Dal sondaggio di Money.it emerge che i lettori sono favorevoli all’introduzione del salario minimo. Ma, allo stesso tempo, ritengono che la cifra di 9 euro lordi l’ora sia troppo bassa.
L’Italia deve introdurre il salario minimo, ma la cifra deve essere più alta di 9 euro lordi l’ora. È questo il responso del sondaggio lanciato da Money.it sul salario minimo dopo l’accordo sulla direttiva Ue e il rilancio del tema nel dibattito politico italiano.
Il sondaggio realizzato da Money.it non ha un valore scientifico ma solo indicativo: i lettori si sono espressi chiaramente a favore del salario minimo. L’unica reale divisione è tra chi pensa che la cifra di 9 euro lordi l’ora sia sufficiente e chi ritiene invece che debba essere più alta.
I 9 euro l’ora sono la cifra fissata dal disegno di legge del Movimento 5 Stelle ora fermo in Parlamento. Sul ddl non c’è ancora un accordo e non è detto che il suo iter proseguirà, quantomeno non necessariamente su questo testo. Ma dopo l’accordo in Ue per introdurre il salario minimo in tutta l’Unione gli italiani sembrano avere le idee chiare: il salario minimo deve essere introdotto.
I risultati del sondaggio sul salario minimo
Secondo gli elettori di Money.it che hanno partecipato al sondaggio a prevalere è nettamente il Sì, ovvero la volontà di introdurre il salario minimo in Italia. In particolare il 45% dei rispondenti al sondaggio ritiene che il salario minimo debba essere introdotto in Italia, ma la cifra minima deve essere più alta rispetto a 9 euro lordi l’ora.
Il 37% dei rispondenti, invece, si dice totalmente favorevole all’introduzione del salario minimo in Italia, confermando anche la cifra di 9 euro lordi l’ora. Pochi, invece, coloro i quali si dicono contrari all’introduzione del salario minimo.
Secondo il 13%, nello specifico, il salario minimo è una misura sbagliata e che quindi non deve essere introdotta. Infine solo il 5% ritiene che non serva un salario minimo in quanto sono già sufficienti i contratti collettivi applicati in Italia.
Il salario minimo in Italia
Attualmente l’Italia è tra i sei Paesi europei in cui non viene applicato il salario minimo. In realtà il sistema italiano si basa, almeno finora, sui contratti collettivi nazionali: a oggi coprono oltre l’80% dei lavoratori.
Per questo motivo la direttiva Ue potrebbe non toccare da vicino l’Italia, in quanto il numero di contratti collettivi applicati è sufficientemente alto da non ritenere indispensabile l’introduzione di un salario minimo. Questo, comunque, non vuol dire che la misura non possa ugualmente essere introdotta.
Nella maggioranza non c’è però un accordo sul tema e anche il disegno di legge attualmente depositato in Parlamento non convince tutti i partiti. In realtà l’intesa non è stata trovata neanche tra i due maggiori sostenitori del salario minimo, Pd e M5s, che restano su posizioni non del tutto concordi sulla modalità attraverso cui introdurre la misura. Di certo i dati di questo sondaggio, per quanto non abbia un valore scientifico, indicano il parere favorevole degli italiani sul salario minimo.
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