la rottamazione quinquies?
Le scadenze della rottamazione vanno riscritte, come anticipato. Questo significa non solo rimettere mano alla proposta di legge, ma anche prevedere, magari, un perimetro di applicazione più largo.
Da tenere presente, inoltre, che la Commissione istituita per l’analisi del magazzino dell’Agenzia delle Entrate Riscossione dovrà proporre le soluzioni possibili per il discarico delle cartelle esattoriali rispettando determinate tempistiche ed entro il 31 dicembre 2025 dovrà avanzare proposte per i carichi affidati alla riscossione dal 2000 al 2010.
I lavori della Commissione potrebbero avere un ruolo determinante nella previsione dei provvedimenti futuri in ambito riscossione e proprio per questo si pensa che, arrivando i dati entro la fine dell’anno, la rottamazione quinquies potrebbe essere inserita nella Legge di Bilancio 2026. In ogni caso, anche se così non fosse, non si può sperare in una attuazione della sanatoria prima dell’estate. Molto più probabile che eventuali novità al riguardo arrivino verso l’ultima parte del 2025.
La rottamazione quinquies di Gusmeroli
Potrebbe arrivare in primavera la rottamazione delle cartelle esattoriali fino al 31 dicembre 2023 da versare in 120 rate con decadenza dopo sei rate saltate. La proposta, tra l’altro, incassa il via libera di Giancarlo Giorgetti che non smentisce di essere d’accordo con la sua attuazione.
La dichiarazione di Giorgetti, tra l’altro, è rafforzata da una nota della Lega
Giancarlo Giorgetti ha confermato che al Mef sono già al lavoro per trovare una soluzione tecnica. La proposta sarà, come sempre, condivisa con gli alleati.
Se si prendessero in considerazione, come raggio di azione, solo gli ultimi 6 mesi del 2022 (la quater arriva fino al 30 giugno) il costo oscillerebbe tra 1 e 2 miliardi di euro.
Proprio per l’impegno abbastanza ridotto e per il buon senso che la proposta fa trasparire, il ministro Giorgetti si è assunto l’impegno di trovare le coperture necessarie. Come termine di approvazione si è ipotizzata la primavera.
La rottamazione quinquies della Lega è differente
Con la quinta edizione della rottamazione le cose potrebbero essere differenti. La proposta di legge prevedeva una rottamazione con pagamenti mensili (e quindi di importo più basso) e con dilazione in 10 anni (che abbasserebbe ancora di più l’importo delle rate).
Il periodo di azione sarebbe per i carichi affidati alla riscossione da luglio 2022 al 31 dicembre 2023. Inoltre, per arginare le decadenze, sarebbe prevista anche la possibilità di non far decadere il piano al primo ritardo, ma di consentire la permanenza nel beneficio anche a chi non versa fino a 6 rate.
La proposta potrebbe essere l’idea vincente per consentire ai contribuenti di rientrare dei propri debiti con termine più favorevoli e con condizioni più agevoli.
Il flop della rottamazione quater
La rottamazione quater, ancora in corso, pur avendo rappresentato per moltissimi contribuenti una sanatoria che ha permesso di pagare i debiti con il Fisco alleggerendo le degli importi di sanzioni e interessi (riferita ai debiti iscritto a ruolo tra il 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022) ha visto molti decaduti per i quali quest’anno è stata prevista una riammissione.
Quello che l’esecutivo dovrebbe imparare è non commettere gli stessi errori del passato. Tutte le precedenti versioni della rottamazione (quattro per l’appunto) hanno registrato percentuali di decadenza molto alte.
Il motivo va ricercato innanzitutto nell’importo troppo elevato di prima e seconda rata: per chi ha debiti ingenti con il Fisco dover pagare il 20% nel giro di un mese non è facilissimo. Supponiamo che il debito iniziale, senza sanzioni e interessi, sia di 30.000 euro, il contribuente avrebbe dovuto versare 3.000 euro entro il 31 ottobre e altri 3.000 euro entro il 30 novembre.
Già questo ha portato molti contribuenti a gettare la spugna non appena ricevuta la comunicazione delle somme dovute: le due rate impossibili da versare nel giro di 30 giorni hanno fatto perdere al Fisco la possibilità di incassare quei debiti, magari con rate di importo più basso.
Anche il piano di ammortamento della rottamazione quater (e delle precedenti) presenta dei limiti: il debito va suddiviso in 18 rate totali e anche se la cadenza è trimestrale in alcuni mesi coincide con altre scadenze fiscali importanti (si pensi ad esempio alla scadenza di novembre che coincide con la data ultima di versamento del secondo acconto 2024 dell’Irpef). Poi va considerato che ogni rata successiva alla seconda era pari al 5% del debito.
Sicuramente la definizione agevolata è già un grosso aiuto per i contribuenti che hanno debiti con il Fisco, ma bisogna considerare anche che la maggior parte di chi ha contratto questi debiti non ha soldi per onorarli in breve tempo. La prossima rottamazione, quindi, dovrebbe essere strutturata a misura del contribuente per fare in modo che riesca a sanare le propria situazione debitoria in modo agevole, e proprio in questo appare differente.
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