Dai presidenti di Camera e Senato ai ministri del nuovo governo, a chi andranno i ruoli chiave della legislatura guidata da Giorgia Meloni?
A chi andranno i ruoli chiave del nuovo governo, per esempio i presidenti di Camera e Senato? Le elezioni politiche 2022 sono state vinte da Giorgia Meloni, e con dei dati che non lasciano dubbi: la maggioranza della nuova legislatura si è delineata con chiarezza. Ad avere l’ultima parola sarà la leader di Fratelli d’Italia, che ha anche detto, durante la campagna elettorale, di avere già pronta la lista di ministri.
Tuttavia, le regole del «galateo istituzionale» vogliono che i ministeri chiave (Esteri, Difesa, Economia, Interni, Giustizia) e il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio debbano essere decisi insieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Anche perché con i ministeri come Esteri e Difesa ci sono in ballo non solo gli equilibri, ma anche la posizione geopolitica dell’Italia rispetto agli equilibri europei.
A chi andranno i ruoli chiave della nuova legislatura? Chi potrebbero essere i presidenti delle Camere
Partiamo dai presidenti di Camera e Senato. Le due figure andranno elette entro il 13 ottobre: la scadenza dei 20 giorni dalla data delle elezioni è stabilita dalla Costituzione, all’articolo 61. Per l’elezione del presidente del Senato arriva al massimo al quarto scrutinio: primo e secondo voto sono a maggioranza assoluta dei componenti, il terzo voto è a maggioranza assoluta dei senatori presenti. Se non si raggiunge nemmeno questa maggioranza, si procede al ballottaggio. L’elezione del presidente della Camera funziona in modo diverso: per il primo scrutinio servono i due terzi dei componenti, mentre al secondo e terzo voto il quorum si abbassa a due terzi dei votanti. Dal quarto scrutinio serve solo la maggioranza assoluta dei voti e si procede a oltranza.
Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia che ha ottenuto un sorprendente +8% sia alla Camera che al Senato (stando praticamente alle calcagna della Lega), non nasconde un certo interesse per la presidenza del Senato. Carica che potrebbe, secondo alcuni, anche essere offerta al leader della Lega Matteo Salvini.
Per quanto riguarda il presidente della Camera, invece, tra i nomi più papabili c’è Antonio Tajani (di Forza Italia), oppure Giancarlo Giorgetti, della Lega.
C’è da dire che per ora si vocifera di Tajani alla Difesa, e di Giorgetti allo Sviluppo Economico.
Il nodo del Viminale: che ruolo avrà Salvini nel nuovo governo?
Una dei ruoli chiave è senza dubbio quello del ministro dell’Interno. Matteo Salvini ha particolarmente amato questo ruolo durante il governo Lega-Movimento 5 Stelle, tanto da dire in campagna elettorale, giovedì scorso in piazza del Popolo, di non vedere l’ora di “fermare di nuovo gli sbarchi”. Eppure, la sua nomina appare improbabile per una serie di motivi: primo fra tutti, Salvini è indagato per sequestro di persona, è sotto processo per l’inchiesta Open Arms. Non proprio il candidato ideale, considerando che l’UE guarderà con attenzione tutto quello che succederà in Italia Salvini al ministero dell’Interno servirebbe solo ad allarmare ancora di più l’Europa.
Ecco, quindi, che allora spunta l’idea di farlo diventare presidente al Senato, anche se molti ritengono improbabile questa ipotesi. Si parla, perciò, di ministeri come lo Sviluppo Economico o l’Agricoltura (in lista per quest’ultimo ci sarebbe anche Ettore Prandini, presidente Coldiretti).
Ma allora chi ci sarà al ministero dell’Interno? Le prime ipotesi vedono Matteo Piantedosi, già capo di gabinetto del leader leghista, oppure il prefetto (candidato con FdI) Giuseppe Pecoraro.
I ruoli chiave della nuova legislatura: chi diventerà ministro?
Al ministero dell’Economia e delle Finanze, altro ruolo chiave, Giorgia Meloni vorrebbe un tecnico: Fabio Panetta, membro del board della Bce, potrebbe andare al Mef con la prospettiva di concorrere per il posto di governatore di Bankitalia in primavera.
Anche gli Esteri verrebbero affidati a un tecnico: secondo le ipotesi più accreditate ci sarebbero in lista l’ambasciatore Giulio Terzi, Elisabetta Belloni, direttrice del Dis ed ex segretaria generale della Farnesina, oppure Guido Crosetto (consigliere di Giorgia e co-fondatore di FdI).
Il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio vedrebbe due candidati: Giovanbattista Fazzolari, responsabile del programma di FdI, e Crosetto (qualora non andasse al ministero degli Esteri).
Al ministero della Difesa si parla, come anticipato, di Tajani, ma c’è in lista anche Adolfo Urso (FdI), presidente uscente del comitato parlamentare sui Servizi.
Due nomi, per ora, anche per la Giustizia: l’ex magistrato Carlo Nordio (fdI) oppure Giulia Bongiorno (Lega). Il Lavoro, invece, potrebbe essere affidato al politologo e sociologo Luca Ricolfi.
È ancora presto per avere tutti i dettagli: Meloni prima vorrà avere chiaro e valutare i rapporti di forza con gli alleati, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, considerando però che soprattutto la leadership della Lega è a rischio, visti i deludenti risultati di queste elezioni.
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