La Russia è penetrata per la prima volta nel mar Adriatico, bloccando i movimenti della portaerei Truman della Nato. Ecco come, perché e quali possono essere le conseguenze di ciò che sta accadendo.
Aumentano le preoccupazioni nel Mediterraneo: la Russia avanza e ha provato - solo 3 settimane fa - a ostacolare qualsiasi movimento della portaerei statunitense Truman nel mar Adriatico, mare che gioca un ruolo strategico essenziale essendo quello più vicino ai campi da guerra in Ucraina.
Continua quindi la silente sfida nel bacino mediterraneo tra la flotta russa e quella della Nato, una sfida che registra momenti di profonda tensione, specialmente quando le due forze si trovano a distanze molto ravvicinate.
Dall’inizio della guerra in Ucraina la flotta russa non aveva mai avuto l’ardire di solcare le acque dell’Adriatico. È anche vero però che non è la prima volta che le navi di Mosca si trovino al largo delle coste italiane. Pochi mesi fa si trovavano al largo della Sicilia e della Calabria, per sorvegliare le esercitazioni dell’Alleanza Atlantica.
Di fronte a questo valzer tra la Russia e la Nato al largo delle coste italiane è naturale domandarsi cosa sia successo, perché e quali potrebbero essere le conseguenze. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
La Russia ha bloccato il mar Adriatico: ecco come e cosa è successo
La Russia è penetrata nel mar Adriatico, per la prima volta dall’inizio della guerra, solo per ostacolare i movimenti della Nato. Lo scorso 22 luglio il caccia “Ammiraglio Tributs ” ha superato il canale di Otranto, risalendo a Nord superando anche il Gargano, trovandosi a largo delle coste abruzzesi.
Lo stesso tragitto lo ha percorso anche l’incrociatore “Varyag”, con le sue batterie di missili a lungo raggio, rimanendo al largo delle spiagge del Salento, tenendo sotto tiro con i suoi radar il passaggio per l’Adriatico, di fatto bloccandone l’accesso. Insieme all’incrociatore anche il “Vasily Tatishchev”: un battello spia, con strumentazioni per intercettare comunicazioni radio, per studiare la reazione della Nato all’incursione russa.
Reazione che non si è fatta attendere. Un vero “duello” - come scrive anche La Repubblica - tra i comandi Nato per dimostrare a Mosca che non avrebbero rinunciato al controllo del varco tra Ionio e Adriatico. Decisione che ha visto i due incrociatori, Varyag e l’omologo americano Forrest Sherman, a meno di cento chilometri di distanza. I russi sul versante adriatico, gli statunitensi su quello ionico, con la portaerei “Truman” più a sud con i suoi sessanta cacciabombardieri F18 Hornet e una scorta dell’Us Navy. Uno scenario da guerra fredda.
Una situazione di stallo che ha aumentato la tensione al largo delle coste dell’Adriatico. Al momento non si è a conoscenza di quale sia la posizione attuale delle navi russe e se la loro attività sia stata accompagnata anche da un sottomarino. Intanto ieri i velivoli da ricognizione italiani sono tornati a presidiare le acque tra la Calabria e la Grecia, insistendo su alcune posizioni. C’è il sospetto che almeno una delle navi russe sia ancora in zona.
La Russia ha bloccato il mar Adriatico: perché
Dall’inizio della guerra la presenza di Mosca nel Mar Mediterraneo ha sempre avuto un ruolo strategico, le navi russe si sono spesso mosse al largo delle coste italiane, solo per controllare da vicino - ombreggiare in gergo militare - le esercitazioni dell’Alleanza Atlantica, ma non solo.
Il Mediterraneo oltre a essere un’area rilevante dal punto di vista geopolitico per le rotte mercantili, costituisce da sempre dei corridoi privilegiati per gli spostamenti delle flotte militari statunitensi ed europee. Bloccare l’accesso alle navi della Nato al mar Adriatico non è stato solo una dimostrazione di forza, sempre nella logica di una strategia di deterrenza, per indicare la capacità di colpire gli avversari, ma anche una mossa strategico-militare per impedire qualsiasi movimento alla portaerei Truman - l’ammiraglia dello schieramento Nato nel Mediterraneo che negli ultimi mesi si sposta spesso lungo una rotta dalla Sicilia all’Adriatico.
Il Mar Adriatico è infatti il mare più vicino ai campi di battaglia dell’Ucraina, l’area dalla quale missili e aerei dell’Alleanza potrebbero intervenire rapidamente sulla linea dei combattimenti.
La Russia ha bloccato il mar Adriatico: le possibili conseguenze
Ormai nel mar Mediterraneo aumentano le prove di forza tra la Russia e la Nato. Non per ultima quella del 22 luglio, quando la Russia ha bloccato - momentaneamente - il mar Adriatico e la pronta risposta dell’Alleanza e non si possono stabilire con certezza quali saranno le possibili conseguenze di tali azioni.
Intanto pochi mesi fa, davanti alla presenza russa nel Mediterraneo, la rivista online dell’Istituto Affari Internazionali ha ricordato che la presenza navale russa nel Mediterraneo non va sottovalutata, anche se si tratta soprattutto di uno strumento di deterrenza. E ipotizza:
Nel remoto caso di un conflitto tra Mosca e la Nato, la flotta russa probabilmente cercherebbe soprattutto di colpire le infrastrutture alleate nella regione e disturbare le manovre occidentali nel bacino utilizzando le proprie capacità missilistiche. Detto questo, le debolezze strutturali russe rendono difficile per Mosca contestare la supremazia navale occidentale.
La possibilità di uno scontro diretto nel Mediterraneo secondo l’Istituto è ancora molto bassa, ma - come ricorda anche un articolo di Repubblica - è di pochi giorni fa un documento strategico del Cremlino che ha ribadito l’importanza delle rotte del Mediterraneo orientale per “l’interesse nazionale” della Russia, motivo per il quale si assiste a queste azioni che rientrano sempre in quella strategia di deterrenza cara alla guerra fredda.
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