Russia, miliardari sempre più ricchi con il boom dell’economia di guerra

Violetta Silvestri

9 Luglio 2024 - 10:49

In Russia i magnati amici di Putin hanno guadagnato più di 11 miliardi di dollari nel 2023 e fino al primo trimestre 2024. Il motivo è proprio il boom dell’economia di guerra russa.

Russia, miliardari sempre più ricchi con il boom dell’economia di guerra

Mentre si continua a discutere sui reali effetti delle sanzioni contro la Russia, un dato offre un ulteriore spunto per capire quanto la guerra stia colpendo davvero l’economia di Mosca.

I magnati russi hanno ricevuto miliardi di dollari in dividendi poiché le loro aziende hanno ripreso o aumentato i pagamenti, in un contesto di attenuazione dell’incertezza economica dovuta al conflitto. Tra i ricchi che hanno visto incrementare il loro patrimonio, molti hanno stretti legami con Putin e includono alcuni che sono stati sanzionati per la guerra che è ormai al suo terzo anno.

Un’ulteriore prova, quindi, che gli effetti delle misure di ritorsione avanzate dall’Occidente hanno effetti controversi. Gli Stati Uniti e i suoi alleati hanno imposto sanzioni radicali alla Russia in risposta all’invasione del febbraio 2022, spingendo molte aziende a sospendere i pagamenti dei dividendi a causa dell’incertezza su un potenziale crollo economico. Tali timori non hanno trovato pieno riscontro e l’economia russa si è gradualmente adattata alle nuove condizioni, con gli esportatori che hanno trovato mercati alternativi.

Dopo la contrazione registrata nell’anno successivo all’inizio della guerra, l’economia russa si è ripresa rapidamente, poiché il governo ha speso ingenti somme per espandere l’industria della difesa, proteggere le imprese nazionali dall’impatto delle sanzioni e fornire sostegno sociale alle famiglie. I problemi, ovviamente, non mancano e la Russia potrebbe trovarsi dinanzi a sfide finanziarie complesse nei prossimi mesi.

L’aumento di ricchezza dei miliardari russi, però, avanza riflessioni su cosa realmente stia accadendo nel Paese. Con valutazioni interessanti proprio sugli effetti delle sanzioni.

Magnati russi incassano miliardi grazie alla guerra. Chi sono i più ricchi?

Almeno una dozzina di imprenditori ha guadagnato più di 1 trilione di rubli (11,3 miliardi di $) nel 2023 e nel primo trimestre di quest’anno, secondo i dati sui dividendi compilati da Bloomberg da informazioni divulgate pubblicamente.

Vagit Alekperov, azionista chiave ed ex presidente del gigante petrolifero Lukoil PJSC, è in cima alla lista con circa 186 miliardi di rubli in dividendi. È sanzionato dal Regno Unito e dall’Australia, ma finora ha evitato le sanzioni degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.

I miliardari Alexey Mordashov, di Severstal PJSC, e Vladimir Lisin, di Novolipetsk Steel PJSC, si classificano subito dopo, con 148 miliardi e 121 miliardi di rubli di dividendi rispettivamente. Mordashov è sotto sanzioni da parte di Stati Uniti, Regno Unito e Ue, mentre Lisin non è sottoposto a rilevanti restrizioni.

L’elenco include anche l’alleato miliardario di Putin, Gennady Timchenko, e Tatyana Litvinenko, che ha ricevuto una quota di PhosAgro PJSC prima che suo marito Vladimir venisse sanzionato dagli Stati Uniti nel 2023.

Vladimir Litvinenko è rettore dell’Università mineraria di San Pietroburgo, dove Putin ha conseguito un dottorato di ricerca nel 1997 ed è stato il responsabile della campagna elettorale del presidente in città durante tre elezioni.

Da evidenziare che molte società controllate dallo Stato come Gazprom Neft PJSC e la più grande banca russa Sberbank PJSC non hanno mai smesso di effettuare pagamenti di dividendi mentre accumulavano profitti record durante la guerra. Il mese scorso gli azionisti di Sberbank hanno approvato una cifra storica pari a 752 miliardi di rubli in dividendi per il 2023.

Russia in bilico tra crescita e potenziali crisi

Sebbene il tracollo economico della Russia previsto dagli occidentali non si sia avverato finora, la nazione in guerra potrebbe dover affrontare problemi importanti.

L’economia russa potrebbe trovarsi in difficoltà nella seconda metà dell’anno e nel 2025, il che potrebbe spingere il governo ad aumentare le tasse, secondo Chris Weafer, amministratore delegato di Macro-Advisory Ltd. Per molti titolari di attività, “è meglio prelevare i soldi ora piuttosto che rischiare di perderli in tasse l’anno prossimo”, ha affermato.

Le aziende devono far fronte a crescenti difficoltà nei pagamenti, il che potrebbe portare a carenze di componenti industriali e beni di consumo, ha aggiunto.

Ciò avviene dopo che gli Stati Uniti hanno intensificato le minacce di sanzioni secondarie sulle banche nei Paesi che la Russia considera “amichevoli”. Le sanzioni statunitensi alla Borsa di Mosca il mese scorso l’hanno costretta a sospendere le negoziazioni in dollari ed euro.

Intanto, il Ministero delle Finanze ha aumentato la sua stima del deficit di bilancio del 2024 a 2,12 trilioni di rubli, ovvero l’1,1% del PIL, da 1,595 trilioni di rubli. Con un’inflazione che si attesta a più del doppio dell’obiettivo del 4%, la Banca di Russia potrebbe alzare il tasso di interesse chiave fino a 200 punti base entro la fine del mese, dall’attuale 16%.

Un ulteriore problema che devono affrontare i magnati russi è dove investire i loro dividendi dopo che le sanzioni hanno costretto molti di loro a rivolgersi al mercato interno.

A maggio, gli investitori privati ​​hanno investito 116,3 miliardi di rubli sulla Borsa di Mosca, registrando finora un record mensile nel 2024.

Gli investimenti nelle industrie russe sono balzati del 14,5% anno su anno nel primo trimestre, raggiungendo un record di quasi 6 trilioni di rubli, come hanno mostrato i dati della banca centrale. Tuttavia, le opportunità nazionali sono limitate. Un mix di fattori avversi potrebbe quindi colpire gli stessi miliardari e svelare le crepe della “resiliente” economia di guerra russa.

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