Sai che se fai queste spese paghi meno tasse?

Patrizia Del Pidio

25 Marzo 2025 - 10:56

Effettuare o pianificare determinate spese permette al lavoratore non solo di pagare meno imposte, ma anche di pagare meno la spesa in questione. Vediamo il caso della pensione complementare.

Sai che se fai queste spese paghi meno tasse?

Abbassare le imposte che si devono pagare sui redditi prodotti, non solo è possibile, ma se pianificato potrebbe far diventare alcune spese anche molto convenienti. Solitamente quando si pensa all’Irpef e al meccanismo di detrazioni e deduzioni non si tiene conto della reale portata che queste agevolazioni fiscali potrebbero avere sulle imposte da versare, ma anche sul costo che si sostiene.

Quando si avvicina il momento della dichiarazione dei redditi si pensa sempre alle detrazioni, senza tenere conto delle deduzioni che potrebbero essere pianificate e che si potrebbero utilizzare anche per passare da uno scaglione di reddito a quello più basso. Cerchiamo di capire.

Come funzionano le deduzioni

Le deduzioni sono un beneficio fiscale che permette di abbassare il reddito imponibile su cui si calcolano le imposte. La spesa sostenuta, di fatto, si sottrae dal reddito rimanendo esentasse e abbassando anche le imposte da pagare.

Se si rientra nel secondo scaglione di reddito, però, è si sostengono spese deducibili in grado di abbassare l’ammontare complessivo del reddito sotto i 28.000 euro, si rientra nel primo scaglione senza dover applicare all’eccedenza l’aliquota del 35% con un risparmio netto sulle imposte ancora più alto.

Per comprendere il meccanismo occorre fare un esempio pratico. Supponiamo che un lavoratore abbia reddito complessivo di 32.000 euro e sostiene una spesa deducibile di 5.000 euro. Le imposte andranno pagate su 27.000 euro e si evita di pagare il 35% sull’eccedenza di 4.000 euro rispetto ai 28.000 euro.

Sai che se fai queste spese paghi meno tasse?

La portata di questo beneficio fiscale, che non tutti colgono, è che la spesa deducibile, proprio grazie al meccanismo che permette di abbassare l’imposta dovuta, viene a costare molto meno della spesa sostenuta (per il risparmio che si ha sulle tasse).

Ci sono spese deducibili, poi, che danno anche un effettivo valore aggiunto alla vita di chi le sostiene, come quelle dedicate alla previdenza per esempio. Investire in contributi volontari, in riscatto contributivo (come quello della Laurea) o in previdenza complementare permette di aumentare il reddito che si avrà una volta avuto l’accesso alla pensione (e in alcuni casi permette anche di andare in pensione prima) con una spesa minore di quella preventivata.

Facciamo un esempio pratico per capire. In base quello che prevede la normativa le spese sostenute per i contributi sono deducibili per un importo non superiore a 5.164,57 euro l’anno. Per comodità di calcolo supponiamo che un lavoratore con reddito di 32.000 euro sostenga ogni anno una spesa di 5.000 euro per la previdenza complementare.

La spesa gli garantisce una pensione complementare che gli permetterà di avere un reddito più alto in futuro, ma i benefici sono anche immediati.

Senza la deduzione per la pensione integrativa (e senza considerare altre detrazioni spettanti) l’Irpef dovuta su 32.000 euro è pari a:
23% di 28.000 euro ( 6.440 euro);
35% di 4.000 euro (1.400 euro).

In questo caso il lavoratore dovrebbe pagare Irpef pari a 7.840 euro.
Se pianifica annualmente una spesa di 5.000 euro per la previdenza complementare avrebbe un risparmio cospicuo sulle imposte e pagherebbe solo il 23% di 27.000 euro, ovvero 6.210 euro di Irpef.

Il risparmio sulle imposte è di 1.530 euro l’anno. In base a questo calcolo le spese per la previdenza complementare non peserebbero più 5.000 euro sul lavoratore, ma soltanto 3.470 euro. Parte della previdenza integrativa, infatti, sarebbe coperta dallo sconto di imposta.

Da considerare che maggiore è il reddito e maggiore è il risparmio sulla spesa in questione. Per un lavoratore che ha un reddito di 38.000 euro, ad esempio, il risparmio sulle imposte, sostenendo sempre la stessa spesa, sarebbe di 1.750 euro. Per un lavoratore con reddito superiore ai 55.000 euro il risparmio si attesterebbe su 2.150 euro (in questo caso l’aliquota di calcolo è 43% che si applica ai redditi eccedenti i 50.000 euro).

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