Il salvataggio dell’Ilva ancora sotto i riflettori: un nuovo piano potrebbe prendere forma nelle prossime giornate
Il salvataggio dell’Ilva sta continuando a tenere l’intera Italia (e non solo) con il fiato sospeso.
La decisione di ArcelorMittal di ritirarsi dal dossier ha aperto le porte a una fase di profonda incertezza che ha avuto persino ripercussioni sullo spread BTP-Bund viste le difficoltà emerse all’interno del Governo giallorosso.
Eppure, secondo le ultime indiscrezioni di stampa, il salvataggio dell’Ilva potrebbe intraprendere una nuova strada, magari quella dell’intervento cinese.
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Salvataggio Ilva: nuovo piano in arrivo
Stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, all’inizio di questa settimana il Governo gialloverde incontrerà Ernst&Young, la società di consulenza che si è occupata del dossier British Steel-Jingye.
L’azienda britannica ha ricordato per molti versi (soprattutto per le problematiche ambientali) la nostra ex Ilva. Nella primavera del 2019 è finita in amministrazione straordinaria e ha iniziato a bruciare sterline giorno dopo giorno.
Poi è arrivata l’offerta d’acquisto da parte di Jingye, e le parti hanno reso noto un accordo provvisorio con il quale i cinesi investiranno 1,2 miliardi di sterline in dieci anni in cambio di alcune garanzie dagli inglesi pari a 300 milioni di sterline, tra sgravi fiscali e prestiti.
Il salvataggio dell’Ilva potrebbe iniziare a guardare proprio a questa tipologia di intesa. Ernst&Young proporrà l’accordo provvisorio (soltanto in via interlocutoria) e mostrerà all’esecutivo un’altra alternativa possibile.
I tempi, al momento, sembrano sempre più stretti. Qualche giorno fa ArcelorMittal ha confermato la sua intenzione di spegnere gli altiforni a partire dal prossimo 13 dicembre, cosa che ha dato il via a una vera e propria battaglia con l’esecutivo.
Non è chiaro, al momento, se e come la situazione verrà risolta. Il modello British Steel-Jingye potrebbe essere soltanto una delle possibili alternative per il salvataggio dell’Ilva.
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