La Russia sta inviando messaggi rassicuranti sul pagamento delle cedole agli investitori stranieri: il default è superato? I bond in scadenza non sono finiti per Mosca. Cosa succede e cosa prevedere?
In Russia il rischio default non è stato del tutto scongiurato, anche se stanno arrivando segnali rassicuranti da Mosca.
Nel dettaglio, i detentori stranieri di obbligazioni sovrane russe in scadenza nel 2029 stanno controllando i loro conti per l’ultima cedola di debito della nazione, dopo che il Governo ha affermato che un pagamento di 66 milioni di dollari è stato effettuato al suo depositario locale.
Il ministero delle Finanze ha annunciato che il trasferimento al National Settlement Depository significava che aveva adempiuto per intero ai suoi obblighi.
Il debito ha anche un’opzione di ripiego sul rublo, che consente alla Russia di effettuare il pagamento nella sua valuta locale, a condizione che soddisfi determinati requisiti.
Fallimento, per ora, evitato. Ma qual è la situazione e cosa aspettarsi nei prossimi mesi? Le scadenze russe non sono finite.
Russia: pagamento cedole effettuato. La situazione
Il pagamento della cedola su un’obbligazione sovrana russa in scadenza nel 2029 è stato elaborato dalla banca corrispondente JPMorgan Chase & Co, secondo quanto riferito lunedì da una fonte.
Come riportato da alcuni media, per esempio Reuters, lunedì 21 marzo la Russia avrebbe dovuto effettuare un pagamento di 66 milioni di dollari agli obbligazionisti. Da Mosca è giunto il comunicato dell’avvenuta operazione.
Mentre il ministero delle Finanze ha citato una cifra in dollari nella sua dichiarazione in cui annunciava il pagamento, il ministro Anton Siluanov ha ripetutamente avvertito che il più grande esportatore di energia del mondo potrebbe essere costretto a pagare in rubli se il suo accesso alla valuta estera fosse bloccato.
La scorsa settimana Mosca ha pagato gli interessi dovuti su due obbligazioni sovrane, attenuando i dubbi sulla sua volontà e capacità di onorare il debito estero dopo che le nazioni occidentali hanno imposto dure sanzioni in seguito all’invasione dell’Ucraina.
C’è ancora il rischio default: il motivo
Miliardi di dollari di debiti del governo russo e delle società sono stati messi in discussione dopo che ben due terzi delle riserve di valuta estera del paese sono stati congelati, così come i beni all’estero di numerosi miliardari.
In questa cornice di pesanti misure finanziarie contro Mosca, la minaccia di un fallimento non è affatto scongiurata.
La Russia ha 15 obbligazioni internazionali in circolazione con un valore nominale di circa $40 miliardi. Prima della crisi ucraina, circa 20 miliardi di dollari erano detenuti da fondi di investimento e gestori di denaro al di fuori del Paese.
Il prossimo test è un pagamento di 102 milioni di dollari il 28 marzo e dopo il 31 marzo c’è una scadenza di 447 milioni di dollari che deve essere onorata in dollari.
Il suo più grande pagamento dell’anno - e il suo primo rimborso completo, di 2 miliardi di dollari - è previsto per il 4 aprile.
Se la Russia non effettua alcun rimborso delle sue obbligazioni entro i periodi di grazia definiti, o paga in rubli dove sono specificati dollari o euro, sarà un default.
Nel mirino anche i debiti delle grandi aziende russe
Non ci sono soltanto le obbligazioni di Stato nel mirino dei trader stranieri.
La società mineraria Severstal Pjsc sta per finire un periodo di grazia per il pagamento di una cedola.
Steelmaker Evraz Group SA, in cui anche Roman Abramovich ha una quota, ha comunicato il pagamento di una cedola di 18,9 milioni di dollari ma ha annunciato il blocco di Société Générale, per problemi di conformità.
Intanto, le società di clearing, Clearstream e Euroclear hanno deciso di non accettare il rublo come valuta, chiudendo le porte ai titoli emessi dai russi e impedendo le transazioni Triparty (impiegato per pagare obbligazionisti).
I gruppi minerari Polyus Pjsc e Russian Railways sono attesi la prossima settimana con pagamenti di cedole.
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