Salmonella nel cioccolato, com’è possibile? Cause e rischi

Redazione Lifestyle

6 Aprile 2022 - 11:50

Anche gli alimenti cotti come il cioccolato possono essere contaminati da salmonella e altri batteri pericolosi. Facciamo chiarezza dopo il richiamo degli ovetti Kinder in Europa.

Salmonella nel cioccolato, com’è possibile? Cause e rischi

In genere associamo il rischio di salmonella agli alimenti non cotti: uova, carne, impasti e pesce crudi. Ma il recente ritiro degli ovetti Kinder dal mercato per possibile contaminazione fa luce su una questione sottovalutata o sconosciuta ai più: ci può essere salmonella nel cioccolato? Tavolette, barrette e snack golosi possono ospitare batteri e agenti patogeni? Perché e come è possibile? Facciamo chiarezza.

Salmonella nel cioccolato Kinder: cosa è successo

L’allarme salmonella nelle uova di cioccolato Kinder è scattata il 4 aprile 2022, quando la Food Standards Agency (FSA) del Regno Unito ha emesso un avviso di ritiro degli ovetti Kinder prodotti in Belgio e destinati al mercato UK a causa di un potenziale collegamento a una serie di casi segnalati di salmonella che ha riguardato 63 persone (fonte: BBC), di cui la maggior parte bambini.

Mentre si indaga sulla vicenda, Ferrero, proprietaria del marchio Kinder, ha richiamato i lotti degli ovetti sfusi da 20 grammi e di quelli in confezioni da 3, con scadenza compresa tra l’11 luglio e il 7 ottobre 2022. L’allerta ha toccato anche altri Paesi del Nord Europa, con focolai di salmonella rintracciati in Francia, Germania, Olanda, Belgio e Svezia.

“Sebbene nessuno dei prodotti Kinder immessi sul mercato sia risultato positivo alla salmonella e non abbiamo ricevuto reclami da parte dei consumatori, prendiamo molto seriamente le questioni di sicurezza alimentare. Stiamo lavorando con i rivenditori per garantire che questi prodotti non siano più disponibili per l’acquisto. Se si dispone di uno di questi prodotti, si consiglia di non consumarlo”, ha dichiarato l’azienda, che si è sinceramente scusata per l’accaduto. Anche in Italia Ferrero ha ritirato in via precauzionale dei lotti di Kinder Schoko Bons prodotti in Belgio.

Rischio salmonella nel cioccolato: perché?

Anche se per noi la possibile presenza di salmonella nel cioccolato può suonare come una novità, in realtà si tratta di un problema che preoccupa l’industria del cacao e del cioccolato da tempo.

Come riporta questo studio pubblicato su Science Direct, “I prodotti a base di cioccolato sono stati coinvolti in focolai di origine alimentare causati da batteri. La salmonella è un’enorme preoccupazione per le autorità sanitarie e per le aziende di cacao e cioccolato. Uno dei più recenti focolai noti di salmonellosi associati al consumo di cioccolato (in barrette) si è verificato nel Regno Unito nel 2006 colpendo un totale di 180 persone con 37 casi confermati di malattia.

“Secondo la letteratura scientifica la contaminazione del cioccolato da salmonella è collegata all’uso di ingredienti contaminati. Le fasi di pre-lavorazione del cacao (fermentazione, essiccazione e torrefazione) sembrano essere la principale via d’ingresso della salmonella nella catena di produzione del cioccolato”. La tostatura delle fave di cacao a secco a temperature molto alte, invece, è la fase che dovrebbe uccidere i batteri. È infatti più il cioccolato crudo a rappresentare una maggiore preoccupazione per la salute dei consumatori. Ma anche quando avviene la tostatura la salmonella può farsi strada nel prodotto, tramite acqua contaminata o contaminazione incrociata con fave crude. I rischi, quindi, possono essere ridotti al minimo con il trattamento termico e mettendo in campo standard elevati di misure di controllo durante tutto il processo di lavorazione.

La salmonella può causare intossicazione alimentare e i sintomi in genere includono diarrea, crampi allo stomaco, nausea, brividi, vomito e febbre che negli adulti e nei soggetti sani tendono a scomparire nell’arco di qualche giorno. Ma i sintomi possono anche essere più gravi e portare al ricovero in ospedale o essere fatali, soprattutto nei più piccoli e i pazienti con sistema immunitario compromesso.

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