In Spagna il governo ha annunciato di aver trovato un accordo con i sindacati per aumentare il salario minimo a 1.000 euro nel 2022. Cosa succede invece in Italia?
Salario minimo da 1.000 euro al mese. Succede in Spagna, dove il governo ha trovato un accordo con i due principali sindacati, Ugt e Comisiones Obreras. Per il 2022 il salario minimo dei lavoratori spagnoli dovrebbe salire a mille euro per 14 mensilità.
Con questo accordo, che deve ancora essere ratificato, l’aumento sarebbe di 35 euro mensili rispetto alla cifra del 2021 (965 euro). Il governo deve però scontrarsi con la contrarietà delle due principali associazioni degli imprenditori, Ceoe e Cepyme. Secondo le associazioni questo non è il momento in cui aumentare il salario minimo “considerando il contesto economico di incertezza”, soprattutto per alcuni settori come l’agricoltura e il turismo.
In particolare la Conferenza spagnola delle organizzazioni aziendali (Ceoe) si oppone al governo che sta invece cercando un accordo con tutti gli attori in gioco: l’esecutivo, però, può anche decidere in autonomia la cifra dell’incremento senza un accordo. In Spagna, comunque, il salario minimo dovrebbe passare presto a 1.000 euro: e in Italia, invece, cosa succede?
Salario minimo in Spagna, per quali lavoratori
La decisione del governo spagnolo di aumentare il salario minimo dovrebbe riguardare circa due milioni di lavoratori. La ministra del Lavoro, Yolanda Diaz, ha inoltre spiegato - illustrando l’accordo - che l’aumento avrà effetto retroattivo e sarà applicato a partire dall’1 gennaio del 2022.
Il salario minimo in Ue: la Spagna non è un caso isolato
All’interno dell’Unione europea sono 21 i Paesi in cui è stato adottato un salario minimo nazionale, ovviamente con cifre molto diverse tra loro. L’importo più alto, addirittura superiore ai 2mila euro, è quello del Lussemburgo. Seguono Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Germania e Francia. Molto più bassi gli importi nell’Europa orientale, con limiti ben inferiori ai 500 euro come in Bulgaria.
In Ue sono solo sei i Paesi che non adottano una forma di salario minimo nazionale. E tra questi c’è anche l’Italia che si affianca ad Austria, Danimarca, Finlandia, Svezia e in parte Cipro, dove il salario minimo vale solo per alcune categorie di lavoratori.
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Salario minimo, cosa succede in Italia
In Italia, quindi, non c’è un salario minimo ma esistono comunque dei contratti nazionali che disciplinano i minimi per le singole categorie lavorative. Secondo alcune stime i contratti collettivi nazionali in Italia sono poco meno di 900, ma non è obbligatoria la stipula in tutti i settori.
Per quanto riguarda l’ipotesi di un salario minimo nazionale, invece, per ora è tutto fermo. Anche se ci sono alcune proposte di legge che però al momento sono ferme in Parlamento. Le cifre di cui si parla in queste proposte è intorno ai 9 euro l’ora di minimo. Le trattative sul tema al momento sembrano bloccate, ma il Pnrr potrebbe dare una spinta in questa direzione chiedendo norme in tal senso.
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